VI^ Edizione del festival ideato e diretto da Vinicio Capossela “SPONZ FEST 2018 SALVAGG’ –Salvataggi dalla mansuetudine” che coinvolge le terre dell’Irpinia dal 21 –26 agosto con un’Anteprima il 19 agosto

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

“SALVATICO È COLUI CHE SI SALVA”

LEONARDO DA VINCI

Come avvenuto nelle precedenti cinque edizioni anche questo SponzFest 2018 è un festival itinerante  che coinvolge vari Comuni irpini. Infatti quelli interessati in questa edizione oltre Calitri, che essendo la patria di Vinicio Capossela, anima e ideatore di questa rassegna, è  anche il punto di riferimento, sono Lacedonia, Morra De Sanctis, Cairano, Sant’Angelo dei Lombardi e Villamaina.Ciascun Comune è chiamato a mettere in campo quanto di meglio può offrire in termini di ospitalità ed eccellenze sia enogastronomiche, come i caciocavalli di Calitri, sia culturali come nel caso di Sant’Angelo dei Lombardi con l’Abbazia del Coleto che ospiterà alcuni concerti inseriti nel nutrito programma dell’intera rassegna.

alta-valle-irpina-04Sant’Angelo dei Lombardi (AV): Ingresso alla Abbazia del Goleto con in primo piano l’avancorpo del fabbricato dove é stata ubicata una foresteria con  otto camerette per gli ospiti.

L’Abbazia del Goleto, poco distante dal centro abitato di Sant’Angelo dei Lombardi, fu voluta nel 1133 dall’eremita Guglielmo da Vercelli in una via obbligata sui percorsi che conducevano a Manfredonia in Puglia e da lì in Terrasanta. Proprio il bestiario di questa Abbazia ci aiuta a   interpretare l’intestazione di questo festival “SALVAGG’ – Salvataggi dalla mansuetudine”. Sul muretto terminale della scala che conduce alla cappella dell’Abbazia è stato scolpito il serpente che dopo aver tentato Eva ed aver provocato la cacciata dal paradiso terrestre – certamente uno dei temi raffigurati nel ciclo pittorico all’interno del luogo sacro – esce e si dirige all’esterno con il preciso intento di offrire le sue tentazioni alla popolazione del circondario.

alta-valle-irpina-07                                 Sant’Angelo dei Lombardi: Abbazia del Coleto – Il serpente tentatore con in bocca il frutto proibito.

Le parole di Vinicio Capossela offrono un ulteriore elemento chiarificatore:” Una peste percorre la società contemporanea: l’ammansimento. La bestia educata a venire sotto la mano. Siamo ammansiti dalla impossibilità, dalla frammentazione del lavoro, dal ricatto del precariato. Isolati e connessi nell’individualismo collettivo e masturbatorio delegato alla rete. Veniamo sotto mano ma in cambio di cosa? Sponz Fest 2018, sviluppa il doppio tema del selvaggio, del salvamento, della salvazione, e quello del selvatico in opposizione al mansueto. Terra di selve, di animali e uomini di indole selvatica, come le faine, le volpi e i lupi dell’immaginario totemico locale, temi presenti e condivisi anche nei bestiari delle abbazie.L’Irpinia prende il suo nome dall’Hirpos, il lupo nella lingua osco sannita. Un Festival per sfasciarsi dall’idiocrazia. Per praticare la fierezza, a partire dalla fiera non domesticata che è in noi. Per salvarsi inselvatichendo”. Grazie a questi principi lo Sponz Fest non è un festival tradizionale, pensato cioè come una vetrina per il consumo estetico irreggimentato dentro un programma fisso, quanto piuttosto un evento di eventi pensato per fare esperienza di sé e degli altri, per indagarsi e indagare, magari per rendersi perplessi attraverso lo sconfinamento, l’attraversamento dei limiti che ci confinano. Quest’anno forse più delle edizioni precedenti il tema che fa da cornice alla varietà degli eventi è infatti proprio il Limite per eccellenza, quello antropologico, che da una parte ci separa dagli altri animali e dall’altra ci separa da noi stessi in quanto animali; insomma, che ci separa dalla nostra selvatichezza per confinarci, mansueti, nella nostra civiltà capitalista.

A rappresentare questi principi nello Sponz 2018 sono stati chiamati i rappresentanti del popolo Mapuche, che inaugureranno lo Sponz il 21 agosto con una cerimonia di canti e danze propiziatorie. Popolo originario che abita il sud del Cile e Argentina, protettori della Patagonia, i Mapuche sono gli unici indigeni i cui territori sono stati riconosciuti dai conquistatori europei come “nazione”proprio per non essere mai riusciti a conquistarli e che ancora oggi conservano le loro tradizioni e i loro costumi millenari. Saranno allo Sponz per l’intera settimana con i loro riti ancestrali, le musiche e le danze collettive, la preparazione del cibo e la medicina naturale: un autentico programma nel programma. La cerimonia Mapuche sarà il rito perfetto che precederà “In-Trance”, un grande tributo ad Antonio Infantino, alla sua musica e al suo pensiero con Ago Trance e i Tarantolati di Antonio Infantino, le figlie del maestro recentemente scomparso Victoria, Katrine e Kristina e la partecipazione di Daniele Sepe.p (4)                           Mapuches ospiti a Calitri dello SponzFest 2018. Foto courtesy dell’Ufficio Stampa GDG press

Un set di percussioni e voci di musica elettronica ed altre esperienze legate allo stato di trance, elevazione, estasi, dialogo con la natura, rotazione, pitagorismo, campi d’indagine che hanno accompagnato tutta l’esistenza del Maestro. L’omaggio si chiuderà con la proiezione notturna di The Fabulous Trickster,il docufilm di Luigi Cinquesu e con Antonio Infantino.

Il programma prevede un’anteprima il 19 agosto con Michela Murgia e Marco Aime. La prima alba dello Sponz Fest 2018 verrà salutata come da tradizione da un concerto che guarda a Oriente. Per questa edizione sarà il turno di A Hawk and A Hacksaw, duo americano affascinato dall’est Europa e dalla natura selvatica. Fra gli appuntamenti principali di una settimana sponzante e dionisiaca, il concerto di Angelo Branduardi con un ensemble di musica antica guidato da Giovannangelo De Gennaro del 22 agosto, una versione particolare del celebre album del 1996 “Camminando Camminando”.

Il giorno seguente, 23 agosto, sarà invece la volta di Music for Wilder Mann, spettacolo musicale e visivo di Teho Teardo con la straordinaria partecipazione del fotografo Charles Fréger, autore di un progetto fotografico (pubblicato poi in volume) dal titolo Wilder Mann,la figura dell’uomo selvaggio, risultato di una ricerca sulla tradizione, comune a molti popoli europei, di travestirsi da animali per celebrare antichi riti pagani. Torna per il secondo anno consecutivo, stavolta in veste di musicista, Massimo Zamboni, chitarrista e co-fondatore dei CCCP fedeli alla linea prima e dei CSI dopo, oltre che scrittore.

Il 24  agosto Tifiamo Rivolta sarà un viaggio – in compagnia di amici di vecchia data come Erik Montanari, Cristiano Roversi, Gigi Cavalli Cocchi e soprattutto dell’impareggiabile Artista del Popolo Danilo Fatur–nel presente e nel passato dell’artista emiliano, reduce dal successo del progetto di teatro musicale I Soviet + lElettricità e dell’omonimo album appena uscito. In scaletta, il repertorio dei CCCP, dei CSI insieme ai brani della carriera da solista di Zamboni. Dopo Zamboni, sarà la volta di Alfio Antico, con un progetto che unisce arcaicità a psichedelia.

Momento clou dello Sponz Fest 2018, la Notte Selvaggiadel 25 agosto. Ad aprire le cerimonie della Notte Selvaggiasarà lo stesso Vinicio Capossela in nta la Cupa” concerto/rappresentazione nel luogo della leggenda da cui prendono il nome le canzoni della cupa, in compagnia di Mimmo Borrelli una delle voci più originali e profonde del teatro contemporaneo. La presentazione offerta dallo stesso Vinicio Capossela offre uno spaccato ancor più significativo: “Cupa è la zona d’ombra, la zona selvatica, il labile confine tra la luce della contemporaneità e il buio della storia pregressa. Il confine tra i vivi e i morti, tra la realtà e la verità inconoscibile. Questo è stato per me la cupa, e in questo mondo di mezzo sono nate le canzoni della cupa, cominciate nel 2003 e pubblicate nel 2016. Il 25 agosto l’atto finale… la loro rappresentazione nel luogo del toponimo…le note, le voci e i canti sparsi nel declivio scavato dal fiume Cortino. Un terreno discendente che fornirà l’anfiteatro per la scenografia naturale del sentiero della Cupa”. Ad accompagnare gli sponzati nella seguente processione, le creature ibride uomo-animale: i Rumiti, maschere ancestrali del Carnevale di Satriano di Lucania che richiamano lo spirito dei boschi della Basilicata; i Merdules, le maschere sarde di Ottana che svelano tracce evidenti degli antichi culti del Mediterraneo arcaico, su tutti il culto della fertilità; e i diavoli dei Krampusdi Canazei (Tn) che secondo la tradizione, durante le serate del 5 e 6 dicembre, hanno la funzione di accompagnare San Nicolò nella consegna dei doni ai bambini. E prima della consueta cerimonia all’alba dei Mapuche, a notte fonda, il concerto del misterioso Vurro, polistrumentista spagnolo, uomo dal cranio di vacca circondato da strumenti infuriati. Come sempre, i linguaggi dell’arte saranno di casa nella sezione SponzArti, ideata da Mariangela Capossela e curata insieme a Tommaso Evangelista, che quest’anno avrà il titolo Selvaggio io o selvaggio tu?e si articolerà attraverso quattro appuntamenti/percorsi accomunati da un approccio multidisciplinare (scienze umane, teatro, opere d’arte pubblica) teso a riflettere sui concetti di confronto, alterità, egemonia, questione meridionale, rapporto fra colonialismo e capitalismo. Attraverso questi temi SponzArti incrocerà le attività della Libera Università per Ripetenti in una serie di incontri con alcuni docenti e artisti, presenterà uno spettacolo teatrale e le creazioni artistiche selezionate dal bando che ha coinvolto i richiedenti asilo e i migranti di quattro centri SPRAR irpini e proietterà a ciclo continuo per tutta la settimana The couple in the cage, video del 1993 che documenta un’opera d’arte performativa degli artisti Coco Fusco(Cuba-Usa) e Guillermo Gomez-Peña (Messico-Usa), realizzata durante l’anno di celebrazioni del cinquecentenario della scoperta dell’America Dopo lo straordinario successo della scorsa edizione, tornano anche gli incontri e le lezioni della Libera Università per Ripetenti che quest’anno propone i corsi di “controaddomesticamento. Fra attualità, archeologia e politica, una serie di incontri con docenti universitari, percorsi di mitologia e astronomia, azioni sciamaniche, tavole rotonde per restare diversamente selvaggi e aperti ad altri flussi culturali, al valore delle differenze. E ancora durante la settimana gli imperdibili appuntamenti con lo sponzamento al Ballodromo di Piazza Giolitti con lOrchestrina di Molto Agevole, Kembo & Calitri Popolare –’e l’indimenticabile band protagonista della storia del beat italiano I Corvi.  Animeranno le serate di questo ballo dromo del 23 agosto: Wild Trinacria, Marcello Fontecon Skunkiuruti Bande Le Matrioske, la Wild Hirpos con il siciliano Alfio Antico, il tamburo più selvaggio della Trinacria, accompagnato al marranzano dall’armonica da Giuseppe Milicie alla chitarra da Francesco Buzzurro, la Scuola di Tarantella Montemaranese e la quadriglia irpina dellimmancabile Tonuccio Bi-Folk; il 24 agosto, infine, The Wildest, il tributo a Luis Prima dei The Good Fellas gangsters of swing, preceduto dall’esibizione della Banda della Posta. Ogni sera in località segrete i Voltaggi Selvaggi, i set di musica elettronica curati da Angelo Martin Maffucci, e le performance musicali e le degustazioni “In the grotto”fra i vicoli del centro storico di Calitri, nella straordinaria scenografia delle grotte di Calitri.

Calitri Borgo-CastelloIl tutto insieme a performance di A Hawk and A Hacksaw, Mickey Kenney, Peppe Leone, in una sfida con il ciclope Alfio Antico,e poi la grotta della “cumversazione” dove il vino di botte farà intonare la tradizione del sonetto calitrano. E infine gli spettacoli spontanei che sempre animano il labirinto dei vicoli, che restano la parte più indimenticabile del Fest.Evento unico sarà invece il 24 agosto Selvaggina, rassegna di musicisti emergenti del territorio curata da Virginio Tenore. Un’attrattiva in più è offerta durante i giorni del Fest, dalla linea ferroviaria di interesse storico Avellino Rocchetta, riattivata per l’occasione; nonché dalle escursioni in bici di Bici-Sponziamoci, i laboratori e i giochi selvaggi per grandi e piccini, le escursioni curate da Irpinia Trekking.Lo Sponz Fest 2018 si chiuderà il 26 agosto nella straordinaria cornice dellAbbazia del Goleto a SantAngelo dei Lombardi con il pianista e compositore Stefano Nanniche dirigerà l’orchestra degli allievi del conservatorio di Avellino nel concerto Requiem per animali immaginari, con la voce narrante dello stesso Capossela. Il concerto sarà l’atto finale di un’ultima giornata molto intensa che  nella splendida cornice del casone di Montevaccaro di Lacedonia,  offrirà una esperienza di unione tra cibo e musica. Il confronto antichissimo tra natura e cultura nella preparazione di un piatto che unisce culture migranti e la musica senza tempo di uno speciale camminatore in musica, Giovannangelo De Gennaro. A seguire la perfomance di Sponz Arti, versione sperimentale de “La tempesta” .

Per maggiori informazioni turistiche visionare il sito web www.sponzfest.it,  per possibilità di accoglienza sito web www.irpiniaturismo.it – oppure contattare  via e.mail info@irpiniaturismo.it  –  tel. O827.69244.-

 

 

 

 

La città di Pesaro accoglie la XXXIX Edizione del Rossini Opera Festival 2018 “ROF 2018”

Donatello Urbani

Il programma di questa 39^ edizione coincide con le solenni Celebrazioni del 150esimo anniversario della morte di Gioachino Rossini. Proprio per questo il Rossini Opera Festival ha deciso di presentare un programma di particolare impegno produttivo ricco di novità. Le tre opere principali in cartellone, dall 11 al 23 di agosto, sono tutte nuove produzioni (Ricciardo e Zoraide, Adina e Il barbiere di Siviglia); ad esse si aggiungono la Petite messe solennelle, Il viaggio a Reims dei giovani dell’Accademia Rossiniana Alberto Zedda e numerosi altri concerti, recital e conferenze. Completa il cartellone Il viaggio a Reims dei giovani dell’Accademia Rossiniana (direttore Hugo Carrio, regia Emilio Sagi); i concerti di Lisette Oropesa, Eleonora Buratto, Michele Pertusi e Carlo Lepore; la serata dedicata alle Grandi scene rossiniane, con Nicola Alaimo introdotto da Remo Girone, diretta da Michele Spotti; il Cabaret Rossini ideato e diretto da Filippo Crivelli, con Massimo Ranieri, Antonio Ballista al pianoforte e le voci di Anna Bonitatibus, Sofia Mchedlishvili, Ruzil Gatin e Daniele.

20180810_092635                                                      Pesaro: veduta dell’edificio destinato ad accogliere il Museo Rossiniano

Appropriate in proposito le parole del Sovrintendente del ROF Ernesto Palacio: “Il catalogo rossiniano completo consta di 39 opere: 38 sono state rappresentate al Rossini Opera Festival, manca Eduardo e Cristina la cui edizione critica è al momento in fase di preparazione e sarà pertanto possibile programmarla in una delle prossime edizioni del Festival. Pensiamo che tutte le opere di Rossini meritino la nostra attenzione e così la nostra programmazione cerca ora di proporre titoli meno eseguiti. Già l’anno scorso con Le siège de Corinthe, La pietra del paragone e Torvaldo e Dorliska abbiamo reso merito a opere che erano state rappresentate in una sola occasione. Quest’anno proseguiamo proponendo tre nuove produzioni. Ricciardo e Zoraide e Adina, mentre abbiamo ritenuto che per le Celebrazioni rossiniane fosse opportuno programmare anche l’opera più rappresentativa di Rossini, Il barbiere di Siviglia. Nel 2019, invece, programmeremo per l’edizione del quarantennale del Festival due nuove produzioni: Semiramide, diretta da Michele Mariotti e messa in scena da Graham Vick, e L’equivoco stravagante, per la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier (al debutto a Pesaro) e la direzione di Carlo Rizzi. Terzo titolo in cartellone la ripresa del rarissimo Demetrio e Polibio di Davide Livermore, visto al ROF nel 2010, diretto da Paolo Arrivabeni.” .” A seguire l’intervento di Gianni Letta, presidente designato della Fondazione Rossini che  ha ricordato: “Sono trentanove anni che la Fondazione Rossini e il Rossini Opera Festival lavorano fianco a fianco. A Pesaro, per opera di studiosi che non saranno mai sufficientemente ringraziati, abbiamo avuto l’ardire di pensare che un solo secolo fosse un tempo troppo stretto; che oltre l’800, di cui Rossini accompagnò lo scorrere per un lungo tratto, anche il ’900 e poi il nuovo millennio dovessero essere illuminati dalla sua grandezza; che ciò che rischiava di essere dimenticato, ed effettivamente lo fu, andava riscoperto; che ciò che rischiava di essere banalizzato e corrotto andasse riportato alla purezza di architetture immortali. Ecco dunque che nel mezzo di scoppiettanti e plurime iniziative che arricchiscono l’anno in cui il mondo celebra il 150° dalla morte, la Fondazione Rossini e il Rossini Opera Festival stanno lì, al centro, come due pilastri a reggere assieme la scena, come solidi tralicci su cui salgono gli acrobati per poi lanciarsi in meravigliose evoluzioni.”

20180810_092504                                                                     Pesaro: Ricostruzione digitale di una sala del PalaScavolini

Ha chiuso l’incontro il sindaco di Pesaro Matteo Ricci: “Il 2018 è l’anno rossiniano per eccellenza, perché segna i 150 anni dalla morte del compositore. L’anniversario è così diventato momento strategico per la promozione del ‘sistema cultura Italia’ nel mondo, promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali, sostenuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero degli Affari Esteri. Il piano eventi è articolato e vede in campo – accanto al Comune – il Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei Centenari Rossiniani, il Comitato Promotore delle Celebrazioni Rossiniane, ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e Amat (Associazione Marchigiana Attività Teatrali). Nel fitto calendario di eventi, spicca una serie di concerti tenuti presso le ambasciate e gli Istituti italiani di cultura di tutto il mondo dai cantanti ex-allievi dell’Accademia Rossiniana. Le celebrazioni per il 150° lasceranno un segno tangibile nella geografia urbana di Pesaro: un nuovo museo dedicato a Rossini e alla Musica a Palazzo Montani Antaldi, nel cuore del centro, da inaugurare entro il 2019. Sempre nello stesso anno sarà inaugurato il nuovo Pala Scavolini, auditorium da duemila posti frutto del restauro del PalaFestival ove il ROF ha messo in scena le sue opere sino al 2005.”

Rossini Opera Festival 61121 Pesaro – Italia / Via Rossini, 24 • Tel. 072138001 / Fax 0721.3800220 www.rossinioperafestival.it • e-mail: rof@rossinioperafestival

Musicology – Un nuovo lifestyle per entrare nel mondo della mixology San Pellegrino

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Cocktail ed estate sono un’accoppiata vincente.  Un ottimo abbinamento è proposto dalla San Pellegrino con alla base i quattro prodotti di punta di questa nota marca di bibite: Limonata, Aranciata amara, Acqua brillante e Perrier.                    dav

Il progetto musicology, a sostegno di questa iniziativa, prevede quattro eventi da tenersi in quattro diverse località, l’ultimo della serie il 25 luglio p.v., dove verranno proposti quattro diversi cockteil: Bixio con Campari Bitter, Gin e Aranciata Amara; Pretty Neat con Jak Daniel’s, Triple Sec, Limone e Limonata; Lizzy the First con Mojito, Passion Fruit e Perrier; Jaipu con Gin, Cardamomo e Acqua Brillante. In alternativa e abbinati nella stessa serata sono stati previsti: Twentysix con Vodka, Cranberry e Aranciata Amara; Mungo con Mezcal, Lime, Mango e Limonata; Diego Duran con Tequila, Lime, Pompelmo e Perrier; Quing con Vodka, Lime, Lychees e Acqua Brillante.

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L’incontro romano che ha avuto per protagonista l’Aranciata Amara, si è tenuto il 18 luglio scorso al The Sanrtuary in Via delle Terme di Traiano ed ha ottenuto un ottimo riscontro da parte del numeroso pubblico presente in questo hub creativo full service fra i più noti e innovativi presenti nella nostra città.

Info: info@piublusolutions.it, tel. 06.58300106 – #musicology

Umbria Jazz 2018 con un’Edizione speciale con grandi eventi

Redazione della testata

Questa edizione giunge per la 45/esima volta a Perugia dal 13 al 22 luglio “con una edizione speciale per qualità di proposte, eterogeneità di scelte artistiche, presenza di grandi personalità del mondo della musica. È l’edizione con cui il festival intende dare concretezza al riconoscimento di manifestazione di rilevanza nazionale che l’anno scorso è stato sancito con una legge dello Stato”, come scrivono gli organizzatori dell’ omonima Fondazione. Identica alla precedenti edizioni è la la formula sia per i concerti a pagamento che si terranno nelle tre sedi principali: l’Arena Santa Giuliana, main stage dal 2003, per i grandi eventi in prima serata, preceduti da una performance nel Restaurant Stage a partire dalle 19,30; il teatro Morlacchi per i concerti jazz del pomeriggio, serali e ’round midnight; la Galleria Nazionale dell’Umbria per le performance di mezzogiorno nella Sala Podiani. Quest’anno si aggiungono anche i concerti aperitivo e quelli serali in un locale del centro storico, Umbrò, mentre ritornano le jam sessioni notturne, a partire dall’una, che si svolgono nel ristorante da Cesarino. Confermati gli appuntamenti enogastronomici a pranzo e cena alla Bottega del Vino (tutti i giorni) e a pranzo alla Taverna (solo sabato e domenica). Due, come da tradizione, le location per gli eventi gratuiti all’aperto: Piazza IV Novembre (in quarantacinque anni di storia, l’unico palco sempre presente: se si deve scegliere una immagine che racconti questa storia, è il palco in Piazza IV Novembre) e i giardini Carducci, ma tutto il centro storico di Perugia è coinvolto grazie alle due street parade quotidiane dei Funk Off. Un capitolo importante del lavoro di Umbria Jazz è la creazione di opportunità per i giovani musicisti. Naturalmente parliamo delle Clinics tenute in collaborazione con il Berklee College of Music di Boston che si svolgono a Perugia da trentatré anni e che permettono di studiare ai circa duecento iscritti (divisi in diverse classi) la musica nei suoi diversi aspetti con un metodo didattico che non ha eguali al mondo.

Quincy Jones                                                                                                           Quincy Jones

Aprirà la rassegna un’autentica leggenda della musica jazz: Quincy Jones che per l’occasione festeggia l’ottantacinquesimo compleanno nella serata inaugurale (13 luglio) all’arena Santa Giuliana.  Nei giorni successivi si alterneranno nei vari palcoscenici grandi artisti in una grande rassegna che non è solo l’esaltazione della musica, bensì presenta tutti i connotati di di un evento culturale di livello internazionale come attesta anche il concerto di chiusura del 22 luglio con melody Gardort e Gregory Porter insieme all’Umbria Jazz Orchestra.

Perugia: Fondazione Umbria Jazz – 06122 Perugia Piazza Danti, n.28 – Tel.+39.075.5732432 – e.mail info@umbriajazz.com – box office per acquisto biglietti on line www.umbriajazz.com

 

ETERNAL CITY. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects

Testo e foto di Donatello Urbani

L’archivio fotografico del Royal Institute of British Architects (RIBA), ordine professionale che  promuove l’educazione alla qualità dell’architettura, fondato nel 1834 a Londra, conserva nel suo archivio fotografico ben 1,7 milioni di immagini. Un nutrito numero di queste  fotografie, opera di fotografi prevalentemente inglesi, salvo  alcune immagini dei fondi dell’Architectural Press Archive, sono state scattate in territorio italiano con una particolare attenzione alla città di Roma.

20180628_105911 Monica Pidgeon: “Tempio di Vespasiano” – 1961. La strada cuttadina che attraversava i Fori fu eliminata alcuni anni dopo.

Quelle selezionate per questa  mostra dal titolo “Eternal City. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects”,  esposte nella sala Zanardelli del Vittoriano fino al 28 ottobre 2018,  privilegiano uno sguardo ampio e scrupoloso al dettaglio archeologico come al paesaggio, passando per la scala intermedia dell’architettura della nostra città. Come è stato rilevato nel corso della conferenza stampa di presentazione della rassegna, Roma possiede non uno, bensì mille volti, che si riflettono nel Tevere e nelle cupole al tramonto, identità distinte che talvolta si contraddicono e altre si sovrappongono, stratificandosi e costruendo una maglia fitta di episodi.

20180628_111314                                                      James Anderson: “Il Tevere con San Pietro e Csatel Sant’Angelo” -1870 circa

Scrivono in proposito  i curatori: “Da sempre Roma attrae l’interesse degli artisti e dei viaggiatori, che nel corso dei secoli ne hanno interpretato i monumenti e l’immagine complessiva”. Gran parte degli autori delle fotografie erano pittori/fotografi che sistemarono le macchine fotografiche negli stessi luoghi che offrivano panorami e scorci di vita vissuta validi anche per opere pittoriche.

20180628_111621                                                                                      Monica Pidgeon: “Stazione Termini” – 1961

L’iconica scalinata di Trinità dei Monti da via dei Condotti o, caso ancor più paradigmatico, il Foro, sono sostanzialmente ripresi con minime varianti su quelle che sarebbero state le scelte compiute da un pittore. Per quanti hanno la memoria storica di quella Roma scomparsa  presente nelle fotografie esposte,  l’intero percorso espositivo che occupa anche gli spazi di recente apertura,  si tingerà di nostalgia, per i più giovani invece avrà un sapore romantico; su tutti i visitatori, di rimando, specialmente per quanti hanno Roma nel cuore, contribuirà a rafforzare  il vincolo che li lega alla loro “eternal city”.

20180628_110939               Complesso del Vittoriano: Spazi espositivi nella sala Zanardelli recentemente inaugurati ed aperti al pubblico

Roma, Monumento a Vittorio Emanuele II – Il Vittoriano –  Sala Zanardelli – Piazza dell’Ara Coeli fino al  28 ottobre 2018 con ingresso gratuito. L’esposizione, promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è inserita nell’ambito di Artcity Estate 2018

NUGO, Il nuovo modo di viaggiare

Donatello Urbani

Una app scaricabile sul telefono portatile rende possibile acquistare soluzioni di viaggio integrando e combinando diverse modalità di trasporto alla quale hanno aderito circa 400 vettori con corse e orari, di cui 50 già acquistabili. In una settimana, la prima in cui è stato divulgato, si sono registrati 14mila download dagli store Android e iOS, grazie anche all’assistenza fornita ai viaggiatori attraverso nugo magazine, la rivista travel digitale in italiano e inglese. Nugo, pronunciata niugo alla maniera inglese, si presenta come la start up che favorisce la mobilità collettiva integrata “door to door”, semplificando la pianificazione del viaggio proponendo mezzi di trasporto pubblici, collettivi e condivisi in tutta Italia. Da oggi treni, metropolitane, autobus, traghetti, car e bike sharing, taxi, oltre a prenotare la sosta dell’auto nei parcheggi delle stazioni ferroviarie sono alla portata di un semplice contatto sul proprio telefono portatile.

IMG_20180621_205519                                                                                       Foto: courtesy Mariagrazia Fiorentino

E’ sufficiente impostare un account e tutto è a portata di mano  nell’insegna dello stretto ed unico rapporto tra viaggiatore e vettore con la preclusione di qualsiasi intervento da parte di altri che non siano stati richiesti con l’account. Certamente il problema dell’esclusività e segretezza della transazione se lo sono posto anche i promotori della app e dai contatti avuti sembra che il sistema offra tutte le maggiori garanzie di sicurezza e riservatezza anche alla luce di quanto accaduto in questi ultimi tempi. Tutto questo è stato confermato anche dalle dichiarazioni di Gianluigi Castelli, Amministratore Delegato di nugo: “nugo ha un obiettivo ben definito: rendere gli spostamenti più comodi e facili, grazie alla possibilità di acquistare con un’unica transazione tutti i biglietti del proprio viaggio, e migliorare l’esperienza dei viaggiatori. Siamo impegnati per espandere il numero di aziende di mobilità e trasporto presenti a bordo di nugo, per offrire così itinerari sempre più completi e competitivi. Vogliamo dimostrare che si può lasciare a casa l’auto privata, a beneficio non solo della travel experience dei passeggeri ma anche dell’ambiente.”

Campus Peroni – La birra con malto italiano al 100% entra a pieno titolo fra le eccellenze nazionali.

Testo e Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Dalla collaborazione tra la Birra Peroni, Crea – Centro per la ricerca in agricoltura- e le Università di Firenze, Perugia, Teramo e della Tuscia, è nato Il Campus Peroni, istituzione indirizzata all’industria birraria per la promozione della cultura della qualità e della sostenibilità in campo agricolo e cerealicolo in particolare.

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Tiene a precisare Federico Sannella, Direttore delle relazioni esterne della Birra Peroni: “L’orzo distico dal quale deriva il malto, elemento principe nella nostra produzione di birre, è prodotto da oltre 1.500 agricoltori su circa 17.000 ettari di campi coltivati ad orzo biologicamente nelle regioni Umbria, Lazio, Marche, Toscana, Molise, Abruzzo, Friuli, Campania e Puglia. Il nostro intento è offrire una piattaforma per fare squadra tra industria e agricoltura con la collaborazione di centri di ricerca ed istituzioni universitarie. La buona qualità ottenuta consente alle nostre birre di essere le preferite dai consumatori in tutto il mondo. Le nostre attenzioni sono rivolte tanto al miglioramento delle qualità, quanto alla maggiore sostenibilità nelle coltivazioni ed alla comunicazione agli agricoltori per una precisa attuazione nelle lavorazioni sul campo. A tutto questo fa riscontro il nostro impegno verso i consumatori in modo da consentire loro di avere una precisa tracciabilità sull’etichetta dell’orzo 100% italiano utilizzato nella produzione delle nostre birre.”

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La nuova bottiglia che al momento affiancherà il classico “Peroncino” avrà pertanto una nuova etichettatura con la dizione “Malto 100% italiano” e  metterà in risalto il marchio che si richiama a quello utilizzato nel 1846 da Giovanni Peroni. Nel corso dei vari interventi succedutesi alla presentazione del Campus Peroni è stata data particolare attenzione a questo modello virtuoso di stretta collaborazione tra ricerca, formazione e produzione, agricola e industriale, che consente di guardare con fiducia all’agroalimentare del futuro in modo da renderlo replicabile anche in altri settori. In perfetta sintonia sono state le parole della Sottosegretario di Stato On.le Alessandra Pesce, che ha affermato: “Vogliamo creare le condizioni per facilitare progetti di questo tenore per gli evidenti risvolti ambientali, sociali ed economici per la nostra agricoltura”.

I Bus Rossi di City Sightseeing e Make A Wish Italia insieme per regalare un sogno ai bambini affetti da gravi malattie.

Testo e foto di Donatello Urbani

Il feeling che unisce City Sightseeing e Make A Wish Italia non é certo quello della condivisione in lingua inglese dei loro nomi. Il 29 aprile scorso sono andati ben oltre e con un’azione comune, un euro per ogni viaggiatore sui Bus Rossi della Società City Sightseeing che accompagnano in 10 città italiane i turisti alla scoperta dei luoghi e monumenti più significativi, integrati da contributi volontari di dipendenti, hanno raccolto la considerevole somma di ben 12 mila euro. L’azione in se stessa, oltre ad essere altamente meritoria, è di quelle che non possono essere ignorate in quanto diretta a favore di bambini affetti da gravi malattie per regalare loro un sorriso e appagare un loro desiderio, sperando che non sia l’ultimo, che rappresenti una pausa e spezzi, sia pure per un giorno solo, la loro lunga catena di sofferenze e dolori. Make A Wish Italia è un’organizzazione No Profit nata nel 2004 con lo scopo di realizzare i desideri di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni di età affetti da gravi patologie. E’ Sune Frontani, Direttore Generale e Cofondatrice di Make A Wish Italia, a presentare le finalità della organizzazione: “Il valore di un desiderio è enorme: un sogno esaudito fa capire che nulla è impossibile e ha il potere di migliorare la qualità della loro vita. Infatti specifiche ricerche hanno dimostrato che le emozioni positive che ne derivano generano concreti benefici per i bambini malati e le loro famiglie: l’89% dei bambini diventano emotivamente più forti,, l’81% dei genitori affermano che i bambini affrontano meglio le terapie, e il 98% delle famiglie torna a sentirsi di nuovo una “famiglia normale” (fonte Wish Impact Study Result, March 2011 – MAV America). A conferma della sua serietà, nel 2017 ha destinato l’82% delle proprie spese alla realizzazione dei desideri dei bambini. Make A Wish Italia è affiliata a Make A Wish International, una delle organizzazioni più note  al mondo presente in 50 paesi, con 40 affiliate, 40mila volontari e 415mila desideri realizzati. Dalla sua fondazione Make A Wish Italia ha realizzato ben 1820 desideri di bambini malati di cui 4 nell’anno corrente”.

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La consegna dell’assegno di  €.12.000,00, cifra record mai raggiunta nelle precedenti tre edizioni, è avvenuto nella sede romana di City Sightseeing con una semplice e significativa cerimonia nel corso della quale Fabiola Cilia ha dichiarato: “Siamo fieri di aver compiuto per il 4° anno un azione di solidarietà ai bambini meno fortunati di altri  e  per quanti hanno attraversato questa dolorosa esperienza rappresenta un gesto di grandissima importanza”.

TIVOLI CHIAMA! – IL FESTIVAL DELLE ARTI – 4° edizione. Dall’8 luglio al 4 agosto 2018

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

E’ una grande rivoluzione culturale, sociale, economica che grazie all’impegno di tutti è già intorno a noi. La strada è lunga e il lavoro di ognuno porta i suoi frutti. Anche sul piano della formazione è importante creare una rete unica con un progetto condiviso e organizzato. Perché la vacanza non è fatta solo di qualche mezza giornata trascorsa in un museo, ma di un soggiorno in albergo, di una cena in ristorante o una passeggiata nelle tante ville della città di Tivoli e del territorio circostante.

Villa Adriana - Teatro marittimo                                                                    Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

Dopo il grande successo delle precedenti edizioni prende il via dall’ 8 luglio al 4 agosto 2018 la quarta edizione di “Tivoli Chiama! – Il Festival delle Arti”, rassegna culturale per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e paesaggistico attraverso lo spettacolo dal vivo. La rassegna é nata nel 2015 grazie a un bando del Mibact al quale il Comune di Tivoli ha partecipato con un progetto che si è posizionato al terzo posto in graduatoria. Il Festival è realizzato e finanziato dal Comune di Tivoli, con il sostegno della SIAE e di Artisti 7607, in collaborazione con il Mibact . con l’Istituto Villa Adriana e Villa D’Este ed ha come madrina l’attrice Franca Valeri che in proposito del nome della rassegna dice: “Tivoli chiama, con il suo passato, con le sue ville, con la sua gente. Chiama perché ha molte cose da dire. Ascoltatele, la cultura è serenità”. L’organizzazione e la produzione esecutiva sono affidati all’A.T.C.L. Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio di cui il Comune di Tivoli è socio e cofondatore.

Villa_adriana_canopos                                                                  Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

Le iniziative proposte s’inseriscono in spazi in cui paesaggio, tradizione e arte rappresentano un unicum, straordinario e irripetibile. Attraverso teatro e musica gli spettatori potranno vivere un’esperienza indimenticabile nei suggestivi siti storico-archeologici di Villa D’Este, Santuario di Ercole Vincitore e Villa Adriana e nelle Piazze Rivarola e Garibaldi. Villa d’Este, Villa Gregoriana e Villa Adriana non sono musei ma luoghi viventi con i loro parchi che cambiano i colori secondo l’andamento delle stagioni.

“La finalità ultima – sottolinea l’Ass.re alla Cultura Urbano Barberini – è quella di creare un sistema integrato che favorisca una sinergia tra le attività culturali, turistiche e imprenditoriali e i beni culturali, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile, in armonia con la vocazione propria del territorio tiburtino, trasformando Tivoli in una vera e propria “Fabbrica di Cultura” per gli artisti, favorendo la crescita di un pubblico che si affezioni alla città e ai suoi luoghi. Le “Arti” in questo modo saranno lo strumento attraverso il quale accrescere e coltivare sentimenti d’identità e aggregazione, insieme ad innovazione, contemporaneità e interculturalità”.

Minolta DSC                                                                 Tivoli: Villa d’Este – Foto courtesy enciclopedia Wikipedia

Il cartellone si presenta ricco di appuntamenti con grandi nomi della cultura e dello spettacolo:

– L’8 luglio l’apertura sarà affidata all’attore Elio Germano accompagnato dalla musica dal vivo di Teho Teardo, nella splendida cornice di Villa Adriana.

Il 13 luglio il Festival proseguirà con il concerto di Massimo Ranieri dal titolo Malìa al Santuario di Ercole Vincitore; l’artista sarà accompagnato da una formazione composta da perle della musica italiana quali Enrico Rava alla tromba e al flicorno, Sebi Burgio al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso, Marco Guidolotti ai sassofoni e Stefano Bagnoli alla batteria.

Il 20 luglio Sempre al Santuario di Ercole andrà in scena il concerto-spettacolo di Syria “Perché non canti più” dedicato a Gabriella Ferri

Il 1 agosto “Tecno – Filò” di e con l’attore Marco Paolini.

-  Il 28 luglio, si terrà un concerto per la prima volta a Piazza Rivarola, con alle spalle la splendida cornice del Tempio della Sibilla e Ponte Gregoriano Enrico Capuano e la Tammurriata Rock si esibiranno in un concerto indimenticabile, ad ingresso libero.

Il 31 luglio serata speciale a Villa d’Este “Auguri Franca!” in onore della madrina del festival, la grande attrice-autrice Franca Valeri in occasione del suo compleanno.

- Il 04 agosto, concerto di chiusura del Festival affidato a Demo Morselli e Marcello Cirillo accompagnati da una Big Band che si terrà in Piazza Garibaldi, concludendo la kermesse con una grande festa di piazza.

600px-Villa_adriana2                                                                      Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

L’occasione di questo festival offre l’opportunità di presentare  su “ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio”, organismo di distribuzione, promozione e formazione del pubblico, oggi Circuito Multidisciplinare (teatro, danza, musica), riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) e dalla Regione Lazio. Le parole di Urbano Barberini, assessore alla Cultura del Comune di Tivoli, offrono una presentazione di particolare efficacia:”Da oltre 30 anni l’ATCL sostiene la diffusione dello spettacolo dal vivo sul tutto il territorio regionale, alla ricerca di una politica culturale capace di superare la forza centripeta della Capitale, attraverso progetti dedicati a piccoli e grandi comuni e aprendo a una prospettiva europea, al fine di modulare un’idea di “identità” regionale “altra” in costante divenire. Queste identità sono al tempo stesso ricchezze, possibilità, prospettive, opportunità per una crescita che proprio nello spettacolo e nella cultura trova un volano capace di esaltare le specificità e di favorire l’incontro arricchendo il singolo individuo e la collettività. Mediante una capillare attività presso gli Enti Locali, ATCL svolge un servizio a forte caratterizzazione sociale finalizzato alla crescita qualitativa e quantitativa e del pubblico e all’affermazione della funzione sociale ed economica dello spettacolo dal vivo. L’azione si caratterizza per l’interdisciplinarietà della proposta, la ricerca e la contemporaneità dei linguaggi, il sostegno dei nuovi talenti, la riscoperta delle tradizioni, vocazioni, bellezze dei territori, la presenza all’interno del mondo della scuola e del disagio sociale, l’attività di consulenza e assistenza per operatori ed Enti Locali. Allo stesso tempo l’ATCL guarda verso un orizzonte più ampio, con la necessità di espandere la propria rete oltre i confini regionali e nazionali per condividere percorsi e strategie comunitarie anche attraverso una “Rete dei Teatri”.

Info: C.T.S. Piazza Palatina.2 Tivoli – e.mail biglietteria@tivoli-chiama.com – tel.0774.311608

EBRAICA Festival Internazionale di Cultura- Roma – dal 23 al 27 giugno 2018

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Da oltre duemila anni la comunità ebraica è presente a Roma. Malgrado una così lunga presenza si può affermare che  i romani, tanto in passato quanto al presente, non hanno mai conosciuto a pieno la ultramillenaria cultura che caratterizza questa comunità. Momenti di reciproci e pacifici incontri ce ne sono stati tantissimi, molti caratterizzati anche da una perfetta socializzazione, basti pensare alla gastronomia “giudia”, così conosciuta, che a Roma ha trovato  una perfetta interpretazione nei carciofi e nei tagliolini cacio e pepe. Ben vengano, quindi, iniziative quali “Ebraica – Festival Internazionale di Cultura- Roma – che, come avviene nel resto del mondo, dal 23 al 27 giugno 2018 tanto la cultura che il pensiero ebraico si aprono all’intera popolazione con il preciso intento di farsi conoscere.

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Il tema dell’edizione 2018 è “Time&Life” in quanto indirizza lo sguardo verso i grandi temi del cambiamento e dell’innovazione con l’obbiettivo “di approfondire il concetto del tempo come paradigma fondamentale della relazione tra vita ed esseri umani,  intorno alla quale raccogliere il contributo e le riflessioni di filosofi, intellettuali, scrittori, scienziati  e artisti. Tempo come scansione fondamentale della vita dell’uomo, della sua  dimensione  materiale e immateriale, fisica e metafisica, antica e contemporanea, vista da una riflessione che, come sempre, parte in seno all’ebraismo, “una religione del tempo” come scrive il grande rabbino Abraham Joshua Heschel” dalle parole della Presidente Ruth Dureghello.  Importanti in questa edizione i contributi offerti dall’Ambasciata d’Israele, dal Patrocinio del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e dalla media partnership con la RAI, che per quest’undicesima edizione si aggiunge la prestigiosa collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Settore Alta Formazione. Le location interessate dal festival saranno l’antico quartiere ebraico, il Palazzo della Cultura e i Giardini del Tempio, con l’aggiunta dell’Isola del Cinema all’Isola Tiberina. Il calendario degli eventi programmati prevede:

la Notte della Cabbalà, sabato 23 giugno, serata straordinaria tra Cabbalà, mistica ebraica, tradizioni musicali e culinarie millenarie e la straordinaria opportunità di visitare gratuitamente il Museo Ebraico, la Grande Sinagoga e la Fondazione Museo della Shoah – Casina dei Vallati dove sarà allestita la  mostra “1938. Vite spezzate”, secondo capitolo del ciclo di esposizioni che la Fondazione Museo della Shoah – Onlus ha realizzato in occasione dell’80° anniversario della promulgazione delle Leggi Razziali in Italia. Evento di apertura del Festival, la mostra Donne straordinarie. 1948 Nascita di una Nazione (promossa dalla Comunità Ebraica di Roma in collaborazione con CDEC e ADEI-WIZO-sezione di Milano nell’ambito di  Ebraica-Festival Internazionale di Cultura e curata da Marco Panella, Ariela Piattelli e Raffaella Spizzichino, che illustra per immagini la partecipazione delle donne alla nascita, alla crescita e allo sviluppo dello Stato d’Israele. Tra gli eventi più attesi: A Jewish Jazz Story l’esibizione del Trio Dimitrij  e la tavola rotonda “Conversazione con la Storia. L’inchiesta sul Caso Mortara” con Franca Leosini, David Kertzer e Serena Di Nepi; a seguire l’incontro “Fammi sognare Fammi vivere” con David Gerbi e Raffaele Morelli per parlare dei sogni dal punto di vista ebraico e psicologico, di come i sogni hanno il potere di trasformarci, migliorarci, se ascoltiamo la loro “voce” e comprendiamo il loro messaggio;

20180619_123028                       La Casina dei Vallati, sede del Museo della Shoah e nello sfondo il fronterspizio del Portico di Ottavia

domenica 24  incontro con il regista e autore israeliano Shemi Zarhin che, insieme ad Alessandro D’Alatri, presenterà il suo primo romanzo e uno tra i suoi film più celebri.

Lunedì 25 Israele raccontata dai suoi scrittori, nell’incontro “Dicono della mia terra. Pagine su Israele” e attraverso  lo spettacolo, che si avvale della partecipazione di Maria Rosaria Omaggio e Pino Quartullo e delle musiche di Oscar Bonelli.   Interessante sarà l’incontro sul tema: “Tempus fugit: l’intelligenza artificiale e la cognizione del tempo”, che si svolgerà alle ore 21.00, moderato da Marco Panella e gli interventi di Rav. Riccardo Di Segni, Paolo Benanti (docente di Etica della Tecnologia all’Università Gregoriana), Paolo Merialdo (docente al Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre) e Massimo C. Comparini (Ceo di E-Geos).

Martedì 26 “Her Israeli Story. Donne israeliane tra arte e letteratura” in una performance al femminile di letteratura e arte visiva contemporanea con l’attrice Ketty Di Porto che presenterà alcune delle più interessanti e creative voci israeliane dell’ultima decade.

20180619_110240                                             Roma: Museo Ebraico: Ricostruzione con reperti originali della mensa dello Shabat

Per celebrare le tradizioni millenarie della cucina ebraica, il Palazzo della Cultura ospiterà  una serie di incontri da Lunedì 25 a Mercoledì 27 giugno, che esplorano proprio il legame e l’importanza del tempo nella cucina ebraica, come i vari paesi di origine degli ebrei l’hanno influenzata, fino all’evoluzione dei mercati kosher, halāl e biologico e al loro impatto a livello sociale e multiculturale.

II festival chiuderà la sua undicesima edizione mercoledì 27 con “A testa alta. Storia di Moretto”, uno spettacolo diretto da Antonello Capurso con Ludovico Fremont e Micol Pavoncello, ispirato al libro “Duello nel Ghetto” (Rizzoli) di Maurizio Molinari e Amedeo Osti Guerrazzi, in cui si racconta l’avvincente storia di Pacifico Di Consiglio, detto Moretto. Una storia morale e allo stesso tempo romantica, avventurosa e rocambolesca: la vita di Pacifico Di Consiglio, pugile dilettante, ebreo romano, che sfidò il nazifascismo senza mai chinare la testa, diventando un esempio e un monito vivente negli anni più oscuri del Paese, dopo le leggi razziali del 1938 e durante l’occupazione nazista che testimonia come si può tenere la testa alta e restare liberi.

Informazioni sul sito www.ebraicafestival.it  oppure telefonando  al 366 45 80 652