Treno Verde 2030 – Trentasimo viaggio verso un futuro rinnovabile al 100%.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

L’anno 2030 deve essere quello  in cui l’Italia sarà un paese rinnovabile al 100% segnando la fine dell’era fossile. A questo scopo una sinergia tra Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane ha programmato una campagna di sensibilizzazione al problema dell’opinione pubblica con un  viaggio sui binari d’Italia in 12 tappe, da Siracusa a Trento, per raccontare attraverso la voce dei protagonisti la transizione energetica già in atto verso un modello più giusto e sostenibile per combattere i cambiamenti climatici.

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A questa campagna ha  partecipato anche il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare,  con il preciso intento di aggiungere la sua voce autorevole per raccontare, come ha dichiarato l’On.le Sottosegretario di Stato, Barbara Degani: “….  le esperienze di enti locali, aziende, famiglie che già hanno attuato la rivoluzione energetica rinnovabile. Questo percorso che unisce  12 città italiane vuole, inoltre,  chiedere all’Europa obiettivi più stringenti e sfidanti nel Pacchetto Energia e Clima 2030, ancora in fase di discussione, e all’Italia di svolgere un ruolo da leader sul clima, con politiche più ambiziose, per dare maggiore concretezza e solidità al cambiamento già in atto per traghettare il nostro Paese verso la totale decarbonizzazione del proprio sistema energetico”.  Questa 30esima edizione del Treno Verde ha tenuto a precisare Gioia Ghezzi, Presidente di Ferrovie dello Stato Italiane: “…farà tappa nelle stazioni di Siracusa (23, 24, 25 febbraio); Foggia (27, 28 febbraio); Potenza Centrale (2, 3 marzo); Napoli – Campi Flegrei (6, 7, 8 marzo); Grosseto (9, 10 marzo); Ancona (12, 13 marzo); Ravenna (15, 16, 17 marzo); Vercelli (19, 20 marzo); Savona (22, 23, 24 marzo); Rovigo (26, 27 marzo); Trieste (29, 30 marzo); Trento (4, 5, 6 aprile). In ogni tappa, ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa, Stefano Ciafani, Direttore generale di Legambiente: “ si assegnerà il premio “I RinnovABILI”: ad amministrazioni comunali, aziende, cittadini, associazioni, start up che hanno scommesso su nuovi modelli energetici attraverso rinnovabili, efficienza, nuove forme di mobilità sostenibile e che fanno a meno di petrolio, gas e carbone. In questi anni le fonti rinnovabili, infatti, hanno non solo superato il 32% del fabbisogno elettrico nazionale, ma grazie al milione di impianti di tutte le taglie e distribuite su tutto il territorio italiano, hanno rivoluzionato il sistema energetico del nostro Paese. Già dal 2015, infatti, il 100% dei Comuni italiani possiede almeno un impianto da fonte rinnovabile e in poco più di dieci anni la produzione da energie pulite è passata da 51,9 a 103,5 terawattora (TWh), facendo registrare un incremento nella produzione del 99%.

dav                                                                            Esempi di riutilizzo di pneumatici fuori uso

In quattro carrozze sono riportate in forma gradevole e simpatica tutte le notizie utili per essere un cittadino virtuoso. Infatti: Nella prima carrozza, si parla dei cambiamenti climatici e degli effetti dell’utilizzo delle fonti fossili e di come al contrario sia possibile la produzione integrata e distribuita da fonti pulite, dal sole, dal mare, dal vento e dall’energia del sottosuolo. Nella seconda carrozza é invece possibile toccare con mano l’importanza dell’efficienza energetica e il mondo della mobilità sostenibile ed elettrica. La terza carrozza “Ecopneus per il clima” é dedicata interamente al consorzio in prima linea nel recupero e riciclo dei pneumatici fuori uso in un approfondito rapporto tra l’energia e il riciclo, mettendo così in luce lo strettissimo legame che esiste tra energia, materiali e nuove tecnologie.

dav                                       Carrozza per dibattiti, conferenze, laboratori e degustazione di prodotti 100% rinnovabili

Infine, nella quarta carrozza – dove come ogni anno sono ospitate conferenze, dibattiti e laboratori – é possibile anche degustare squisiti prodotti e cibi realizzati a emissioni zero: qui, infatti, saranno accolte le aziende del “Cibo rinnovabile”, aziende che producono e trasformano prodotti alimentari 100% rinnovabili. Per i visitatori inoltre è previsto un test sul proprio stile di vita e una parete interattiva realizzata dal museo MACA di Torino per imparare a gestire le nostre risorse.

La mostra allestita a bordo treno sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 14 per le scuole prenotate e dalle 16 alle 19 per tutti i visitatori. Di domenica il Treno Verde è, invece, aperto dalle 10 alle 13. Ulteriori notizie sul sito www.legambiente.it

Il JAZZ JTALIANO

Mariagrazia Fiorentino

Doppio passaggio storico per il jazz: nasce la Federazione Nazionale il Jazz Italiano e firma con il MIBACT un protocollo d’intesa per la promozione della cultura jazzistica.

Questa giornata è un evento storico, il jazz italiano non è d’importazione, ci sono molte espressioni, molti colori.

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E’ la prima volta che viene firmato un protocollo in tal senso, e il successo di oggi è una vittoria collettiva, perchè il mondo del jazz è un mondo di solisti.

Il Ministro Dario Franceschini: “……l’Italia ha molto da imparare dal jazz……Non suonare quello che c’è, ma quello che non c’é…..”,.

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Sempre il Ministro Franceschini afferma:”Il jazz è ora pienamente riconosciuto tra i generi musicali promossi e sostenuti dallo Stato, un atto che corona un lungo percorso intrapreso in questi anni con le principali realtà del jazz italiano a partire dai primi bandi promossi con le risorse individuate all’interno del FUS per arrivare alle maratone per l’Aquila e Amatrice”. A questa dichiarazione ha fatto riscontro quella di Paolo Fresu, presidente Federazione Nazionale “Il Jazz Italiano” (IJI): “La nascita della Federazione IJI e la firma del protocollo d’intesa con il MIBACT e con  il Ministro Franceschini rappresentano un momento storico per il jazz italiano e per la cultura del nostro Paese. Se da una parte raccontano il fruttuoso cammino di questi anni – merito di un dialogo tra le differenti realtà jazzistiche e di una nuova intesa con le istituzioni –  pongono tra l’altra le basi per la costruzione di un percorso futuro che sia capace di narrare la ricca realtà nazionale ed ascoltare le molteplici istanze”.

Il 30 aprile 2018 sarà la giornata internazionale Jazz Day.

I restauri della Sala di Achille a Sciro nella Domus Aurea

Foto in evideza: Particolare dell’affresco che raffigura Achille a Sciro prima e dopo l’intervento conservativo e di restauro. Foto courtesy Ufficio stampa Electa

Testo e Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

L’affresco che campeggia da vero protagonista nella volta  del soffitto e che ha dato il nome alla sala ci presenta l’eroe omerico Achille circondato dalle figlie del re dell’isola greca di Sciro, la più grande delle Sporadi settentrionali.

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Stando a quanto ci dice Omero l’adolescente Achille su iniziativa di sua madre, la ninfa Tetide, nell’intento d’impedirgli di partecipare alla guerra di Troia, dove, come da profezia, avrebbe trovato la morte, fu spinto a travestirsi ed assumere un’identità femminile mentre era ospite alla corte di Licomede, re di Sciro. Varie fonti storiche dicono che qui Achille assunse il nome di Pirra-“la rossa”  per il color biondo-fuoco dei suoi capelli ed abbia avuto una relazione con Deidamia, una delle figlie di Licomede, da cui ebbe anche uno o due figli, Neottolemo, soprannominato Pirro, e Oneiros. Un’altra profezia, consultata prima della partenza per Troia, aveva intimato a tutti gli Achei che la guerra non avrebbe avuto in alcun modo esito positivo senza la partecipazione del giovane Achille. Così Ulisse, re di Itaca, insieme a diversi altri capi della spedizione si lanciarono allora sulle sue tracce.

Tassello della volta_©PAC_foto B. Angeli

Giunti a Sciro, in abiti da mercanti, andarono ad offrire doni, ornamenti e strumenti musicali alla corte di Licomede, ma mischiati a questi misero anche alcune splendide armi. Gli Achei rimasti fuori dalle stanze delle donne,  imitarono i rumori di un attacco nemico proveniente dall’esterno e questo spinse l’intemerato Achille a rivelarsi, andando subito a scegliere una delle spade e facendosi subito riconoscere.  Così smascherato il giovane si trovò costretto a partecipare alla missione bellica e, condotto alle navi, partirono immediatamente alla volta della città di Priamo. In alcune versioni Deidamia vestita da uomo lo seguì e, con suo grande dispiacere, assisterà al morte dell’amato.

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La sala dove è raffigurata, in affresco, la scena dello svelamento della vera identità di Achille è stata battezzata come “Sala di Achille a Sciro” ed è posizionata, nella vasta architettura della Domus Aurea, in prossimità della sala ottagonale, luogo esemplificativo delle ambizioni e del lusso dell’imperatore Nerone. L’esecuzione del dipinto fu commissionato, alla stregua di tutti gli altri, al noto pittore Fabullus alle cui maestranze sono attribuite anche le altre preziose  decorazioni  che accumunano alle raffinate figurine di stucco  una varietà di elementi decorativi realizzati con foglia d’oro e pigmenti rari come la fritta egizia e il cinabro, tutti testimoni di come il princeps Nerone intendeva comunicare ai suoi ospiti, inaugurando una nuova era dell’oro per la quale aveva fatto realizzare il progetto della Domus Aurea dagli architetti Celer e Severus. Questa sala, come affermato dalla Sovrintendente Alfonsina Russo,  venne scoperta solo nel XX secolo e non fece mai parte del percorso rinascimentale all’interno della Domus Aurea.

L’apertura al pubblico di questo sito archeologico avverrà in un tempo relativamente lungo per il  protrarsi dei lavori di restauro e manutenzione. Al momento l’accesso a questa preziosa testimonianza archeologica é consentito solo nei giorni di sabato e domenica dalle ore 9,00 alle 16,15, con uscita alle 17,30, con visite guidate su prenotazione obbligatoria  al sito web www.coopculture .it oppure telefonica al numero 06.39967700 nei giorni dal lunedi al venerdi dalle 9,00 alle 18,00 e sabato dalle 9,00 alle 14,00. Costo del biglietto €.14,00.

Lanfranco V/s Lanfranco – Due opere a confronto nella Galleria Spada

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Giovanni Lanfranco occupa una posizione di rilievo fra i grandi artisti del Seicento, un secolo che ha visto attivi un gruppo di grandi interpreti quali Pietro da Cortona, Gianlorenzo Bernini e tutti i post caravaggeschi tanto da meritare il nuovo padiglione della Galleria degli Uffizi a Firenze, inaugurato alcuni giorni fa.

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Ben vengano, pertanto, studi, ricerche  e riflessioni come quella organizzata dalla Galleria Spada sul confronto diretto tra il dipinto esposto nella propria Galleria raffigurante il “Giovane col berretto piumato” e il quadro che presenta il “Ritorno del Figliol Prodigo”, un’opera già in collezione Giustiniani, recentemente riemersa dall’oblio  e presentata per la prima volta al pubblico. Significativo in proposito quanto affermato dalla Direttrice del Polo Museale del Lazio Edith Gabrielli nella prolusione inaugurativa, sotto l’austero sguardo di Gneo Pompeo Magno, “….il dipinto del Giovane con il berretto piumato conservato sin dal Seicento nella collezione Spada, è stato posto a confronto con la tela del Ritorno del Figliol Prodigo, opera di proprietà privata e riferita a Lanfranco già dagli anni Settanta del Novecento dal massimo conoscitore del pittore, lo storico dell’arte tedesco Erich Schleier che, partendo proprio dal ruolo assunto dall’opera conservata nella Galleria Spada,  ha potuto certificare il riconoscimento dell’altra messa a confronto in questa giornata di studio”. L’interessante intervento di Erich Schleier si è incentrato sull’illustrazione dei  due dipinti entro il percorso stilistico del cosiddetto momento “protobarocco” di Lanfranco, mentre Silvia Danesi Squarzina, la più autorevole specialista dell’antica collezione dei marchesi Giustiniani, ha ricostruito la storia del Figliol Prodigo all’interno di quella famosissima raccolta romana di primo Seicento. In entrambi gli interventi è emersa una nuova luce sul destino dei dipinti ex Giustiniani all’interno di altre prestigiose collezioni, come ad esempio, proprio nella stessa Galleria Spada nella splendida Sacra Famiglia con San Giovannino di Valentin de Boulogne, opera ugualmente proveniente “ab antiquo” dai Giustiniani e che si ammira oggi nella Sala dove i due dipinti di Lanfranco sono stati in mostra fino a pochi giorni fa.

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Questa giornata di studio che ha interessato da vicino gli addetti ai lavori per i quali è ampiamente giustificata anche la breve esposizione dei due dipinti, avvalendosi anche della pubblicazione degli atti, ha riproposto in primo piano una realtà museale troppo spesso trascurata dai turisti presenti nella nostra città. Infatti ha evidenziato con forza l’importanza della conoscenza sia del museo  con le sue collezioni  presenti a Palazzo Spada, sia per ammirare la sede espositiva dove è presente l’imponente Salone di Pompeo – per l’occasione della giornata di studio concesso dal Consiglio di Stato – che dovrebbe, invece, di diritto essere incluso nel circuito delle visite sia pure nei limiti degli impegni istituzionali demandati a questo importante organo dello Stato.

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In questa affascinante sala sono visibili le decorazioni illusionistiche realizzate nel 1635 da Agostino Mitelli e Michelangelo Colonna insieme alla visione di uno dei principali interventi decorativi della fase seicentesca del Palazzo, intervento dovuto alla committenza del cardinal Bernardino Spada, per il quale fu, tra l’altro, realizzata la celeberrima Colonnata prospettica di Francesco Borromini, conosciutissima in tutto il mondo per il suo illusionistico gioco prospettico.

 

Galleria Spada – Piazza Capodiferro, 13 Roma. Visitabile negli orari di apertura del museo tutti i giorni, martedì escluso, 8.30 – 19.30. La biglietteria chiude alle ore 19,00. Info. tel.06.6832409 – sito web: www.galleriaspada.beniculturali.it

Il Cane sarà il fedele compagno per tutto l’anno 2018. Festeggiato dalla comunità cinese romana con spettacoli e fuochi artificiali.

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Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Una favorevole occasione ha fatto coincidere nel calendario cinese l’inizio dell’anno 2018 con quello del Carnevale Romano. La cosa non è passata inosservata  all’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia S.E. Li Ruiyu che, nel  salutare il nuovo anno, ha rilevato come questi non potesse iniziare in modo migliore con tanto di doppi auguri uniti insieme: Felice Capodanno e Buon Carnevale.

IMG_20180210_153001Il saluto di S.E. Li Ruiyu, Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia con le rappresentanti dello Stato italiano, On.le Dorina Bianchi, Sottosegretario di Stato al Ministero del Turismo e Beni Culturali e del Comune di Roma.

Questa fortunata circostanza non poteva che essere festeggiata con grande risalto  e così Piazza del Popolo a Roma ha accolto una spettacolare festa animata sia dall’Accademia dell’Opera Wuju dello Zhejiang, prestigiosa istituzione riconosciuta dal governo cinese  d’interesse nazionale e monumento culturale che dal Convitto Confucio dell’Università La Sapienza di Roma.

IMG_20180210_160947                                         Il saluto degli studenti del Convitto “Confucio” dell’Università La Sapienza di Roma

A due giovani studenti del Convitto Confucio è stato riservato l’incarico di fare da interpreti e presentare gli spettacoli in lingua cinese mentre ad una bella e simpatica presentatrice cinese è stato affidato l’incarico della presentazione in italiano. Simpatica la performance  alla quale hanno partecipato tutti gli  alunni del Convitto dando una bella prova di come un giovane occidentale si possa approcciare con buoni risultati nello studio di una lingua e una cultura ritenute difficili e distanti da quella propria acquisita fin dalla nascita. Aprirsi alla cultura senza barriere nazionali è una dote acquisita dai cinesi già negli insegnamenti di Confucio: “Se pensi in termini di anni, pianta il riso.  Se pensi in termini di decenni; pianta gli alberi.  Se pensi in termini di centinaia di anni, insegna alla gente”.  Di grande interesse, prevalentemente culturale, è stata l’occasione offerta ai romani e turisti dai cinesi attraverso gli spettacoli proposti dagli artisti dell’Accademia dell’Opera Wuju dello Zhejiang. Una bella occasione per entrare a contatto con il folklore e la raffinata tradizione artistica delle rappresentazioni  teatrali cinesi. Nello spettacolo folkloristico per eccellenza della regione del sud del Fiume Azzurro: il “Drago a nove giunture” abbiamo potuto assistere attraverso spettacolari  danze ricche di esibizioni acrobatiche al desiderio dei ballerini di voler esprimere e trasmettere al mondo intero attraverso il drago la loro gioia e felicità per l’avvento del nuovo anno. L’alternanza delle rappresentazioni tra folkloristiche e operistiche  inframmezzate  da esibizioni di musicanti, cantanti e narratori di poesie  é proseguita durante tutto il pomeriggio in diversi altri spettacoli fra i quali, molto apprezzato, uno ispirato all’opera Wuju su un tema del folklore cinese che ha riscosso un grande successo fra il pubblico: “Il vero ed il falso Re delle Scimmie”.

IMG_20180210_170440                                                                 La festa per il ritorno in patria del Re Sun Wukong 

Il Maligno Macaco dalle sei orecchie approfittando del ritorno in patria del vero Re delle Scimmie, Sun Wukong, cacciato per aver ucciso dei banditi, si autonomina Re delle Scimmie. L’inevitabile scontro fra Sun Wukong e il Maligno Macaco, terminerà senza un vincitore, malgrado la grande destrezza nelle arti marziali dimostrata da entrambi i combattenti. La morale vuole che ciascuna Scimmia sia il Re di se stessa, così come ciascun uomo è il Re di se stesso. Altrettanto apprezzata è stata l’esibizione eseguita con strumenti musicali della tradizione cinese della canzone napoletana “Santa Lucia” in un connubio ben riuscito tra il folklore cinese e la classicità musicale napoletana.

IMG_20180210_171624      Suonatori di styrumenti tradizionali cinesi dell’Opera Wuju dello Zhejiang intepretano la canzone napoletana “Santa Lucia”

In questa bella esecuzione possiamo individuare come tutte le culture abbiamo una comune radice capace di far convivere in armonia tutte le popolazioni. Un punto d’incontro in più è stato il bellissimo spettacolo pirotecnico che ha concluso la bella serata voluta per porgere ai romani gli auguri della comunità cinese di “Buon Anno 2018”.

Donne del Vino . In parlamento per diventare wine manager.

Testo e foto di Donatello Urbani

Le finalità che Le Donne del Vino si sono poste attraverso la programmazione  di corsi intensivi, ciascuno di sette ore, incentrati sulla comunicazione commerciale, rivolti alle proprie socie, sono quanto mai meritorie. Non per niente sono stati presentati nella sala stampa di Palazzo Montecitorio alla presenza del Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, On.le Luca Sani. “Offrire emozioni”, afferma Donatella Cinelli Colombini, Presidente dell’Associazione Donne del Vino, “è una delle doti proprie delle donne e queste prime master class, programmate in Veneto, Toscana e Puglia, oltre la valorizzazione di questa caratteristica si pongono l’obbiettivo  di valorizzare l’unicità di ciascun vino e di ogni cantina”. Questi corsi  hanno lo scopo sia  di motivare le socie ad acquisire una maggiore partecipazione nel mondo della commercializzazione del vino che avere un numero maggiore di donne nei consigli di amministrazione dei vari consorzi. Due diverse tecniche verranno impartite alle partecipanti per raggiungere questi obbiettivi; una sulla comunicazione indirizzata alle produttrici, ristoratrici, sommelier, enologhe, giornaliste, wine blogger, responsabili di marketing e comunicazione di aziende vinicole; l’altra invece è indirizzata alle gestrici di consorzi e a quante lavorano nelle cantine. L’invito a iscriversi è rivolto, in prima battuta, alle 770 socie delle Donne del Vino ed allargarsi, successiovamente, a tutto l’universo enologico femminile.

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Le classi avranno 25 persone al massimo per giornate full immersion, dalle 10-18 con una piccola pausa per un light lunch fruibile con un contributo di €.15,00. I docenti arrivano da WinePeople-WineMeridian una delle migliori agenzie italiane sulla formazione dei manager enologici. I docenti sono Lavinia Furlani, counselor filosofica e coach aziendale, esperta di comunicazione e di percorsi identitari e Andrea Pozzan, esperto di risorse umane e di percorsi di vendita. I corsi di comunicazione avranno il seguente svolgimento: 23 febbraio,  per il Nord Italia, nel Veneto presso le Cantine GIV Verona l’11 maggio, per il Centro Italia, in Toscana nella Tenuta Il Corno a San Casciano Val di Pesa (Firenze) e il 26 ottobre, per il Sud Italia in Puglia e verteranno  sugli insegnamenti di:

  • La comunicazione della propria azienda passa dalla creazione della propria identità: come essere riconoscibili?;
  • Il personal branding di una donna del vino: come costruire una immagine efficace• La vendita: come passare dal “fare il venditore all’essere un venditore”;
    • Costruire un percorso di riconoscibilità aziendale per affrontare il mercato in continuo cambiamento;
    • La comunicazione come strumento di vendita.

Alle partecipanti alle lezioni sui consorzi, che si svolgeranno con il seguente calendario: 27 aprile, per il Nord Italia nelle Cantine GIV Verona; il 22 giugno, per il Centro Italia, in Toscana, nella Tenuta Il Corno a San Casciano Val di Pesa (Firenze); il 30 novembre, per il Sud Italia in Puglia e saranno tenute da Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian, esperto di marketing del vino e di comunicazione inter azionale e da Stefano Campatelli, esperto di gestione e direttore di Consorzi di tutela. Gli insegnamenti che  verranno impartiti sono i seguenti:

  • Le normative nazionali e comunitarie per la produzione dei vini italiani
    • Il funzionamento dei Consorzi dei vini italiani
    • Le produzioni di vino e i mercati del vino in Italia e nel mondo
    • La valorizzazione e la protezione dei marchi collettivi dei vini italiani
    • Come costruire una identità territoriale e come comunicarla.

Il costo per le non associate è di 200 euro più iva, per le Donne del Vino è di 150 euro più iva. Il costo per la seconda persona della stessa azienda è di 100 euro più iva.

Informazioni e prenotazioni: www.ledonnedelvino.com–info@ledonnedelvino.com–tel.02.867577

Guida “Pasticceri & Pasticcerie 2018 “ del Gambero Rosso

Testo a Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il mondo dolce dei pasticceri e delle pasticcerie trova già per la settima volta la più esauriente presentazione nella guida del Gambero Rosso. In 351 pagine, per un importo di €.14,90, sono indicate, divise per regioni partendo dalla Valle d’Aosta fino alla Sicilia, le più dolci strade che i golosi d’Italia possono percorrere  nel corso dell’anno 2018.

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Scrive Laura Mantovano nel corso della presentazione della guida da lei diretta; “Non a caso nell’ultimo anno sono nati locali di gran classe pensati per valorizzare i prodotti e regalare la migliore accoglienza ai clienti. Tutto questo senza perdere di vista la sostanza e la bontà della proposta, compresi esperimenti sempre più interessanti nel campo della pasticceria salata. Cambiano le forme e le tecniche – monoporzioni, barattoli, vaso cottura, ecc. – e c’è massima attenzione al sapore, alla valorizzazione del territorio e alla riscoperta dei classici dando loro, complici tecnica e creatività, una nuova e intrigante veste”.

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Su queste premesse e nel rispetto di un preciso decalogo sui comportamenti da tenere nel corso dei sopralluoghi, gli ispettori del Gambero Rosso hanno assegnato ai migliori locali da riportare nella guida con una torta per quanti hanno riportato un punteggio da 75 a 79/100; due torte per il punteggio da 80 a 89/100 e tre torte da 90 a 100/100. Il miglior punteggio con 95/100 è stato assegnato alla Pasticceria Veneto di Igino Massari di Brescia, premiato nel corso di una simpatica cerimonia nella bella terrazza dell’Hotel Bernini Bristol di Roma, insieme al miglior pasticcere emergente: Marcello Rapisardi della Pasticceria & Dessert di Milano; con la migliore comunicazione digitale alla Pasticceria Marisa di S.Giorgio alle Pertiche (PD); per la miglior pasticceria salata alla Martesana di Milano e la novità dell’anno riconosciuta alla Cannavacciuolo Bakery di Novara.

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L’appendice finale è stata occupata dalla premiazione dei migliori 10 pastrychef che operano in alcuni grandi ristoranti italiani.

MERCATO MEDITERRANEO – Le eccellenze agroalimentari del “Mare nostrum” presenti alla Fiera di Roma dal 23 al 26 novembre 2017.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e  Donatello Urbani

Questa prima edizione del Mercato Mediterraneo non si é limitata alla sola esposizione di prodotti agroalimentari, bensì é stata, come hanno rilevato gli organizzatori, un vero “ grande mercato alimentare, luogo d’incontro e discussione su cui hanno trovato una convergenza culture e civiltà differenti legate all’alimentazione. Food corner, showcooking e itinerari del gusto, ma soprattutto storie e linguaggi millenari, arte cultura e musica, nuovi scenari e contaminazioni presenti nel l mangiare mediterraneo si sono incontrate e dibattute nel fitto programma d’incontri, percorsi tematici didattici,  laboratori, workshop, tutti gratuiti, previa prenotazione, sui temi più caldi legati al food in un’ottica mediterranea”. L’intero evento ha trovato ospitalità in 2 saloni della Fiera di Roma con cinque macro aree espositive.

dav                                           Il cous-cous preparato secondo la tradizione culinaria marocchina dalla Signora Hnia Ouardi

La più vasta di queste é stata riservata alla Civiltà del Grano  al cui interno sono state tracciate diverse vie fra le quali quella del Cous Cous. Questa forma di grano antichissima é stato presentato insieme a tutti gli ingredienti per realizzarla secondo le tradizioni culinarie di vari paesi, quali il Marocco, Algeria, Tunisia oppure il nostro Trapanese. Un’interessante prova pratica si è svolta nell’area show coking su come si realizza, secondo la miglior tradizione culinaria marocchina, un buon piatto di cous cous a cura di Bouchra Elwali in collaborazione con Hnia Ouardi.Altra via importante é stata quella della Pizza attraverso una storia di acqua, farina, sale, olio di oliva extravergine e pomodoro che, per la sua importanza, arriva ad essere un’identità della cultura di un popolo come giustamente gli ha riconosciuto l’UNESCO. Da non trascurare anche i laboratori dedicati alla realizzazione e cottura di pane e pizza, curati da CNA e Rossopomodoro.

IMG_20171123_155452Angolo dello stand “Graziella” dove, in una cucina antica ricostruita, venivano preparati gustosi assaggi di maccheroni al pomodoro.

Complementare a questa area il bellissimo stand della “Graziella” – Industria conserve alimentari di San Valentino Torio (SA) – www.graziella.com numero verde 800529783 – dove facevano bella mostra di sè, insieme alla famosa conserva di pomodoro, una nutrita serie di conserve ed ingredienti necessari a una buona cucina rispettosa della nostra tradizione culinaria. In proposito ciascun visitatore ha ricevuto in omaggio il “Quaderno di Graziella”: un prezioso ricettario dove le confezioni dei vari prodotti dal doppio concentrato ai peperoni, passando per i filetti, la passata, la polpa, i pelati di pomodoro fino ai piselli, fagioli, lenticchie e tutti i legumi, trovano dettagliatamente descritto il loro miglior utilizzo in modo da rendere al massimo nella cottura ed offrire anche il giusto sapore. Interessante l’opportunità offerta ai consumatori per richiedere la consegna diretta di prodotti con marchio Graziella alla propria abitazione con un notevole abbattimento dei costi.

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Alla “Civiltà del mare” è dedicata la seconda grande area che a sua volta ha accolto un percorso trasversale che partendo dai Sali marini integrali prodotti nelle nostre saline arriva ai salgemma dei giacimenti rocciosi fino a quelli utilizzati nella trasformazione e conservazione dei prodotti del mare, della terra, per la cura del corpo, giunge ai profili delle barche, i venti, le stelle, l’orientamento, i mestieri di pesca e tutte quelle tradizione gastronomiche che hanno rappresentato, durante i secoli, un carattere distintivo della cultura e della storia del bacino mediterraneo.

IMG_20171123_163742Il piatto di “sgombro ai sapori selvaggi” nella sua completezza realizzato dallo chef Valerio Volpi. In primo piano anche una bottiglietta contenente estratto di salvia, indispensabile aroma per la completezza dal gusto.

Importanti nell’area show coking, anche in questo caso, le varie dimostrazioni  pratiche per il miglior utilizzo del pesce dalla sfilettatura alla cottura vera e propria. Cosi il giovane chef Valerio Volpi dell’Osteria dell’Orologio di Fiumicino si è cimentato, di fronte ad un attento pubblico, nel presentare  la preparazione e relativa cottura dello “Sgombro ai sapori selvaggi”. Prova non facile tenuto conto che questo tipo di pesce, un po’ come tutto il pesce azzurro, troppo spesso è bistrattato proprio per le difficoltà insite nella cottura che, se realizzata superficialmente, non offre buoni risultati. In questa occasione il risultato finale è stato ottimo e la carne ha offerto una morbidezza unica ed impensabile per questa specie di pesce. La preparazione non è poi tanto facile, forse è consigliabile sperimentarla prima con una visita all’Osteria a Fiumicino dove oltre lo sgombro è possibile ampliare l’incontro ad altre specie locali che giornalmente vengono scelte fra quelle giornalmente pescate  e offerte in vendita nel vicino porto dai pescatori. (Osteria dell’Orologio – Via Della Torre Clementina, 114 tel. 06.6505251 – e.mail: gerardafine@gmail.com – consigliabile la prenotazione)

Extravergine è la terza grande area dedicata all’olio in tutte le sue sfumature e declinazioni dei suoi nutrimenti essenziali. Questo ingrediente simbolo della dieta mediterranea é stato il file rouge della via Etnobotanica dove si raccontano le piante e le erbe di un territorio che trovano nella biodiversità il loro punto di forza. Interessanti sono stati gli sguardi riservati alle erbe spontanee, radici e fiori per realizzare liquori, sciroppi e decotti. Uno spazio importante è stato riservato al miele in mostra con tutti i suoi profumi, colori e aromi. “Il nostro punto di forza” fa osservare Paolo Rinelli dell’apicoltura Fiorentini Maria di Fiumicino (RM) tel. 328.7034781 – www.apiculturafiorentinimaria.it – e.mail apissima@inwind.it – “sono la melata, il miele allo zenzero e un preparato di miele e nocciola che ha incontrato un notevole successo fra i giovanissimi”.

In tutt’altra direzione s’indirizza la quarta area espositiva  “Metterci la faccia” riservata ai convegni, incontri con stakeholders, personaggi ed interlocutori che rappresentano la politica, l’attualità e la cultura pronti a dibattere i temi che riguardano il Mar Mediterraneo in tutti i suoi aspetti. Erudite “Lectio magistralis” quali quella sui Fenici del Prof. Michael Sommers dell’Università di Liverpool si sono alternati a semplici conferenze o dialoghi tra gli ambasciatori dei paesi mediterranei, curati dalla Fondazione Craxi, su temi vari quali quello di “Come si sta comunicando il mondo del cibo” che sarà al centro del  prossimo Festival Internazionale del Giornalismo Alimentare.

Le “Contaminazioni” in tutti i loro aspetti sono gli argomenti affrontati nella quinta ed ultima area, dove ad iniziare da alcuni itinerari tematici, come la via delle spezie o del cous-cous, messo in evidenza come le contaminazioni hanno portato benessere, gusto ed armonia.

Interessante é stato, infine, il ricco programma di laboratori incentrati tutti su la sana alimentazione quali la “Raccolta di erbe spontanee”  oppure “Come sfilettare un pesce” per ottimizzare al meglio le potenzialità delle carni.

Fiera Roma – Ingresso Est – Via Portuense, 1645

Arezzo ospita per la sedicesima volta, dal 17 al 19 novembre, il più importante evento dedicato al mondo dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale .

Donatello Urbani

La vita della campagna ha avuto, da sempre, una forte attrattiva, principalmente fra i ceti borghesi e meno abbienti della società italiana. La città di Arezzo può vantare di essere al centro di quella parte d’Italia che ancora ha conservato un paesaggio per molti versi rimasto quasi intatto dove il ruolo della campagna è stato posto al centro di tutti i maggiori aspetti della vita, da quello sociale a quello economico. Questa prerogativa non poteva essere trascurata dalle varie istituzioni cittadine, prima fra tutte da Arezzo Fiere, istituendo, con la collaborazione tecnico-scientifica di Agro Camera – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, un Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Agricoltura Multifunzionale.

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                    Logos ufficiale –  girasole con edificio agricolo – adottato dalle aziende agricole che svolgono attività di agriturismo.Gi

La moderna sede espositiva di Arezzo Fiere e Congressi, destinata ad accogliere questo evento, occupa dal 17 al 19 novembre 2017, un’estensione di ben mq. 18.000. Al suo interno oltre allo svolgimento del più importante evento, che è anche il primo nato in Italia, verranno dibattuti in appositi seminari temi di grande attualità interamente dedicati alle novità intervenute in questi ultimi anni nel mondo dell’agricoltura e dell’agriturismo, specie nei rapporti con le istituzioni statali e regionali per quanto attiene all’accoglienza e alla sua gestione in senso lato con l’adozione di validi segni identificativi anche a garanzia della buona qualità offerta. Le aree espositive amplieranno i temi principe dell’agricoltura ed agriturismo con quelli della didattica ludico ricreativa e sociale, allargando i riferimenti anche all’apicoltura, alle energie rinnovabili e ai prodotti e servizi per fare impresa e per vivere in campagna. Di non minor interesse saranno gli eventi programmati per questa sessione e che interesseranno master, convegni e seminari, worshop B2B, corsi, varie prove pratiche  e dimostrazioni guidate dalla gestione dello spazio verde alla potatura degli alberi, per finire  con le degustazioni e il campionato di cucina contadina.

Regina indiscussa sarà comunque la campagna nei suoi più svariati aspetti, da quello paesaggistico a quello socio economico e culturale. Offrire un soggiorno in campagna che non si limiti solo all’aspetto relax o escursionistico è uno degli obbiettivi che si prefiggono gli attuali operatori agricoli. Si pensi alle opportunità offerte per incontrare testimonianze storiche ed archeologiche del tutto sconosciute e spesso trascurate anche dalle guide specialistiche perché fuori rotta e non sempre di facile raggiungibilità.

330px-2011-08-28-155148nic                                                                                          Scorcio del borgo di Anciolina

Distante non più di km.30 dalla città di Arezzo, – strada provinciale dei Sette Ponti, direzione Loro Ciuffenna, – si trova il centro abitato dell’Anciolina che si sviluppa sul fianco occidentale del massiccio del monte Pratomagno, alla sommità di un colle che consente una vastissima visuale a sud ovest fino al lago Trasimeno e al monte Amiata. La posizione, altamente strategica in passato, è a picco sulla scoscesa vallata del torrente Agna di Pratovalle. Il territorio su cui sorge il paese ha spiccate caratteristiche montane e si trova ai limiti superiori della fascia del castagno.

Forse il nome deriva dall’umbro ancla, aquila, un riferimento alla sua caratteristica di nido d’aquila. Molteplici fonti storiche attestano che l’area era interessata da insediamenti anteriori a quelli etruschi,  come testimoniato da scorie di lavorazione di metalli e dall’importante ritrovamento di un’ascia bronzea oggi al Museo Archeologico di Firenze. Il ruolo di stazione di segnalazione visiva aperta su tutto il Valdarno, la posizione che sovrasta la strada dei Sette Ponti, che congiunge Arezzo e Firenze, nonchè il Passo della Crocina, di valico dal Valdarno al Casentino, hanno contribuito a rendere strategicamente importante l’ Anciolina nei secoli a seguire. Significativa è in epoca medievale la testimonianza offerta dalla chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, originariamente situata all’interno del castellare, che si vuole attesti la conversione dei Longobardi al cristianesimo. Dall’anno mille, per corruzione fonetica il borgo divenne Lanciolina, assumendo in seguito due lance incrociate nel proprio gonfalone. Per molti anni fu feudo dei conti Guidi di Modigliana, gestito in loco dalla famiglia degli Ubertini di Soffena che fecero costruire un castello ad uso sia della guarnigione militare che loro residenza privata. Nota é la figura di Guicciardo da Loro per aver redatto il più antico documento inerente il borgo che attesta la cessione, nel 1065, della chiesa anciolinese di San Michele alla Badia di Santa Trinita in Alpe, sancita da Azzo di Britulo. Passò in seguito ai fiorentini nel 1324. I celebri Statuti di Lanciolina del 1505 ci offrono una preziosa testimonianza storica sulla vita di questo borgo, stabilmente abitato da una cinquantina di residenti (tale la cifra tanto nel 1583 che nel 1734), saliti a 150 solo nel 1908, col boom demografico successivo all’unità d’Italia. L’antica chiesa di San Michele Arcangelo fu restaurata per l’ultima volta nel 1862 con i ruderi della preesistente chiesa di origini alto-medievali, in quanto andata distrutta dal crollo della torre del castello. Il pregevole tabernacolo in pietra recuperato dalle macerie è stato rimurato nella nuova chiesa. L’antico castello si presenta oggi come un panoramico prato sommitale, senza edifici di sorta. Le abitazioni del paese, aggrappate alla sua pendice meridionale, sono tipiche costruzioni di montagna in pietra serena.

390px-LoroCiuffennaRoccaRicciardaBorgo3                                                                                Veduta panoramica del borgo di Rocca Ricciarda

Proseguendo sulla strada panoramica che arriva all’Abbazia di Vallombrosa s’incontra il centro abitato di Rocca Ricciarda, posta a 958 m s.l.m proprio sotto la sommità del Pratomagno.  Questo antico borgo medioevale è situato presso le sorgenti del fiume Ciuffenna, a circa 7 km dal capoluogo comunale. E’ costituito interamente da costruzioni in pietra disposte sotto uno sperone roccioso dove sono resti di antichi manufatti. In tempi passati ha ospitato un castello, noto fin dal 1191, del quale rimangono i ruderi sul versante verso il Pratomagno. Testimonianze storiche attestano che nel XII secolo il signore Guicciardo da Loro, del casato degli Ubertini, amava soggiornare nel maniero di Rocca Guicciarda, antico nome dell’abitato. La fortezza fu proprietà dei Conti Guidi e poi della famiglia Ricasoli. I suoi resti costituiscono dal 2003 il parco archeologico della Rocca. Grazie ad un lungo lavoro di scavo, iniziato nel 1997 dall’Università di Firenze, oltre al recupero e alla conseguente ristrutturazione, sono stati resi fruibili i resti del castello e del suo perimetro murario.

Questa singolare escursione racchiude tutte le caratteristiche dei tanti interessi che possono offrire i soggiorni in agriturismi dove il vivere sano trova nella cultura un compagno ideale.

Arezzo – Centro Fiere e Congressi Via L. Spallanzani, 23 dal 17 al 19 novembre 2017. Informazioni, preregistrazioni con possibilità di scaricare il biglietto a prezzo ridotto sul sito www.agrietour.it – e.mail: info@agrietour.it – tel.0575.9361

IL MATRICIANO – Un interessante ristorante dove incontrare in Prati la cucina laziale.

Testo e foto di Donatello Urbani

Nessun refuso nello scrivere Matriciano. Con un pizzico d’orgoglio la signora Cristiana, titolare di questo esercizio, tiene a far presente che così lo chiamava Alberto Moravia, loro affezionato cliente. Domenica scorsa 22 ottobre il locale, completamente rinnovato, ha ripreso la sua attività di ristorazione negli stessi ambienti e allo stesso indirizzo in via Dei Gracchi, n.55 – Roma.

dav                                                                                                                      Il salto in padella degli gnocchi ricci

Per l’occasione ha invitato i vecchi clienti ed amici a festeggiare questo evento presentando assaggi delle loro consolidate ricette di buona cucina che affonda le radici ed i gusti nelle tante eccellenze della cultura culinaria laziale, come, obbligatoriamente, richiama il nome stesso. Oltre gli antipasti, serviti con una varietà da confondere le idee, occupano un posto preminente gli gnocchi ricci alla amatriciana, una vera leccornia, sia nella versione al pomodoro che in bianco, che nessun buongustaio può trascurare di assaggiare. I dessert, proposti in buona varietà, possono concludere una sosta gastronomica che sarà ricordata nel tempo per le sue specialità di cucina laziale.