Mariagrazia Fiorentino

Aumentano gli investimenti nelle rinnovabili anche nel 2024, ma l’attuale quadro normativo frena la crescita (gli effetti saranno evidenti già a partire dal 2026) è quanto è emerso nel dibattito svoltosi al MAXXI di Roma lo scorso 10 ottobre. L’obbiettivo preposto è quanto mai ambizioso quanto impegnativo: coprire il 65% del fabbisogno elettrico nazionale con energia rinnovabile entro il 2030. Un obiettivo sfidante, come riportato nel comunicato stampa, “se si considera che attualmente, la quota in Italia è pari al 36,8%, ancora lontana da quella di altri Paesi europei come la Spagna (52%), la Germania (50%) e la Francia (27%), che però conta sul nucleare. L’Italia avrebbe tutte le potenzialità per raggiungere questo obiettivo, alla luce dei trend di crescita della potenza rinnovabile installata, ma è destinata a scontrarsi con l’attuale quadro regolatorio. Negli ultimi cinque anni il mercato italiano delle energie rinnovabili è cresciuto in modo significativo, anche grazie ai numerosi progetti finanziati da investitori internazionali”.  Nota dolente le autorizzazioni prescritte per la costruzione di nuovi impianti (permitting).  Attualmente il settore si trova in una situazione di “attesa” sia per capire come si muoveranno le Regioni nell’attuazione del DM Aree Idonee, sia per valutare quale sarà il destino del solare a seguito dei divieti introdotti dal DL Agricoltura. Da comunicato stampa: “le sofferenze derivano dalla mancanza di un contesto regolatorio stabile nel tempo e coerente con la strategia energetica nazionale, a partire dagli obiettivi che l’Italia si è impegnata a raggiungere entro il 2030. I decreti Agricoltura ed Aree Idonee, tanto attesi, ora rischiano di rallentare – se non bloccare – le installazioni (soprattutto il fotovoltaico), mentre i provvedimenti che potrebbero favorirle sono ancora in fase di definizione. Ritardi permangono anche sull’avvio del decreto FER X che è ancora oggetto di confronto con Bruxelles. È in discussione anche il Testo Unico Rinnovabili, concepito per mettere ordine nei processi autorizzativi ma che sembra lontano da riuscire a semplificare gli iter. Le uniche note positive – è emerso dai lavori – riguardano la pubblicazione dello schema di incentivazione FER 2 per le rinnovabili innovative (e di cui si aspettano le regole operative del GSE) e l’impugnazione da parte del governo della moratoria della regione Sardegna che ha sospeso per 18 mesi i processi di autorizzazione e fermato la costruzione di impianti già avviati”.

Fra i vari interventi è stato di particolare interesse quello di Alessandro Marangoni, ceo di Althesys , organizzatrice dell’evento , che ha affermato: “Continua la fase di crescita straordinaria per gli investimenti nelle energie rinnovabili in Italia nonostante le sfide economiche globali e quelle nazionali derivanti dalle complessità normative e autorizzative. Tra gli elementi da sottolineare c’è sicuramente il crescente interesse proveniente da molti player anche internazionali per progetti di accumulo, ma anche lo sviluppo dell’eolico offshore. Restano però sul futuro del settore una serie di incognite che influenzeranno le scelte degli investitori: il ridimensionamento sensibile dei prezzi elettrici in Europa, dopo due anni di picchi; la tenuta della capacità della rete, sottoposta a carichi crescenti anche a causa della cattiva distribuzione regionale sbilanciata al Sud; infine, il Governo ha annunciato il ritorno del nucleare, ovviamente di nuova generazione, una tecnologia che potenzialmente potrebbe condizionare lo scenario energetico del prossimo decennio e drenare in futuro risorse previste per le rinnovabili”.