Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani
La presentazione alla stampa ed agli operatori turistici della capitale é avvenuta nella bella sede del Pio Sodalizio dei Piceni, alla presenza di rappresentanti delle maggiori realtà imprenditoriali e turistiche del comprensorio montano compreso tra Fabriano, Matelica e Camerino.
Ha aperto la presentazione il presidente della Fondazione il Vallato Antonio Roversi che ha dichiarato: “ Seppur giovani (siamo nati appena un anno fa su iniziativa dell’illuminato imprenditore matelicese Giovanni Ciccolini, fondatore della Halley Informatica, società leader nella distribuzione di software per gli enti pubblici), i progetti che stiamo stilando sono ambiziosi ed aspirano ad incrementare la crescita di un territorio molto particolare, ricchissimo di eccellenze e tipicità, che si snoda da Fabriano ai Monti Sibillini ed è identificabile con il nome di Sinclinale Camerte».
A seguire gli interventi di vari relatori che si sono focalizzati sui progetti redatti dalla collaborazione delle realtà associative ed istituzionali locali e sui lavori in corso in materia di tutela ambientale, ricerca archeologica, valorizzazione del patrimonio storico/artistico, mappatura dei sentieri e potenziamento del comparto agro-alimentare.
A mettere in luce i collegamenti di «un territorio che racchiude in se la più alta concentrazione di abbazie e rocche d’Italia se non d’Europa» è stato poi Raimondo Turchi, presidente del Centro studi Luglio ’67, il quale ha tenuto a mettere in evidenza come «si stia lavorando alacremente per arrivare ad una candidatura a patrimonio universale del paesaggio viti-vinicolo della Sinclinale Camerte per le sue peculiarità che si coniugano perfettamente con il turismo, l’archeologia e la cultura di un’area già ricchissima di risorse naturali. Questa è la terra della carta di Fabriano (che si produce ancora a Pioraco, come prima si faceva ad Esanatoglia e Castelraimondo) e dell’antico sapere dell’Università di Camerino». Nel dettaglio dell’argomento è poi scesa l’archeologa Martina Santucci, presentando un patrimonio straordinario di reperti che va dal Globo di Matelica, l’orologio solare sferico del II secolo d.C., unico nel suo genere al mondo, fino alle grandi necropoli umbro-picene rinvenute tra Fabriano e Matelica. La guida naturalistica Giovanni Angradi, tramite dei video, ha permesso di scoprire le maggiori risorse per il trekking e la natura di ambienti ancora incontaminati, racchiusi tra la faggeta di Canfaito, le gole di Jana e di Frasassi o i Monti Sibillini.
Molti percorsi, oggi naturalistici e biking, ripercorrono i tracciati a suo tempo percorsi dai pellegrini sulle orme dei Santi Francesco, Benedetto e Domenico
Percorsi e progetti delle attività in bicicletta, promossi attraverso Marche Italia Tour. Nicola Ucci, responsabile marketing dell’organizzazione, non ha avuto dubbi nel rivendicare: «Quando anni fa ho deciso di trasferirmi da Bologna a Fabriano, mi hanno preso per pazzo. A distanza di tempo non ho alcun rimpianto: qui la vita è migliore, più sana e ricca di stimoli, quelli che cercano tanti in fuga dalla città alla ricerca del vero relax». Così pure l’imprenditore Carlo Pasqualini ha elencato le proposte per gli amanti delle due ruote sul territorio, alcune portate avanti con il supporto dei magazzini Decathlon o di importanti testimonial dello sport.
Della risorsa più diffusa e nota di tutta la vallata, il Verdicchio di Matelica, ha quindi offerto la sua presentazione Umberto Gagliardi, presidente del Consorzio dei produttori: «E’ il vino bianco più premiato d’Italia, tipico di questa zona e unico per le sue caratteristiche organolettiche, un ottimo biglietto da visita per intenditori, ma non solo». La presentazione ha inoltre interessato altre eccellenze culturali, turistiche ed enogastronomiche quali il miele prodotto da una varietà di ape, denominata Rotis, che è immune al famigerato acaro -varroa- che sta sterminando i tanto preziosi insetti. “La forza e la ricchezza di questo territorio, come ha commentato in chiusura una organizzatrice dell’iniziativa, Anna Nasturzo, sono proprio racchiuse nella sua eterogeneità culturale, linguistica, storica e naturale”. Le Marche stanno crescendo, la trasformazione é inarrestabile. Avanti tutta!
Per saperne di più consultare i siti delle varie cittadine.