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Le sculture di Andrea Spadini in mostra nelle tre sedi della Galleria d’Arte Laocoonte fino al 16 maggio 2019 .-

Testo e foto a cura di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Un vecchio adagio vuole che nessuno sia profeta nelle propria patria. Molti i personaggi caduti vittime di questa esperienza e fra questi anche Andrea Spadini – Roma 1912/1983 – , scultore di scuole romana che deve la sua notorietà alla predilezione che gli riservarono star di Hollywood come Lauren Bacall, Henry Fonda, Douglas Fairbanks jr, ma anche, successivamente, dai più celebri personaggi del mondo del cinema, della moda e della mondanità italiana, tra cui Alberto Sordi, gli stilisti Alberto Fabiani e Simonetta Colonna di Cesarò, o la contessa Cicogna, per la quale assieme a Fabrizio Clerici decorò la bizzarra villa di Venezia.

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                                                        “Le Muse” – Bozzetti per il Piccolo Teatro Sordi – 1957 – Ceramica.

Le più autorevoli critiche d’arte vogliono “Andrea Spadini scultore fuori tempo e anticonformista per la scelta d’ispirarsi ai modelli della classicità, incurante delle mode e dell’influenza esercitata dalle avanguardie. Negli anni Sessanta, quando sulla scena dell’arte soffiava il vento dell’Informale, lui guardava al Seicento, e a Bernini in particolare”.

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                                       “Leda e il Cigno” – Ritratto di Simonetta Fabiani Colonna – 1959 Ceramica invetriata

Le cronache anagrafiche riportano che Andrea Sopadini, sul finire degli anni Cinquanta si affermò nella cerchia dell’aristocrazia e della mondanità americana grazie al conte Lanfranco Rasponi che espose a New York le ceramiche dell’artista nella sua Galleria Sagittarius. Il conte aveva una passione maniacale per le scimmie, tanto da averne una addomesticata, e Spadini creò per lui una serie di ceramiche in cui le ritraeva in varie situazioni: ballerine, vanitose, in canoa. Da quel momento i vip e le star del cinema cominciarono ad appassionarsi alle sue opere.

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                                      “Scimmia”Modello per l’orologio musicale di Central Park1964/1965 – Terracotta

Nel 1960 Spadini firmò un contratto con Tiffany, che prese ad esporre nella sede prestigiosa della Quinta Strada ceramiche, bronzi e centrotavola in argento di stampo seicentesco, tutti pezzi unici. Oltre ai grandi attori, a commissionargli oggetti, fontane e statue per le loro residenze erano magnati, miliardari e nuovi ricchi americani. Nel 1965 il suo orologio musicale con figure animali, voluto dall’editore George Delacorte, venne collocato all’ingresso dello Zoo di Central Park, a Manhattan. Lo scultore era conosciuto nel bel mondo italiano, ma a far crescere le sue quotazioni fu senza dubbio la notorietà ottenuta negli States.

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                                                      “Cariatidi” – Bozzetti per il Casinò di Las Vegas – 1965 – Ceramica

uomo. La storia che ha per protagonisti un cane: Lampo ed un Vice Capostazione , Elvio Barlettani e la figlia Virna, ci porta negli Anni Cinquanta, quando il cane Lampo apparve per la prima volta nella stazione di Campiglia Marittima. La giovane innamorò del cane e questi divenne anche il suo miglior amico. Lampo, così battezzato per il suo fulmineo arrivo in famiglia Barlettani, aveva imparato gli orari dei treni e a riconoscere le loro destinazioni; accompagnava tutti i giorni a scuola la piccola Virna fino a Piombino, per riprenderla, e riaccompagnarla a casa alla fine delle lezioni.

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                                                                        “Il Cane Ferroviere” – 1962 – Ceramica invetriata

Riferiscono le cronache che un giorno “il cane rimane intrappolato in una porta del treno in partenza che deve essere fermato per liberarlo. Un ispettore, presente all’accaduto, ordinò di farlo sparire: Lampo venne caricato su un treno per il lontano sud, con le istruzioni di abbandonarlo in aperta campagna, lontano da ogni stazione. Dopo cinque mesi, malato e ferito, Lampo tornerà. Diventerà famoso e finirà sui giornali nazionali ed esteri. Sarà anche filmato da diverse troupe televisive. Morirà nel 1961 e alla stazione di Campiglia Marittima sarà eretta una statua in suo onore.

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                                         Foto courtesy di LapoRello – opera propria tratta dalla Enciclopedia Web Wiikipedia

Elvio Barlettani, il vice capostazione, ha scritto un libro sulla sua storia intitolato “Lampo il cane viaggiatore” edito dalla casa editrice La Bancarella di Piombino. E’ catalogato fra le letture per l’infanzia, ma è un’iniezione di poesia ed energia raccomandabile anche agli adulti. Esiste anche un libro a fumetti in inglese intitolato “Famous dogs: Lampo the travelling dog” realizzato da James E. McConnell e pubblicato dalla Look and Learn”.

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                                                                              Il Congo – 1960 – Argento massiccio

La mostra, meglio ancora le tre mostre allestite nelle sedi romane della Galleria d’Arte Laocoonte, curate da Monica Cardarelli , rendono oggi tardiva giustizia a questo artista, purtroppo ingiustamente caduto, come tanti, nell’oblio dei pubblici amministratori, esponendo oltre ottanta sculture – marmi, pietre di grandi dimensioni, bronzi, terrecotte, argenti e maioliche smaltate – e altrettanti disegni. “Andrea Spadini era geniale, fantasioso e pieno di talento – dice Monica Cardarelli – ma è stato, soprattutto, capace di seguire coraggiosamente con risultati straordinari una propria strada nel momento in cui il mondo dell’arte era rivolto verso altre direzioni”.

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                                                                         “Fanciulla e scimmia” – 1970 / 1975 – Tufo

La mostra, la seconda in venti anni dopo quella del 1989 alla Galleria de’ Serpenti, si articola in tre sezioni. In via Margutta 53, nella sede della Galleria Apolloni (nelle sale create per essere gli studi di scultura di Palazzo Patrizi, dove Picasso abitò e lavorò nel 1917) sono esposte le sculture di grandi dimensioni e i loro disegni. In Via Monterone 13, nella Galleria del Laocoonte, la produzione giovanile con i marmi e i peperini che l’artista recuperava tra i ruderi di Roma sui quali dava il suo segno particolare lasciando le figure volutamente abbozzate “come se non di un’opera moderna si trattasse, ma di un reperto archeologico consunto o spezzato”. Bronzi e ceramiche di dimensioni più contenute occupano lo spazio espositivo di via del Babuino 136.

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                                   “Amaca Zanardo” – Bozzetto per villa Zanardo a Roma – 1953 / 1954 – Terracotta dipinta

“Spadini era uno scultore assoluto, dall’oreficeria raffinatissima alle grandi opere in marmo – sottolinea Cardarelli -. Tutti gli oggetti in mostra sono di grande pregio non solo per la specifica bellezza ma anche per gli straordinari clienti e collezionisti che li hanno commissionati”.

Butterfly – Con Irma Testa in uscita il 4 aprile al cinema di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman

Mariagrazia Fiorentino

Il film documentario è tratto da una storia realmente accaduta di cui l’interprete è la vera protagonista nella realtà. E’ la rivalsa di una giovane di Torre Annunziata verso una società che non lascia spazio e possibilità a determinati ceti sociali. Tra successi e sconfitte, una ragazza in cerca di se stessa. Ne è venuto fuori un film documentario molto umano vicino alla realtà, ma con la leggerezza del sogno. Bellissima la figura del maestro, (l’allenatore). Un film da non perdere, sarebbe auspicabile che venisse proiettato anche nelle scuole.

“Irma Testa nel suo palmarès un argento alle Olimpiadi giovanili di Nanjing del 2014 e le medaglie d’oro ai Mondiali e agli Europei Juniores 2015. Prima pugile italiana a disputare una Olimpiade Rio 2016. Attualmente lavora alla preparazione di Tokyo 2020.”

Nuovi interessanti percorsi turistico/culturali offerti dalla città di Roma a cittadini e turisti con l’apertura al pubblico della Tenuta Presidenziale di Castelporziano.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Sconosciuta anche a gran parte dei cittadini italiani, la tenuta di Castelporziano, ha da sempre rappresentato nell’immaginario collettivo il luogo di svago e di ricreazione dei governanti italiani, prima reali, che nel 1871 l’acquistarono, e successivamente di molti Presidenti della Repubblica. Si deve all’attuale Presidente, On.le Sergio Mattarella, l’apertura a tutti, cittadini italiani e turisti, organizzata in percorsi guidati ben definiti e in due diversi periodi dell’anno, di questo angolo naturalistico rimasto tutt’ora ben conservato e di grande interesse non solo turistico/culturale.

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La tenuta Presidenziale di Castelporziano dista dal centro di Roma solo 25 kilometri e si estende su una superficie di oltre 6 mila ettari nell’area sud/occidentale della città fino a lambire la costa del Mar Tirreno. Oggi, come riportato su un depliant che illustra parte dei percorsi di visita, “oltre ad essere un importante sito archeologico, è un sistema ambientale di straordinario interesse biologico”. Tanto nelle dune presenti sulla spiaggia quanto nelle zone forestali di pianura e nelle zone umide ricoperte in prevalenza dalla macchia mediterranea vivono un elevato numero di specie vegetali, circa mille, ed animali, ben oltre 3 mila, oltre ad ospitare importanti testimonianze archeologiche di cui, le più significative, risalgano al terzo secolo d.C. relative alla villa marittima dell’imperatore Commodo.

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I percorsi di visita, della durata media ciascuno di circa due, massimo tre ore, appositamente studiati e assistiti da specialisti, interessano tre diverse specie: uno naturalistico con cinque diverse escursioni sul territorio, un altro archeologico che prevede, assistita da archeologi, la presentazione e descrizione non solo dei resti della villa marittima di Commodo, incluso lo spazio occupato dalle terme imperiali, ma anche ad altre testimonianze sparse sul territorio ed una visita al piccolo quanto significativo Museo Archeologico ed un terzo, di grande interesse turistico, che prevede la visita alla residenza presidenziale vera e propria, dove sono presenti anche testimonianze sulla presenza dei Re d’Italia e relative famiglie, al giardino ed al museo delle carrozze, usate, in maniera esclusiva, dalle famiglie reali durante i loro soggiorni in questa tenuta. Importante il collegamento con la rete urbana cittadina che permette di raggiungere l’ingresso sulla Via Cristoforo Colombo con le linee 070 e 928.

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La partecipazione può essere prenotata on line sul sito dell Presidenza della Repubblica Italiana; oppure tramite il Call center, tel. 06 39.96.75.57 dal lunedì alla domenica dalle 9:00 alle 19:00. Altra possibilità recandosi al Centro Informazioni e Prenotazioni, Salita di Montecavallo 15 (Roma), adiacente Piazza del Quirinale, operativo nei giorni di martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, dalle 9.00 alle 17.00. Le prenotazioni di istituti scolastici in visita alla Tenuta di Castelporziano solo contattando il tel. 06.51098316, tenuta@quirinale.it. Non è consentito accedere allaTenuta con veicoli privati. I visitatori, muniti del titolo di accesso e di un documento di riconoscimento in corso di validità, dovranno presentarsi all’orario di inizio della visita presso il parcheggio di via Erminio Macario, all’altezza del civico n.60 (capolinea navetta), ovvero presso l’ingresso della Tenuta di Via Cristoforo Colombo n. 1671, incrocio Via di Malafede (ingresso pedonale, senza possibilità di parcheggio nelle aree adiacenti).

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Qualora i dati anagrafici dei visitatori, indicati al momento della prenotazione, non coincidano con i dati risultanti dai documenti, non sarà consentito l’accesso.

Maternità e allattamento nell’Italia antica in mostra al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia – Sala Venere – fino al 2 giugno 2019

Già nella prima parola dell’intestazione, “Maternità”, come ha rilevato il Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Valentino Nizzo, s’intravede la chiave di lettura di questa interessante mostra magistralmente curata da Giulia Pedrucci, ricercatrice all’Università di Erfurt – Germania -, con la collaborazione di Vittoria Lecce, funzionaria del Museo suddetto e l’adesione del Comitato Provinciale UNICEF di Roma.

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Mater Matuta era nell’Italia del V secolo a.C. la dea del mattino e protettrice degli inizi e , dunque delle nascite. Identico ruolo era svolto nel mondo etrusco della dea Ità che compone la parte terminale del testo. Ad entrambe erano dedicati templi e venivano omaggiate con doni, statue votive ed ex voto che una volta recuperati, grazie a campagne di scavo, sono oggi oggetto di studio, come nel caso presente, e costituiscono la base delle esposizioni permanenti di Musei e di rassegne temporanee identiche a quella allestita in questa occasione. Lungo il percorso espositivo si possono ammirare e dare una precisa chiave di lettura, grazie anche agli esaurienti pannelli didattici, a tutta una serie di reperti, debitamente restaurati, molti esposti per la prima volta, che documentato gli aspetti fondamentali di una famiglia derivati dalla nascita di uno o più eredi. “A lungo gli studiosi hanno pensato che il bambino nella società antica non fosse considerato importante”, precisa il Direttore Valentino Nizzo, “da una chiara lettura che propongono questi reperti sono ben chiare le preoccupazioni, le cure e le attenzioni riservate ai bambini ed a svolgere le quali venivano chiamate anche nonne, nutrici, zie e l’intera famiglia in una formazione “allargata”, usando un termine moderno.

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Si spiega molto bene tutto questo in una sezione che ha per titolo “La Cutrofia”. Letteralmente questa significa far crescere un bambino ed in questa specifica mansione non erano coinvolti solo i familiari bensì una nutrita serie di divinità non necessariamente tutte femminili. Infatti insieme a Mater Matuta, Fortuna, Giunone, Diana, Cerere e Minerva, troviamo anche Marte ed Eracle, che avevano il compito, ognuna con una propria specificità, di proteggere ed aiutare l’essere umano fin dal concepimento, attraverso la delicatissima fase del parto e della prima infanzia, fino al raggiungimento dell’età adulta. Fra i reperti chiamati in causa quello della dea Leucotea, così chiamata in Grecia la Mater Matuta dei romani, menzionato e fotografato nel pannello didattico ma esposto in altra sala del Museo –, consigliata, se non obbligatoria, una visita in questa sala –, riveste una particolare importanza.

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La scultura in terracotta modellata a mano raffigurante Leucotea, la dea bianca del mare sbarcata dall’oriente ed accolta in occidente da Eracle, è di eccezionale livello artistico, grazie anche all’ottimo stato di conservazione, tanto da venire collegata allo stile dello scultore Prassitele (340 / 330 a.C.), uno dei maggiori artisti del periodo classico greco.

Roma – Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia – Piazzale di Villa Giulia, n.9, fino al 2 giugno 2019 dal martedi alla domenica con orario 9,00 / 20,00. Chiuso il lunedi. Biglietto d’ingresso intero €.8,00, ridotto €.2,00. Gratuito per aventi diritto e la prima domenica del mese. E’ stata prevista una forma di abbonamenti con ingressi illimitati per 3, 6 e 12 mesi, a costi vantaggiosi. Info tel. 06.3226571; e.mail mn-etru.comunicazione@beniculturali.i, sito www.villagiulia.beniculturali.it oltre i vari social disponibili oggi.

Roma – Città del Vaticano – Braccio di Carlomagno – Colonnato Berniniano – Mostra “Leonardo – Il San Girolamo dei Musei Vaticani”.

Testo e Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Malgrado il lungo soggiorno a Roma, circa tre anni, Leonardo non ha lasciato nella città nessuna opera pittorica; l’unica esistente è quella che ha dato origine a questa rassegna dal titolo “Leonardo – Il San Girolamo dei Musei Vaticani”, allestita nei prestigiosi spazi del Braccio di Carlomagno in Piazza San Pietro. Un documento dell’Archivio Storico della Fabbrica di San Pietro in Vaticano apre il percorso espositivo di questa rassegna, testimoniando la permanenza di Leonardo in un appartamento per lui allestito nel Belvedere Vaticano presso l’originario nucleo storico dei Musei Vaticani. “Sono gli stessi anni in cui è certa la presenza contemporanea nell’Urbe pure di Bramante, Michelangelo, Raffaello e di numerosi altri eminenti protagonisti della storia dell’arte”, come ha rilevato la Dott.ssa Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani che ha concluso il suo intervento affermando:San Girolamo nel deserto” di Leonardo è certamente un capolavoro assoluto, ma anche un’opera che esalta la spiritualità di un grande Padre e Dottore della Chiesa”.

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Girolamo nacque a Stridone verso il 347 da una famiglia cristiana, che gli assicurò un’accurata formazione, inviandolo anche a Roma a perfezionare i suoi studi. Da giovane sentì l’attrattiva della vita mondana ma prevalse in lui il desiderio e l’interesse per la religione cristiana. Ricevuto il Battesimo verso il 366, si orientò alla vita ascetica e, recatosi ad Aquileia, si inserì in un gruppo di ferventi cristiani, da lui definito quasi «un coro di beati», riunito attorno al Vescovo Valeriano. Partì poi per l’Oriente e visse da eremita nel deserto di Calcide, a sud di Aleppo dedicandosi seriamente agli studi. Questa è l’immagine ritratta da Leonardo nello straordinario dipinto conosciuto soprattutto per la sua tecnica esecutiva caratterizzata da un diffuso “non finito” presente in ampie parti dell’opera, che permette di analizzare le modalità esecutive dell’artista. In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci (1452-1519), il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e la Direzione dei Musei Vaticani offrono la possibilità di ammirare il celebre dipinto,normalmente custodito nella Pinacoteca Vaticana. Come affermata dalla Dott.ssa Barbara Jatta: “La speciale esposizione consente di contemplare da vicino, fuori dai ritmi frenetici dei circuiti turistici, una delle poche creazioni del genio vinciano la cui autografia non è mai stata messa in discussione. Per questi motivi, l’allestimento è stato ideato per favorire il contatto diretto con il capolavoro, custodito per l’occasione all’interno di una teca climatizzata ad alta tecnologia”.

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In mostra, una serie di pannelli didattici consentono di conoscere meglio la figura di Leonardo da Vinci e la congiuntura storica e culturale nella quale vide la luce il dipinto esposto: lo straordinario contesto storico di Roma nel secondo decennio del Cinquecento, durante il quale l’artista visse e soggiornò in Vaticano. Uno specifico approfondimento è dedicato alla grandiosa figura di San Girolamo (347–419/20), tratteggiata dalle sapienti parole del Papa Emerito Benedetto XVI. Completa l’esposizione un video realizzato dalla Direzione dei Musei Vaticani.

Roma – Citta del Vaticano – Piazza San Pietro Braccio di Carlomagno fino al 22 giugno 2019 con ingresso Gratuito ed orario: Lunedì – martedì – giovedì – venerdì – sabato: dalle ore 10,00 alle ore 18,00 (ultimo ingresso alle ore 17,30) – Mercoledì: dalle ore 13,30 alle ore 18,00 (ultimo ingresso alle ore 17,30) Domenica e festività religiose chiusa Informazioni: www.museivaticani.va

Romics – La Fiera di Roma ospita dal 4 al 7 aprile 2019 la XXV^ edizione del Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

L’evento primaverile più atteso, non solo dai giovani e giovanissimi, è senza dubbio l’annuale edizione di Romics, Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games, che da quando è ospitato nei nuovi padiglioni della Fiera di Roma, ha trovato un richiamo di ampio respiro, anche internazionale, come riportato nell’intestazione ufficiale di questa bella iniziativa. Basta scorrere il calendario degli eventi per constatare di persona che sono stati accontentati i più svariati gusti: dagli artistici ai culturali, passando per i ludici a quelli didattici indirizzati non solo a quanti hanno da tempo superato l’età scolastica. Tra i maggiori eventi inseriti nel ricchissimo programma di questa edizione, segnaliamo:

– L’assegnazione dei Romics d’Oro, prestigioso riconoscimento assegnato ai maggiori disegnatori di fumetti internazionali, che in questa 25^ edizione verranno assegnati a Reki Kawahara, scittore giapponese di light novel e manga e all’italiano Alessandro Bilotta, autore, sceneggiatore, soggettista e story editor delle più famose serie di fumetti da Giulio Meraviglia a Dylan Dog.

IMG_20190320_123728                                                                             Foto Courtesy Ufficio stampa Maurizio Quattrini

– Celebrazione dell’80esimo anniversario di Batman con una mostra di tavole originali realizzate da artisti internazionali e italiani, statue ufficiali, omaggi d’autore installazioni e contenuti trans mediali dedicati all’Uomo Pipistrello comparso per la prima volta sulla rivista Detective Comics il 30 marzo 1939. E’ questa la prima tappa ufficiale in Italia di una serie di celebrazioni inziate ad Austin (USA) il 15 marzo scorso al grido di “Long Live Batman”, volute e promosse dalla Warner Bros.

– Mostre ed eventi speciali, rubriche che da sempre caratterizzano questa manifestazione, rivestono particolare importanza quelle che accolgono le opere di Reiki Kawahara, Giorgio Cavazzano, della Scuola Romana del Fumetto e della Scuola Internazionale di Comics che con una life performance rende omaggio al 50esimo anniversario dello sbarco sulla luna.

– Area Romics e Kids&Junior che nel proprio palcoscenico accoglie il Cospay Kids.

– Confronti ricchi di stimoli fra quattro grandissimi autori: Giorgio Cavazzano, Luciano Gatto, Carlo Panaro e Marco Gervaso, animano l’area dedicata all’Officina del Fumetto e a Romics Narrativa.

– Movie Village, spazio interattivo con anteprime ed incontri speciali su film e serie ispirate a giochi e viodeogames fumetti, romanzi, accompagnate dalle installazioni delle principali fandom italiane.

– Pala Games e Card Games, vera Game Town al quale è stato riservato l’intero padiglione 9 della Fiera di Roma.

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– Eventi vari di grande impatto sul pubblico caratterizzano, come nelle precedenti edizioni, l’intera manifestazione quali il Gran Galà del Doppiaggio e il Romics Cosplay Award, dove sono chiamati a sfidarsi sul palco di Romics i cosplayer italiani per rappresentare l’Italia nella gara mondiale del Cow’s Cosplay Cup 2019 che si terrà ad Animecon in Olanda.

Fiera di Roma – Via Portuense 1645 dal 4 al 7 aprile 2019. Collegamento con treno per Fiumicino, fermata Fiera di Roma. Informazioni e acquisti di biglietti d’ingresso, previste numerose riduzioni e facilitazioni, sul sito www.romics.it tel.06.9396007 – 06.93956069 – e.mail info@romics.it

Fremo Immagine – Mostra di Francesco Ciavaglioli a Roma – Fondazione Pastificio Cerere– Spazio Molini , fino al 6 aprile 2019.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

In uno spazio di archeologia industriale dove sembra che il tempo si sia fermato, sono esposte le opere di Francesco Ciavaglioli per la sua prima personale. “I sotterranei dello storico stabile si popolano di opere su carta, tela e vetro, alternando interventi site-specific a opere inedite. La ricerca dell’artista si basa sulle relazioni tra immagini e media, la sue opere presentano paesaggi innaturali, costruiti attraverso strategie e tecniche che riflettono sui principi di riproduzione alla base dell’immagine contemporanea, tra ripetizione e dissoluzione”.

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Piani sovrapposti, spaccati di paesaggi, rovi e stormi di uccelli, un immaginario semplice e quotidiano sotto il quale pulsa l’idea di una ripetività ossessiva, mentale e spirituale. Tecnica che rimanda a quelle già realizzate nelle factory newyorkesi da Andy Warholl dove i soggetti di questa rassegna non hanno esseri umani per protagonisti bensì la natura in una sua esaltazione, depositaria per eccellenza della bellezza in senso assoluto.

Roma – Via degli Ausoni, 7 – ex Pastificio Cerere fino al 6 aprile 2019 con ingresso gratuito

 

Kiribati – Mostra di Antonio Fiorentino a Roma Fondazione Pastificio Cerere

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Sedimenti, si accumulano nei fondali, detriti su detriti, costruzioni su costruzioni e, se nel passare del tempo si è distrutto, ora è arrivato il momento di recuperare, di reagire e di modificare la nostra quotidianità.

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L’opera personale dell’artista Antonio Fiorentino viene realizzata dopo il suo soggiorno avvenuto nell’estate del 2018, nelle isole Kiribati. Una serie di 33 isole sparse in Oceania. Kiribati si trova sulla linea internazionale del cambio di data ed é il primo stato a salutare la nuova alba, il nuovo giorno, il nuovo anno: in qualche modo si può dire che “sia nel futuro. Ma il futuro di questo paese è apocalittico perché rischia di scomparire per sempre nell’arco di pochi decenni, poiché l’innalzamento del livello dei mari causato dal riscaldamento globale, sta sommergendo a poco a poco il territorio delle isole”. La linea del tempo a Kiribati perde il suo confine, permette distorsioni che hanno portato l’artista “viaggiare nel tempo” in una dimensione sospesa e indefinita, casuale, in un continuo rimando volto a valutare la prospettiva a seconda della direzione percorsa. Fiorentino è un poeta, perché sa raccogliere emozioni, entusiasmi che sanno di mare, di sole, di sale, di vento, di canti antichi e d’infinito azzurro.

Il 15 aprile alle ore 19,00 sarà presentato in anteprima il video dal titolo “Kiribati” realizzato dallo stesso artista sull’isola.

Roma – Via degli Ausoni, n.7 fino al 19 luglio 2019 con ingresso gratuito

 

“Ricordi?”- Film di Valerio Mieli con Luca Marinelli e Linda Caridi nelle sale dal 21 marzo 2019

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il tempo, che va, che viene e che torna. Una storia d’amore a tre, un film bello e riuscito sulla scena dei ricordi personali in un mondo utopistico. Un vecchio adagio popolare vuole che i ricordi siano legati ai torti subiti. per tutti sia per quelli che ricordano il passato con ottimismo, che per gli altri che invece lo ricordano solo legato ad episodi di dolore e di sofferenza.

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Nella pellicola “Ricordi?”, per la seconda regia di Valerio Mieli, lei, ottimista, interpretata da Linda Caridi, incontra un lui, Luca Marinelli, pessimista, ed insieme vivono una bella storia d’amore sia pure portandosi dietro il fardello delle proprie angosce, perché è l’angoscia del ricordare che li accompagna sempre anche nei momenti felici.

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Il tempo, che si vuole “buon medico” nel sanare i ricordi, specie quelli brutti, gioca un brutto scherzo ai due giovani invertendo i relativi stati d’animo, portandoli così ad una inevitabile separazione. Entrambi tenteranno d’immedesimarsi nell’altro sia nel vedere quanto nel comprendere a parti invertite quanto avvenuto nella loro relazione.

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Questo dovrebbe essere la spinta per una riappacificazione che lo spettatore è invitato a immaginare sulle note della bellissima colonna sonora che magicamente si animano prendendo forma visiva anche per porre un lieto fine a questa storia d’amore.

Scappo a Casa – Film con Aldo Baglio per la regia di Enrico Lando nelle sale dal 21 marzo 2019.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

L’eterno dilemma dell’essere o dell’avere è al centro del film “Scappo a casa” sia pure riproposto in chiave attuale con finalità e aspettative proprie dei nostri giorni.

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Michele, abile meccanico in un garage frequentato da VIP, magistralmente interpretato da Aldo Baglio, è, come scrive lo stesso Aldo nel presentare il suo personaggio: “un uomo superficiale, vive di apparenza, disprezza tutto ciò che è diverso dal suo mondo. L’unica cosa che lo stimola è il mantenimento dei suoi status symbol: forma fisica, belle auto, belle donne.” Un viaggio a Budapest per conto del titolare del garage che gli mette a disposizione un ultimo modello di super sportiva, lo mette a dura prova facendogli vivere esperienze di vita molto diverse da quella vissuta fino allora che, lentamente, lo porteranno a scoprire un Michele sconosciuto, che sa mettersi in gioco a tal punto da effettuare un radicale cambiamento di vita molto diversa e che gli darà anche maggiori soddisfazioni e stimoli, fino a pochi giorni prima, sconosciuti e bistrattati. Come affermato nel film: “solo gli imbecilli non cambiano mai idea” e Michele, oltretutto, è anche una persona intelligente.

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“Scappo a Casa”, come presentato in conferenza stampa, “è una storia d’incroci inaspettati e sentimenti fortissimi, raccontata attraverso la grande comicità e la stralunata delicatezza umoristica che caratterizza da sempre la vena esilarante di Aldo”.