CURSUS HONORUM IL GOVERNO DI ROMA PRIMA DI CESARE – Dal 24 marzo al 2 ottobre 2022 ai Musei Capitolini – Roma

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

La mostra ideata e curata da Claudio Parisi Presicce e Isabella Damiani è incentrata sulle cariche pubbliche dei magistrati di età repubblicana il Cursus Honorum, aspetto fondamentale della vita politica di Roma antica con  l’intenzione di valorizzare i pezzi delle Collezioni Capitoline non visibili abitualmente. La mostra occupa quattro sale del piano terra del Palazzo dei Conservatori e copre un arco di tempo di quasi cinque secoli.

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Presso gli antenati negli atri….. le maschere di cera erano conservate in apposite edicole lignee.

“Protagonisti di questo racconto sono cinque personaggi anonimi raffigurati da altrettante statue che fungono da narratori di eccezione: quattro sono figure maschili a cui si aggiunge una voce diversa, una figura femminile, che rappresenta una realtà altrimenti assente in una società inevitabilmente dominata dagli uomini. Il loro compito è avvicinare il pubblico a monumenti di valore storico e simbolico che celebrano memorabili imprese belliche, insieme ad altri che ci illustrano ruoli legati all’amministrazione della città e alla costruzione del prestigio sociale degli individui e delle loro famiglie”….

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Un monumento non è solo un sepolcro ma qualsiasi cosa serbi memoria….. (Plinius – Nat.-Hist XXXV.6)

 L’esposizione si colloca come ideale trait-d’union tra la videoinstallazione, l’Eredità di Cesare e la conquista del tempo, visibile nella Sala della Lupa e dei Fasti Antichi del Palazzo dei Conservatori e l’esposizione “Roma della Repubblica”. Il racconto dell’Archeologia di prossima realizzazione ai Musei Capitolini – Palazzo Caffarelli.

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Inoltre nelle Sale è presente una scheda esplicativa in lingua inglese a disposizione del pubblico.

 Per saperne di più – Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.museiincomune.it

 

 

 

Roma – Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano – “ La commedia umana”. La monumentale opera di Ai Weiwei dal 25 marzo al 3 aprile 2022. Un manifesto per la vita e la morte.

Mariagrazia Fiorentino

In ogni tempo e luogo l’uomo si è domandato in modo più o meno lucido e appassionato: “ Chi sono? Perché vivo? Che senso ha la mia esistenza e quella dell’umanità? Perché il dolore? Da dove vengo e cosa c’è dopo questa vita?”, ma nessuna scienza ha saputo e potuto dare una risposta soddisfacente.

Ai Weiwei nella sua opera, tenta di parlare della morte per celebrare la vita.

“L’artista, poliedrico autore concettuale cinese, definisce la sua monumentale scultura un enorme lampadario costituito da oltre duemila pezzi di vetro nero soffiato e fuso dai maestri vetrai di Berengo Studio. L’opera realizzata in tre anni attraverso tecniche tradizionali e di avanguardia si distingue per le sue colossali dimensioni, oltre 6 metri di larghezza per circa 9 di altezza e 4 tonnellate di peso, che ne fanno una delle più grandi opere in vetro di Murano”.

03_Weiwei_6490_photo credit Edward Smith

“Un lavoro iniziato prima della pandemia, ma che assume un nuovo significato diventando una metafora della pandemia stessa.”

“L’arte ha sempre influenzato la vita di Ai Weiwei nelle forme più disparate, tanto da firmare la regia della “Turandot” di G. Puccini, in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 25 marzo 2022 in concomitanza con l’evento espositivo. Questa opera inoltre segna l’inizio di una collaborazione tra il Teatro dell’Opera ed il Museo Nazionale Romano”.

Per saperne di più su orari e costi del biglietto d’ingresso consultare il sito del Museo Nazionale Romana – Terme di Diocleziano

Jia Ruskaja. Danzò e Piacque – Costumi, fotografie, documenti (1921/1940) in mostra a Roma nel Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative, il costume e la Moda dei secoli XIX e XX

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

Le ballerine danzano volteggiando nella sala vuota, il resto è magia.

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Io sono russa. Questa è la traduzione di Jia Ruskaja, pseudonimo di Evgenija Fëdorovna Borisenko (in russo: Евгения Фёдоровна Борисенко?; (Kerč’, 6 gennaio 1902Roma19 aprile 1970), danzatricecoreografainsegnante e direttrice didattica russa naturalizzata italiana a seguito del matrimonio con  Aldo Borelli, direttore del Corriere della Sera. Fuggì dalla Russia per la Svizzera  dopo  la rivoluzione d’ottobre in compagnia del padre, un ufficiale dell’esercito imperiale russo. Frequentò la facoltà di medicina a Ginevra. Sposò nel 1920 Evans Daniel Pole, da cui ebbe un figlio. L’anno seguente giunse in Italia per intraprendere il lavoro artistico con un recital di “azioni mimiche e danze”, e in seguito, al Teatro dell’Esposizione di Milano, interpretò Sumitra di Carlo Clausetti. Alla danza alternò anche un attività cinematografica partecipando a vari film: Giuditta e Oloferne di Baldassarre Negroni. La danza, comunque, rappresentò sempre il suo “vero grande amore” aprendo alcune scuole a Milano. Alla fine potrà contare su un teatro all’aperto di oltre 2000 posti. Importante fu anche l’attività di coreografa, creando la Danza del sacrificio, dall’Ifigenia in Aulide su musica di Ildebrando Pizzetti (1935), e Il Ratto di Persefone, su musica di Ennio Porrino (1937). Una sua scuola vinse il “lauro” d’argento alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Nel 1940 fondò la Regia Scuola di danza, riservata alle donne – inizialmente annessa all’Accademia d’arte drammatica e divenuta autonoma nel 1948 con la denominazione di Accademia Nazionale di Danza – che dirigerà sino al 1970.

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                                                                                Foto courtesy Wikipedia Enciclopedia on line

La sua tomba si trova nel Cimitero Acattolico di Testaccio a Roma.

La mostra, patrocinata anche da Confcommercio Imprese per l’Italia –Terziario Donna Roma, propone, come scrivono gli organizzatori: “un inedito e affascinante racconto per abiti di scena indossati dalla stessa Jia Ruskaja, fatti realizzare per le sue produzioni insieme a documenti storici, esposti per la prima volta, appartenenti all’archivio storico della Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza. Vesti, tuniche, corsetti e gonne della prima produzione artistica della Ruskaja, oltre a libri, programmi di sala, bozzetti, scritti e immagini in bianco e nero sono i protagonisti di questo seducente viaggio in grado di ripercorre le tappe principali di un periodo di grande fermento artistico, talora in grado di rievocare anche il mito della classicità, i cui codici e valori estetici si ritrovano nell’ Orchestica.

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Un percorso che, per la prima volta, porta alla luce i tanti aspetti e le innumerevoli esperienze vissute da Jia Ruskaja, una donna all’avanguardia e che ben rappresenta un più moderno empowerment al femminile, caratterizzato da quella propulsione che risalta risorse e capacità e che distingue donne particolarmente valorose e innovative.

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La mostra si articola in un percorso espositivo di abiti di scena realizzati dal 1935 al 1939, di cui Ruskaja è stata coreografa, nonché costumista, vere e proprie opere d’arte ideate insieme alla sua disegnatrice personale Eugenia Rossi”.

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                                  Prima macchina da cucire costruita nel 1865 da Frister & Rossman in Germania Mod. A1 o N1

Ospita questa mostra il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX. Senza ombra di smentita questo museo è il più affascinante fra i tanti presenti a Roma anche per l’edificio, in stile barocchetto romano, donato allo Stato Italiano dalla principessa Blanceflor de Bildt Boncompagni. Al suo interno sono esposti numerosi lasciti privati che ben si integrano con il vivace clima culturale dei primi decenni del Novecento, tra cui una collezione di abiti realizzati da celebri stilisti e importanti sartorie, prevalentemente romane, che illustrano l’evoluzione della moda italiana del secolo scorso.

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Roma – Museo Boncompagni Ludovisi – Via Boncompagni, 18. Mostra Jia Ruskaja. Danzò e piacque – Costumi, fotografie, documenti (1921/1940). Fino al 20 marzo 2022. Ingresso gratuito. Orario di visita: dal martedì alla domenica ore 9.00–19.00; ultimo accesso ore 18.30, Chiusura: lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre. Info: Tel. 06 42824074. Mail: dms-rm.museoboncompagni@beniculturali.it. Sito web: https://www.direzionemuseistataliroma.beniculturali.it/. FB: https://www.facebook.com/MuseoBoncompagniLudovisi. Ufficio comunicazione e social network: dms-rm.social@beniculturali.it.

 

Hanji “Carta Coreana” – L’arte contemporanea incontra un sapore antico: Roma fino al 22 febbraio 2022 al Museo Bilotti di Villa Borghese – Istituto di Cultura Coreano di Via Nomentana

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

La cultura ti fa vivere, viviamo nella ricchezza delle emozioni.

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Marina Paris – “Co-operative zone”

Le mostre sono un viaggio malinconico in un paese dove è bello frugare con gli occhi e con il cuore.

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L’artista Lee Sun Kyung con la sua opera “Origin oh Hanji”                                                 Bahar Hamzeh Pour: “Le donne e la guerra”

Cinquanta artisti si misurano con la carta Hanji realizzata  all’Accademia di Belle Arti di Roma, unico luogo in Europa dove viene prodotta. Opere d’arte contemporanea, pittura e disegno ma anche sculture, fotografia e installazioni multimediali  realizzate in carta coreana Hanji, detta anche “carta dei mille anni” per la sua grande resistenza e tenuta. Ciascuna operaé sufficientemente presentata al pubblico grazie anche ad un QR Code.

“La selezione degli artisti invitati comprende sia giovani alle prime esperienze sia importanti artisti riconosciuti a livello internazionale. A loro è stata garantita la massima libertà creativa, con l’unica richiesta di partecipare alla realizzazione manuale della carta presso il laboratorio dell’Accademia di Belle Arti di Roma, l’unico in Europa ad essersi specializzato nella produzione della Carta Coreana tradizionale, diventato nel corso degli anni di attività un luogo di riferimento per restauratori, artisti ed istituzioni. Il risultato di questa esperienza pratica sono i lavori visibili nella mostra al Museo Bilotti di Villa Borghese e all’Istituto Culturale Coreano di Via Nomentana, grazie ai quali la carta Hanji entra a pieno titolo nella ricerca del contemporaneo.

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Park Chul: “Lucky 21-18″ (Gli oggetti riprodotti sono portafortuna coreani) –           Vaso realizzato con carta Hanji trattato con lacca

Le opere italiane dialogano con quelle coreane e in una sezione dedicata sono visibili oggetti e manufatti che raccontano l’uso multidisciplinare che di questa carta si fa in Corea.

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Kimono realizzato con carta Hanji esposto insieme al copricapo che insieme costituiscono l’abito tradizionale nazionale

 “L’Hanji è soprattutto conosciuta per il restauro di libri antichi grazie all’eccezionale capacità di durare oltre mille anni se conservata in modo appropriato. In Corea è però utilizzata in maniera molto versatile sia per la produzione di oggetti della quotidianità, ma anche in opere artistiche tradizionali e contemporanee …..”

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Presso l’Istituto di Cultura Coreana sono previste una serie di iniziative musicali e cinematografiche. Per saperne di più consultare il sito dell’Istituto.

ROMA Istituto di Cultura Coreana Via Nomentana e Museo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese Viale Fiorello La Guardia, 6 fino al 27 febbraio 2022 dal martedì al venerdì  ore 10.00 – 16.00; sabato e domenica 10.00 – 19.00. Ingresso Gratuito. Informazioni: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00); www.museocarlobilotti.it; www.museiincomuneroma.it. In ottemperanza a quanto stabilito dal Decreto Legge del 23 luglio 2021, n. 105, l’ingresso al museo sarà consentito                                                 esclusivamente ai soggetti muniti di Green Pass. È obbligatorio l’uso della mascherina. Vietati gli assembramenti.

Dante in mostra a Roma nel Museo Pietro Canonica per ricordare i settecento anni dalla morte

Mariagrazia Fiorentino – foto Donatello Urbani

Questa mostra si può interpretare anche come un atto dovuto al sommo poeta offerto dalla città Roma, che negli anni in cui visse il poeta era sede del papato, causa prima del suo esilio dall’amata Firenze e della sua peregrinazione nelle varie corti italiane. Sono esposte opere della collezione del Museo, fotografie e documenti che danno corpo all’idea di Dante percepita dallo scultore piemontese  e l’intenso rapporto intercorso tra lo scultore e il sommo poeta. Scrivono in proposito le curatrici Carla Scicchitano, Anna Gigante e Fabiola Polsinelli: “Pietro Canonica (Moncalieri, TO 1869 – Roma 1959), raffinato ritrattista delle più importati famiglie aristocratiche e delle principali Corti europee, amava molto leggere Dante, lo dichiara apertamente nelle sue memorie ma soprattutto se ne può trovare testimonianza in alcune sue sculture. Un rapporto evidente là dove l’omaggio al poeta è diretto, ma anche una traccia da cercare, da mettere in evidenza là dove Canonica s’ispira al mondo poetico di Dante. Queste opere, individuate all’interno della collezione permanente del Museo, in occasione della mostra sono state integrate dal ricco materiale fotografico e documentario solitamente conservato nell’archivio storico. Dall’indagine sono emersi segni e indizi che ci fanno capire l’importanza di Dante per l’immaginario dello scultore piemontese e il suo mondo creativo: con quali versi e con quale iconografia Canonica si è confrontato, quali tematiche ha selezionato e quali simboli ha scelto per dare corpo alla sua idea di Dante. Dallo studio e dall’accostamento dei materiali sono arrivate nuove interessanti letture delle opere di Pietro Canonica”.

Il percorso espositivo suddiviso in tre sezioni, si sviluppa interamente al pino terra del villino ubicato nel cuore del parco urbano di Villa Borghese – Piazza di Siena.

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La prima sezione s’ispirata al tema dell’amore ed accoglie alcune opere che rimandano alla triste storia di Paolo e Francesca narrato nel Canto V dell’Inferno e a La Veglia dell’Anima (1920), tema presente nel canto XVIII del Purgatorio.

Tra le opere che più esplicitamente omaggiano Dante un gesso raffigurante Beatrice (1910), calco dell’originale in marmo e bronzo che da fonti archivistiche risulta presente al Museo Peterhof di San Pietroburgo, in Russia.

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La seconda sezione affronta il difficile rapporto tra Dante e le istituzioni pubbliche come lo stesso poeta affronta nelle tre diverse invettive rivolte alla repubblica marinara di Pisa,  all’Italia  all’amata Firenze.

La terza sezione non ha un riferimento unico e ben definito; è una ricerca culturale nelle opere di Canonica dei temi affrontati dal Sommo Poeta nelle sue opere letterarie.

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Tutte le opere esposte lungo l’intero percorso espositivo vogliono consentire ai visitatori, anche attraverso apparati didattici e multimediali, come scrivono le curatrici: “…di approfondire alcune tematiche e d’immergersi in un contesto evocativo ed emozionale grazie anche alla lettura di alcuni versi tratti dalle opere di Dante”.

Roma, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, viale Pietro Canonica, 2 (piazza di Siena) – Roma fino al 27 febbraio 2022; con orari: dal martedì alla domenica ore 10.00-16.00 e ingresso gratuito. In ottemperanza a quanto stabilito dal Decreto Legge del 23 luglio 2021, n. 105, l’ingresso al Museo sarà consentito esclusivamente ai soggetti muniti di Green Pass. Attesa del proprio turno a distanza di sicurezza (almeno 1 mt). Misurazione temperatura con termoscanner (non è possibile accedere con temperatura uguale o superiore a 37.5).Nel Museo é obbligatorio l’uso della mascherina. Vietati gli assembramenti. Info mostra Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00–19.00) www.museocanonica.itwww.museiincomune.it

Roma – Centrale Montemartini: Si arricchisce di sei nuove opere la mostra “Colori dei Romani. I Mosaici dalle Collezioni Capitoline”

Mariagrazia Fiorentino

Fascino e bellezza. Queste le caratteristiche principali delle “Domus” presenti nella città di Roma e che, in epoca imperiale, passata la parsimoniosa modestia repubblicana, raggiunsero vette inimmaginabili in una testimonianza rara che dimostra il livello culturale della famiglia di appartenenza.

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All’abitazione si richiese di rappresentare lo “status symbol” della famiglia specie in quelle parti che nei secoli seguenti s’identificarono come di rappresentanza, non di rado anche nelle tombe. Nell’Urbe risiedeva l’elite dell’impero e la loro presenza è documentata da limitate ma significative presenze documentate prevalentemente nei mosaici ed in numero minore, ma altrettanto significativa, negli  affreschi. Auguriamoci che dopo questa esposizione tutti i vari reperti non tornino nuovamente nei depositi dei Musei Capitolini ma restino fruibili a tutti i cultri dei mosaici e del bello.

La mostra Colori dei Romani. Mosaici dalle Collezioni Capitoline, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, presenta per la prima volta al pubblico come scrivono i curatori: “altri sei capolavori che si aggiungono all’ampia selezione di mosaici già proposta nell’esposizione in corso dall’aprile 2021. Un evento importante che, attraverso la trama colorata di queste opere, prosegue il racconto della storia della città di Roma, illustrando nel modo più completo i contesti originari di rinvenimento. Le sei opere si inseriscono nel percorso della mostra arricchendone le diverse sezioni tematiche con inediti motivi figurativi e geometrici. Nuove trame colorate realizzate con grandi tessere di preziosi marmi policromi caratterizzano i due mosaici inseriti nella prima sezione, Storia e tecnica del mosaico, entrambi databili tra il III e il IV secolo d.C.

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Il primo presenta un motivo a scacchiera con riquadri di differenti colori, mentre il secondo è decorato da una più complessa composizione formata da motivi geometrici e floreali. Tessere di marmi preziosi, di basalto e di porfido rosso, creano un efficace contrasto cromatico.

Anche la sezione Vivere e abitare a Roma si amplia, accogliendo nei suoi spazi nuove opere, tra queste domina il grande mosaico pavimentale con decorazione a cassettoni, proveniente da una lussuosa domus che sorgeva in età repubblicana sull’Aventino. L’eccezionale stato di conservazione del mosaico presenta il pavimento integro in tutte le sue parti.

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La sezione I mosaici dei sepolcri, infine, accoglie altre opere inedite, tra cui un mosaico bianco e nero che presenta una vivace decorazione con figure di amorini circondati da tralci di acanto. Il mosaico costituiva il pavimento di una tomba scoperta a Roma nel 1936, durante gli scavi per la costruzione di una chiesa nei pressi della Stazione di Trastevere; l’edificio sepolcrale faceva parte della necropoli che in età romana sorgeva lungo la via Portuense.”

Roma – Centrale Montemartini, via Ostiense 106, fino al15 giugno 2022. Dal martedì alla domenica  con orario 9.00 – 19.00; 24 e 31 dicembre 9.00-14.00. Chiuso il 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura. Biglietteria: Ingresso museo e mostra: non residenti nel territorio di Roma Capitale intero € 10,00; ridotto € 9,00;residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): intero € 9,00; ridotto € 8,00. Ingresso gratuito e ridotto per le categorie previste dalla tariffazione vigente. Per i possessori della MIC Card l’ingresso è gratuito. L’ingresso al Museo è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di Green Pass. Nel Museo È obbligatorio l’uso della mascherina. Vietati gli assembramenti. Info mostra: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.zetema.itwww.centralemontemartini.orgwww.museiincomune.it

 

Alfabeti Riflessi – Arte e scrittura oltre i confini – Mostra nella Villa Torlonia, Dipendenza della Casina delle Civette fino al 16 gennaio 2022

Donatello Urbani

Arte e scrittura hanno da sempre camminato in parallelo; così le 26 opere, esposte nella Dipendenza della Casina delle Civette, Musei di Villa Torlonia, nate dalla collaborazione di artisti di differenti paesi, testimoniano la ricerca di un linguaggio comune sull’arte incisoria che superi i confini nazionali.  Tema comune su cui hanno lavorato i 24 artisti provenienti da differenti paesi, è il frutto di un lavoro corale basato sulla scrittura dove la cultura e le differenti visioni hanno potuto confrontarsi e trovare un linguaggio comune nella sperimentazione dell’arte incisoria. Le 26 opere realizzate a quattro mani, come scrivono i curatori, “racchiudono tutte una doppia identità creativa. La calligrafia araba, realizzata da Usama Saad, artista italo-egiziano,  è stata utilizzata come quinta simbolica che accoglie la spiccata individualità con cui le artiste provenienti dal Bangladesh, Canada, Cina, Finlandia, Iran, Italia, Polonia, Tunisia e USA sono intervenute con proprie tecniche, stili e alfabeti diversi. L’iniziativa testimonia quanto una comunità artistica – che accoglie al suo interno mondi diversi e una prassi artistica collaborativa – possa contribuire al superamento della paura del confronto con qualcosa di stilisticamente e umanamente diverso, e creare così una visione del fare comunicazione creativa aperta al dialogo e capace di leggere la contemporaneità”.

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Stefania Fabrizi e Usama Saad-“AGON”- in greco antico é lotta da cui deriva agonismo – Susanna Doccioli Usama Saad- “Tar-Verso”

L’esposizione, realizzata dall’Associazione Culturale Stamperia Ripa 69, è a cura di Ursula Bonetti e Usama Saad,  e verrà corredata da una serie di attività didattiche dedicate alle diverse tecniche di arte incisoria, tra cui laboratori per bambini e per adulti.

Roma, via Nomentana, 70 – Musei di Villa Torlonia – Dipendenza della Casina delle Civette fino al 16 gennaio 2022. Con orario: martedì – domenica ore 9.00-19.00; 24 e 31 dicembre 9.00-14.00. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura; giorni di chiusura: lunedì, 1 gennaio Info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 -19.00); www.museivillatorlonia.it; www.museiincomuneroma.it. Ingresso gratuito per i possessori della MIC Card.  In ottemperanza a quanto stabilito dal Decreto Legge del 23 luglio 2021, n. 105, l’ingresso al Museo sarà consentito esclusivamente ai soggetti muniti di Green Pass.

 

 

Rieti: Un museo diffuso che non ti aspetti

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Per una città limitrofa la convivenza con Roma, sia pure limitata al turismo, non sempre è cosa facile. Una metropoli quale Roma, carica di storia e preziose testimonianze di arte e cultura, fagocitare i vicini rientra nel gioco delle parti. Non molto è cambiato nella confinante sabina nel corso dei millenni dal “Ratto delle sabine” fino alle ultime iniziative di Roma Capitale. Perspicacia ed ingegno non hanno mai fatto difetto ai Reatini, diretti discendenti dei Sabini. Ultima iniziativa nata dall’interessamento della Camera di Commercio di Rieti Viterbo con il supporto dell’Azienda Speciale Centro Italia Rieti, è l’apertura del territorio e della città alle testimonianze di arte e cultura in modo da rendere il tutto un vero e proprio “museo diffuso” valorizzando il turismo lento nel capoluogo reatino e lungo il Cammino di Francesco nell’ambito del progetto “PID – Punto impresa digitale”, che ha unito la tradizione all’innovazione rappresentata da un viaggio virtuale nella Rieti medievale.

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“RIattivati”, un’associazione culturale sorta a Rieti nel 2019 grazie ad un gruppo di giovani cultori di arti e culture locali, ha posto in essere una serie di visite guidate e  percorsi tematici, anche virtuali, digital storytelling ed eventi culturali, con l’intento di valorizzare le bellezze e le attività turistiche del territorio reatino. “Rieti è la città dell’acqua”, precisa la mia guida Marco Franceschini nel percorso di trekking urbano lungo Km.6 circa e privo di qualsiasi difficoltà, che insieme affrontiamo. Possibile anche utilizzare i nuovi monopattini elettrici.

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“In antico le attività molitorie, dalla macinazione di prodotti vari dal grano, al mais e alle castagne, per giungere alla gastronomia dove ancor oggi, i primi piatti di pasta fatta in casa e artigianale costituiscono vere e proprie specialità, hanno lasciato  il posto alla canoa, rafting, anche a livello competitivo, ma principalmente a interessanti percorsi naturalistici lungo il fiume Velino.

 

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Due specialità della gastronomia reatina – crèpe con ricotta, lime e menta – stracci antrodocani – proposte dal Centro Enogastronomico/trattoria “Le TRE porte”-Via della Verdura,21/25 -Rieti – tel. 0746.272416 – info@cxampagnasabina.it

Storia, arte, architettura e vicende militari sono gli altri temi che con abilità e maestria sono stati trattati dalla guida lungo il percorso urbano tutt’oggi  ricco di presenze archeologiche, artistiche, architettoniche e resti di antiche fortezze, torri e fortificazioni militari trasformate in abitazioni.

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                             Rieti – Il nuovo ponte sul fiume Velino che ha sostituito il precedente romano e cui resti sono visibili in basso 

“Medievalis riscoperta” è il virtual tour che conclude questa interessante visita museale. Il giovane architetto Giacomo Nicolò, promotore di questa bella iniziativa, si ripropone di presentare in cinque diversi approfondimenti: “Ponte Romano”, “Strata Pontis”, “Verso la città medievale”, “Insula Episcopalis” e “Il nuovo volto della città”, con, sue parole,”…un nuovo percorso di visita della città di Rieti, volto al recupero delle sue radici storiche medievali. Grazie alla ricostruzione di scenari in realtà virtuale ed il supporto d’innovativi contenuti  multimediali si può rivivere un’esperienza unica ed immersiva a 360°, avvolti nell’atmosfera dei secoli d’oro di Rieti”. La partecipazione deve essere prenotata. Costo €.10,00 a partecipante per gruppi di 8/10 persone.

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              Assisi – Giotto di Bondone – Basilica superiore – Il Presepe di Francesco a Greccio allestito nella notte di Natale del 1223.

Sarà un anno speciale per Rieti il prossimo 2023. “E’ stato costituito un Comitato” parole dell’Assessore Comunale Daniele Sinibaldi, “con il compito di programmare una serie d’iniziative che ricordino e diano giusto risalto all’800^ compleanno del Presepe realizzato da San Francesco a Greccio” cittadina dell’immediato interland di Rieti. I valori culturali, essenzialmente naturalistici,  insieme a quelli religiosi,  propri della grande sensibilità di Frate Francesco sono alla base dell’evento “Presepe Vivente” che a partire dalla vigilia del Natale del 1223 viene ricordato e che trovano in questa valle reatina il grembo da cui sono nati alla stregua di una vera e propria madre. Una bella occasione per i turisti motivati di leggere in un nuovo linguaggio pagine di cultura proposte da un sorprendente museo diffuso.

Per saperne di più consultare il sito www.visitrieti.it. Per informazioni e prenotarsi alle attività dell’Associazione Culturale RIattivati info@riattivati.org – riattivati.org – tel.+39.347.3316549

Le foto di Tina Modotti in mostra a Palazzo Merulana

A cura della redazione

Questa mostra che vede esposte nel Palazzo di Via Merulana le foto di Tina Modotti é la prima di  una rassegna che prevede altre due esposizioni fotografiche negli stessi spazi fino al 6 aprile con il preciso intento d’indagare, come scrivono i curatori,: “il rapporto tra la fotografia e l’arte in generale con il tema del desiderio, della passione e della bellezza stimolando la ricerca sulle motivazioni e le spinte più profonde che animano i sogni e le azioni quotidiane che puntano alla realizzazione di essi”. Questa che accoglie le opere della fotografa Tina Modotti che verrà inaugurata il prossimo 22 febbraio per proseguire fino al successivo 8 marzo, ha un titolo quanto mai intrigante: “Eros”, che, come ha affermato Maria Cristina Valeri, Presidente dell’associazione Roma Fotografia, organizzatrice di queste rassegne, “vuole delineare, attraverso la fotografia, i contorni e le sfumature della forza straordinaria che muove il mondo: il Desiderio”.  Temi insoliti specie se riferiti a una donna, un’artista oltre le definizioni, oltre il suo tempo degli anni venti dello scorso secolo, che li proietta in una nuova modernità e trova nel “Desiderio” la scintilla per muoversi verso un ideale imprescindibile, una passione irrinunciabile, una volontà tenace, nell’esplorazione di sé e della stessa vita per lei già immortale.

A questa esposizione seguirà la seconda rassegna dall’11 al 22 marzo con le foto di Chiara Caselli: immagini riferite alla contemporaneità intrisa di classicismo. Entrambe le rassegne hanno per protagoniste donne che rappresentano forza, indipendenza, coraggio, emancipazione, e diventano portatrici di un messaggio importante che Roma Fotografia vuole amplificare: la presenza incisiva, attenta, competente e innovativa delle donne in un settore spesso declinato al maschile come la fotografia.

Dal 25 marzo al 4 aprile è il turno di Stelle Silenti, mostra curata dall’Archivio Fotografico dell’Istituto Luce-Cinecittà, composta da 48 stampe fotografiche digitalizzate e restaurate dall’Archivio Fotografico Luce, dedicata al Cinema muto degli anni ’20. Il progetto deve il suo grande valore al Fondo Cinema Muto, costituito da fotogrammi cinematografici originali dei primi del 900 che riguardano scene tratte da film muti.

Queste mostre saranno accompagnate da incontri, workshop, laboratori didattici e un evento di chiusura  di particolare importanza:un incontro con Franco Fontana

Per informazioni e sul calendario completo delle varie iniziative è possibile consultare il sito internet www.roma-fotografia.it

 

Roma: Nuovo Macro Via Nizza– Museo per l’immaginazione preventiva

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

E’ stato presentato il 3 febbraio u.s. il progetto per il nuovo Macro di Via Nizza, con una veste museale completamente innovativa e un giovane nuovo direttore: Luca Lo Pinto. Una persona speciale che si distingue da  tutte le altre per una straordinaria “normalità”, che segue con rigore la sua strada senza scendere a compromessi e scorciatoie per arrivare ai risultati, ma con una grande esperienza maturata come direttore della  Kunsthalle Wien.

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Un progetto che prova a ripensare il museo in forma sperimentale e sempre più inclusivo, che parli ai giovani, un museo gratuito che può dare una diversa lettura. Da comuni stampa: il “Museo per l’Immaginazione Preventiva prende concretamente forma come un magazine tridimensionale, in cui ogni spazio del museo è ripensato come una specifica rubrica. L’architettura fluida che caratterizza il MACRO diventa così la griglia di un’impaginazione aperta a contenuti eterogenei e all’improvvisazione: un centro culturale polifonico dove una struttura editoriale si traduce in una forma vivente.La programmazione non sarà quindi scandita esclusivamente dalle mostre, ma da una serie di formati:

- MONO (Aritmici; Polifonia), monografie interdisciplinari;                           

- MEDIUM (Musica da Camera; In-Design; Studio Bibliografico;Palestra), sezioni dedicate ad ambiti e processi non convenzionali ma oggi centrali nelle pratiche artistiche contemporanee;

- RETROFUTURO, uno speciale display che ripensa la collezione attuale e funge da palinsesto dove esporre le opere di una collezione in fieri dedicata alle nuove generazioni;

- SOLO / MULTI, mostre monografiche, con l’eccezione di qualche collettiva, dedicate a figure fuori formato, coerenti all’attitudine interdisciplinare del museo;

- AGORÀ, il motore discorsivo del museo, con un programma d’incontri a loro volta scanditi in formati;

- EXTRA, che sviluppa sia una MACRO Academy che funga da software per attività di approfondimento e formazione sia uno spazio permanente dedicato all’attività didattica per i bambini.

Senza ignorare le origini e lo sviluppo dell’istituzione museale, credo sia necessario tentare di svincolarsi da modelli che risultano anacronistici rispetto alle complessità e porosità del linguaggio artistico contemporaneo. In un momento storico in cui il concetto di museo e la sua identità sono messi in continua discussione dai mutamenti sociali ed economici nonché dai linguaggi dell’arte stessa, è essenziale sperimentare modelli alternativi dove l’immaginazione possa essere il motore principale. Declinerò l’intera istituzione in una dimensione performativa: un grande stage in cui far convivere situazioni, mostre, progetti con dimensioni spaziali e temporali diversi mirando a coinvolgere il pubblico con una programmazione che sia insieme accessibile ma non d’intrattenimento, comprensibile ma non didascalica. Un’infrastruttura condivisa che possa essere uno spazio per la reciprocità, la convivialità e la messa in discussione del ruolo della produzione artistica e della sua ricezione. L’obiettivo è di mettere a punto una struttura museale elastica e interdisciplinare che pone al centro gli artisti e il loro pensiero. Un museo quale studio di produzioni di immaginari”.

Luca Lo Pinto Direttore artistico del MACRO

Auguri al nuovo Macro di Via Nizza