Mariagrazia Fiorentino – Foto  Donatello Urbani

Tutti coloro che hanno incontrato le civiltà mesoamericane, specialmente visitando il Messico, non dimenticheranno mai queste terre con i loro miti, misteri, leggende, suoni, città antiche e civiltà arcaiche che in altre epoche furono fra le più avanzate del mondo. Una storia millenaria con circa 60 differenti etnie ognuna con un linguaggio diverso ma unite con un legame culturale forte tra passato e presente. Questa mostra presentata a Roma vuole unire e consolidare le relazioni diplomatiche del nostro paese e il Messico nella ricorrenza dei 150 anni della firma del protocollo diplomatico avvenuta il 15 dicembre 1874.

Il precorso espositivo nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura italiano e il Ministero della Cultura del Messico presenta attraverso la selezione di 163 manufatti provenienti delle collezioni di venti musei del Messico, il racconto sistematico delle tante, straordinarie civiltà figurative sviluppatesi oltreoceano con lo scopo di diffondere l’importanza e la peculiarità delle espressioni musicali preispaniche in particolare quello musicale, presente nelle civiltà precolombiane in diversi ambiti quotidiani come la religione, la guerra, la caccia, la salute e le attività domestiche. Un artista sa che per conquistare un successo non si può prescindere dal confrontarsi con il passato e la musica è uno strumento a disposizione dello stesso che la utilizza quando avverte il desiderio di collegare il proprio lavoro ad una storia millenaria.

Da comunicato stampa:” L’origine del suono, in Mesoamerica, come per le nuvole e la pioggia, parte da una forza invisibile della natura: il vento. Secondo la mitologia gli dèi, infatti, regalarono l’arte della musica all’umanità, e per i popoli mesoamericani, il concetto di “musica” includeva inoltre l’arte di cantare e danzare. La mostra prende così il suo nome dallo strumento musicale tlapitzalli, il flauto di Tezcatlipoca divinità precolombiana celebrata nel mese di maggio al termine della stagione secca. Tutt’oggi, grazie agli studi archeomusicologici, conosciamo alcuni elementi dell’estetica della musica preispanica. Come una melodia eseguita contemporaneamente con versioni diverse (eterofonia); o l’interferenza tra frequenze diverse (battimenti); oppure suoni diversi che formano un’armonia (polifonia); due o più ritmi simultanei (poliritmia); così come il rumore integrato al linguaggio musicale. L’esposizione si arricchisce di apparati audio che, grazie alle registrazioni di alcuni brani interpretati per l’occasione, offrono al visitatore una esperienza immersiva fra i suoni emessi da oggetti e strumenti musicali. L’obiettivo della mostra è un’immersione sensoriale totalizzante attraverso una panoramica ricchissima di immagini, documenti, reperti e riproduzioni sonore in grado di trasportare il visitatore in un mondo antico. Un percorso espositivo che intende sottolineare anche la conoscenza e la capacità di questo popolo di riprodurre gli elementi naturali all’interno degli strumenti musicali, inoltre questa rassegna rappresenta la sintesi di un lungo percorso, un’occasione unica per ammirare manufatti antichi con lo scopo di far comprendere ai visitatori la conoscenza e la capacità di questo popolo di riprodurre gli elementi naturali all’interno degli strumenti musicali”.

Accompagna la mostra uno splendido catalogo pag.127 costo €.27 per le Edizioni Artem s.r.l.

Roma – Scuderie del Quirinale – Via 4 Novembre