Tlapitzalli Suoni e Musica dell’America Precolombiana per ricordare i 150 anni delle relazioni diplomatiche Italia/Messico in mostra alle Scuderie del Quirinale fino al 15 settembre 2024

Mariagrazia Fiorentino – Foto  Donatello Urbani

Tutti coloro che hanno incontrato le civiltà mesoamericane, specialmente visitando il Messico, non dimenticheranno mai queste terre con i loro miti, misteri, leggende, suoni, città antiche e civiltà arcaiche che in altre epoche furono fra le più avanzate del mondo. Una storia millenaria con circa 60 differenti etnie ognuna con un linguaggio diverso ma unite con un legame culturale forte tra passato e presente. Questa mostra presentata a Roma vuole unire e consolidare le relazioni diplomatiche del nostro paese e il Messico nella ricorrenza dei 150 anni della firma del protocollo diplomatico avvenuta il 15 dicembre 1874.

Il precorso espositivo nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura italiano e il Ministero della Cultura del Messico presenta attraverso la selezione di 163 manufatti provenienti delle collezioni di venti musei del Messico, il racconto sistematico delle tante, straordinarie civiltà figurative sviluppatesi oltreoceano con lo scopo di diffondere l’importanza e la peculiarità delle espressioni musicali preispaniche in particolare quello musicale, presente nelle civiltà precolombiane in diversi ambiti quotidiani come la religione, la guerra, la caccia, la salute e le attività domestiche. Un artista sa che per conquistare un successo non si può prescindere dal confrontarsi con il passato e la musica è uno strumento a disposizione dello stesso che la utilizza quando avverte il desiderio di collegare il proprio lavoro ad una storia millenaria.

Da comunicato stampa:” L’origine del suono, in Mesoamerica, come per le nuvole e la pioggia, parte da una forza invisibile della natura: il vento. Secondo la mitologia gli dèi, infatti, regalarono l’arte della musica all’umanità, e per i popoli mesoamericani, il concetto di “musica” includeva inoltre l’arte di cantare e danzare. La mostra prende così il suo nome dallo strumento musicale tlapitzalli, il flauto di Tezcatlipoca divinità precolombiana celebrata nel mese di maggio al termine della stagione secca. Tutt’oggi, grazie agli studi archeomusicologici, conosciamo alcuni elementi dell’estetica della musica preispanica. Come una melodia eseguita contemporaneamente con versioni diverse (eterofonia); o l’interferenza tra frequenze diverse (battimenti); oppure suoni diversi che formano un’armonia (polifonia); due o più ritmi simultanei (poliritmia); così come il rumore integrato al linguaggio musicale. L’esposizione si arricchisce di apparati audio che, grazie alle registrazioni di alcuni brani interpretati per l’occasione, offrono al visitatore una esperienza immersiva fra i suoni emessi da oggetti e strumenti musicali. L’obiettivo della mostra è un’immersione sensoriale totalizzante attraverso una panoramica ricchissima di immagini, documenti, reperti e riproduzioni sonore in grado di trasportare il visitatore in un mondo antico. Un percorso espositivo che intende sottolineare anche la conoscenza e la capacità di questo popolo di riprodurre gli elementi naturali all’interno degli strumenti musicali, inoltre questa rassegna rappresenta la sintesi di un lungo percorso, un’occasione unica per ammirare manufatti antichi con lo scopo di far comprendere ai visitatori la conoscenza e la capacità di questo popolo di riprodurre gli elementi naturali all’interno degli strumenti musicali”.

Accompagna la mostra uno splendido catalogo pag.127 costo €.27 per le Edizioni Artem s.r.l.

Roma – Scuderie del Quirinale – Via 4 Novembre

 

Tabasco – Eden del turismo messicano

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

“….gli dei crearono i primi esseri dotati di ragione annientando tutti gli esseri difettosi della loro creazione e dopo l’adempimento dei loro compiti terrestri s’innalzarono di nuovo in cielo là dove è il cuore del cielo, cioè a Debavill, altrimenti detto: colui che vede al buio”…… –  Testo tratto dalla Bibbia Maya.

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L’occasione dei 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Messico ed Italia può essere la migliore opportunità per un viaggio in Messico e meglio conoscere la storia e la cultura di questa nazione più vicina a noi di quanto si pensi in ogni sua espressione, grazie a nuove rotte aeree. Le antiche civiltà mesoamericane dagli Olmechi, la prima archeologicamente documentata, agli Aztechi, l’ultima presente nel territorio all’arrivo dei “conquistadores” spagnoli, saranno il filo conduttore che accompagnerà questa esperienza turistica.

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Una simpatica iniziativa di promozione turistica è stata organizzata a Roma nel più noto ristorante Messicano “El Tiburon”- Via Malta, 12 –  dallo Stato Tabasco con la partecipazione del locale Ministro del Turismo insieme ad alcuni membri dell’Ambasciata del Messico in Italia.

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Il treno Maya attraverso 34 stazioni consente una visione generale sulle civiltà precolombiane presenti nel territorio dello Stato Tabasco e nello stesso tempo consentire escursioni naturalistiche, effettuare rilassanti pesche sportive, partecipare a vari festival senza tralasciare l’eccellente gastronomia locale dove formaggi e cacao occupano posizioni di grande rilievo.

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Villahermosa è la capitale dello Stato. Fu fondata nel 1596 con il nome di Villa Felipe II. Due anni dopo venne chiamata San Juan Bautista de la Villa Hermosa. In centro si trovano ancora edifici in stile coloniale con i tetti costruiti per accogliere le frequenti e forti piogge. Lo zòcalo si chiama qui Piazza della Costituzione. Una visita da non mancare deve essere quella riservata al Museo che espone una splendida collezione di oggetti Olmechi e Maya: sculture, maschere, figurine e ceramiche.

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I mercati luoghi d’incontro di gente diversissima è il grande punto di confluenza di mille tradizioni. I più attraenti sono i mercati indigeni, i “tianguis” dove gli indiani vengono a vendere i loro prodotti e fare gli acquisti per la settimana.

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Perchè non immergersi prima della partenza nella cultura, inclusa quella gastronomica, che incontreremo nella nostra programmata escursione turistica in Tabasco? Il ristorante “El Tiburon” offre tutte le caratteristiche specifiche del caso. La titolare Diana Beltran, pluripremiata e rinomata chef nonché autrice di varie pubblicazioni sulla gastronomia messicana, è una signora simpaticissima che sa unire con sapienza il buon gusto delle pietanze con quello dell’ospitalità, caratteristiche queste che la popolazione tabasca offre a tutti quelli che desiderano incontrarla.

Maggiori notizie ed informazioni sui social e sul sito visitetabasco

 

Emilio Leofreddi in una mostra antologica al WeGil di Roma fino al 31 agosto 2024

Testo e foto di Donatello Urbani

Gli interessi artistici rappresentati nelle opere di Leofreddi sono stati i più svariati; nessuno però può eguagliare quello del viaggio sia pure raffigurato insieme ad altre, quali il teatro, la socializzazione e tutte le problematiche legate all’umanità, dalla fame nel mondo alla pena di morte.

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Emilio Leofreddi: “Contact” – Installazione – 1994 – Opera commissionata da Amnesty International e Nessuno tocchi Caino contro la pena di morte

La mostra antologica delle opere di questo artista allestita nel piano rialzato dello spazio espositivo WeGil di Roma – Via Ascianghi,5 – Trastevere – è stata voluta per ricordarlo ad un anno dalla sua prematura scomparsa. Il percorso espositivo è articolato secondo un percorso cronologico in cui, come riportato nel comunicato stampa, “le aeree tematiche, che l’artista ha sempre tenuto vive elaborandole e rielaborandole continuamente, fanno conoscere e approfondire la personalità e l’approccio esistenziale dell’artista, vissuto in stretto contatto con la sua poetica nell’arte”.

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Nato nel 1958, Emilio Leofreddi è stato un artista vitale e dinamico, sempre in continuo movimento, preso continuamente da nuovi progetti di viaggio, che ha affrontato come esperienza artistica e di conoscenza. Viaggio, sogno, immaginario onirico sono i temi centrali della sua poetica: continuare a sognare, coltivare la speranza di un mondo diverso è necessario quanto respirare. Far viaggiare le persone oltre le merci senza frontiere: “siamo cittadini del mondo”. Un mondo senza prevaricazioni. Un mondo in cui il colore “nero” abbia lo stesso peso specifico del colore “bianco”. Un mondo fatto di pace e di rispetto dell’altro da sé e dell’accettazione dello straniero, del “diverso”. Un mondo fatto di esperienza vera, di comunicazione genuina, di creatività, di fede nella consapevolezza come strumento e come scopo, dove la mobilità è vivere in armonia con l’inevitabile, e cioè l’inevitabile in sé stessi.

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Nel periodo dell’esposizione, sarà inoltre organizzato un calendario di eventi pubblici disegnati per offrire una chiave di lettura più completa e approfondita della vita dell’artista, del suo lavoro e delle sue connessioni con il mondo dell’arte contemporanea”.

Roma – Spazio espositivo WeGil – Via Ascianghi, n.5 Roma – Trastevere – fino al 31 agosto 2024 tutti i giorni con orario dalle 10.00 alle 19.00. Biglietto d’ingresso 9 euro, ridotto 7 euro

 

Renato Mambor, “artista concettuale” presente alla Galleria Tornabuoni Arte di Roma fino al 28 settembre 2024

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Circa trenta opere, alcune di notevole interesse, ci descrivono il suggestivo percorso artistico di uno dei maggiori esponenti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo”  che la critica d’arte definisce “il più emotivamente raffreddato, (M. G. Messina), evidenziandone i passaggi sostanziali e la coerenza poetica e formale sempre mantenuta dai primi esiti alle ultime produzioni. Pur nella pluralità dei linguaggi utilizzati e nella poliedricità dei suoi intenti, il lavoro di Renato Mambor continuativamente parla di osservazione, linguaggio, comunicabilità e relazione con l’altro”.

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“Uomo geografico”

Il percorso artistico inizia nel 1958 con una tempera su carta “Senza titolo” appartenente, come riportato sul comunicato stampa: “ad una fase ancora di ricerca e sperimentazione, con delle tangenze all’Informale appena trascorso (ancora non si firma Mambor, ma Mambo). E’ questo il momento delle prime mostre importanti: il Premio Cinecittà del 1958 e l’anno successivo Mambo(r), Schifano, Tacchi, a cura di Emilio Villa alla Galleria Appia Antica”. Dopo un lungo periodo dove sperimentazione e utilizzo di materiali vari sono al centro dell’attività artistica di Mambor che spazia oltre quella figurativa nel teatro e nel cinema, c’è un ritorno alla pittura come attestato da alcune opere, presenti in mostra, realizzate nel 1987 quando questa: “torna ad assumere una parte preponderante nella sua produzione. A questo periodo appartengono i lavori: Gli Osservatori (Maschera), 1983; Osservatori bianchi, 1996; L’uomo geografico/ fondo grigio, 2012; Le Coltivazioni Musicali, 2011. “Nei primi anni ’80 ho iniziato a lavorare su un’esperienza estetica che ho definito l’Osservatore […]  Non mi interessa chi è la persona, l’osservatore non è un ritratto alla persona, ma mi interessa ciò che la persona fa: l’atto di osservare” (parole dell’artista). Anche la scultura diventa parte strutturale della nuova produzione di Mambor, in una ricerca sullo spazio e sul modo di occuparlo, probabile eredità dell’esperienza teatrale. Chiude la mostra il lavoro Fili, 2012. Una serie di rocchetti di fili colorati è disposta su una parete secondo una sequenza lineare; una doppia sagoma tiene in mano una matassa. Unità separate all’occhio dello spettatore sono in realtà legate tra loro; immobili eppure in azione”. “Non c’è niente e nessuno che sia veramente separato dal resto, la vita stessa si manifesta in relazione. Tra il pittore e il fare il quadro, tra il dipinto e lo spettatore…Questi Fili nell’arte sono ciò che ci lega ai compagni di strada, alla storia contemporanea, al passato, alle diverse forme d’arte”. (R. Mambor)

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“Chiudere la porta”

Roma – Galleria Tornabuoni Arte – Via Bocca di Leone, 88 fino al 24 settembre 2024 con orario dal Martedì al Sabato h 10.00-13.00 / 14.00-19.00. Per saperne di più email roma@tornabuoniarte.it |tel. +39 06 98381010 –  Instagram| @tornabuoniart

Leonardo da Vinci ricordato nel 572^ anniversario della nascita al Museo/Mostra “Il Genio e le Invenzioni”al Palazzo della Cancelleria di Roma e nell’esposizione di opere dell’artista italo-spagnolo Francesco Astiaso Garcia

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

“…..nulla egli toccò che non trasmutasse in bellezza eterna.” – Berenson

In occasione del 572 anniversario della nascita di Leonardo da Vinci, il Museo/Mostra permanente  allestita nel Palazzo della Cancelleria a Roma dove sono esposte ben 65 riproduzioni delle più note macchine interattive progettate da Leonardo, è stata incrementata con varie riproduzioni di alcuni disegni relativi alle diverse aree di studio del genio del Rinascimento: ingegneria, tecnologia, musica, botanica, aeronautica, anatomia, cucina, robot, autocarri, ponti girevoli, macchine da stampa, sottomarini, apparati scenografici e molte altre.

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L’indiscusso fascino e interesse che si avverte lungo tutto il percorso espositivo è stato notevolmente ampliato con l’inserimento al suo interno delle opere dell’artista italo-spagnolo Francesco Astiaso Garcia.

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Fin dalla Genesi, la donna è stata plasmata da Dio come “aiuto simile” all’uomo (Genesi 2,18). Creatura di ineguagliabile bellezza e forza interiore, ella custodisce il mistero della vita, donando al mondo il frutto del suo grembo e nutrendo con amorevole dedizione la famiglia, focolare di affetti e di speranza. Tutto questo l’artista riesce a trasmettere nelle sue opere.

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Da comunicato stampa: “pittore e fotografo di fama internazionale. Nel corso della sua carriera artistica si è fatto apprezzare per la sua capacità di ritrarre la figura umana in modo da fissarne su tela l’essenza spirituale. Ha realizzato affreschi e pitture murali sia all’estero che in Italia, esponendo le sue opere in numerose gallerie d’Arte. Inoltre, dal 2011 collabora con il Vaticano per cui realizza commissioni artistiche. I quadri proposti all’interno della Mostra di Leonardo sono delle rivisitazioni delle celebri opere di Leonardo Da Vinci come la Gioconda, la Scapigliata, la Madonna del Garofano, la Dama con l’ermellino e tante altre. Per saperne di più sull’artista consultare il sito www.francescoastiaso.com

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E ancora, al fianco di Astiaso Garcia, anche le opere di Mario Taddei, artista, studioso ed esperto di multimedialità, dei codici e delle macchine di Leonardo da Vinci. La sua cifra stilistica si basa sulla rielaborazione digitale di figure ispirare ai manoscritti del maestro”.

Roma – Palazzo della Cancelleria – Piazza della Cancelleria, n.1 – Orari dal lunedi al venerdi dalle 9,30 alle 19,00 -. Weekend e festivi fino alle 19,30 – Costo biglietto d’ingresso acquistabile anche on-line: €.9,00 – 19/64 anni – studenti ed anziani. (over 65 anni) €.7,00 – bambini €.6,00 (5/12 anni)- gratis fino a 4 anni.

 

 

Achille Funi – ‘900 Classico e Rinascimentale – Dipinti, disegni e cartoni alla Galleria del Laocoonte Via di Margutta, 53/B e Nuovo spazio espositivo, Via Margutta, 81 fino al 28 aprile 2024

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

“Lei non può entrare”. Il mio tentativo di visitare di persona gli affreschi realizzati da Funi negli anni 1930 nella Cattedrale di Tripoli in Libia, trasformata successivamente in moschea, falli miseramente. Questo episodio mi ha lasciato una certa curiosità su questo artista tanto che non ho perso occasione di approfondirne la conoscenza, ogni qual volta il ristretto tempo disponibile me lo ha concesso. L’occasione offerta da Marco Fabio Apolloni e Monica Cardarelli, titolari della Galleria del Laocoonte, di organizzare una mostra su Achille Funi era un’occasione unica da non lasciarsi sfuggire. L’interessante catalogo messo a disposizione dei visitatori curato da Marco Fabio Apolloni e Monica Cardarelli con schede di Nicoletta Colombo, Luca Esposito e Vincenzo Mazzarella,: “Virgilio Socrate Funi, in arte Achille, nasce a Ferrara il 26 febbraio 1890. Nella città natale compie i primi studi di disegno, decorazione e modellazione alla Scuola d’arte «Dosso Dossi». Nel 1906 si trasferisce a Milano dove segue fino al 1910 i corsi di Pittura di Figura all’Accademia di Brera con Cesare Tallone”.

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Achille Funi: “La Battaglia” – 1949/&1950 – Tempera su cartone preparatoria all’affresco “La battaglia di Legnano” – Bergamo. Municipio. Sala Conciliare. Opera di grande attualità e modernità che pone in evidenza i peggiori istinti dell’uomo e dove nessun contendente è il reale vincitore della guerra.

Nel 1922 dopo le prime esperienze pittoriche con i Futuristi e la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale incontra Margherita Sarfatti e Lino Pesaro.  Con loro ed insieme ad altri artisti fondarono il gruppo di “Novecento”  volto ad un recupero della tradizione classica italiana rivisitata alla luce delle esperienze delle avanguardie degli inizi del secolo. Così la critica d’arte: “Le sue figure femminili, le nature morte, i ritratti, al di là dell’esplicita aspirazione neoclassicistica, stabiliscono un’eclettica gamma di riferimenti culturali, in parte connessi alla tradizione artistica ferrarese. L’interesse per la figura come fulcro ideale e soggetto principale dell’opera è, insieme con l’attenzione al mestiere, la caratteristica dominante del classicismo degli anni venti. Si era ormai spenta l’eco delle dichiarazioni futuriste del Manifesto tecnico (aprile 1910). Nel 1925 la Sarfatti, in una monografia su Funi, considerava l’artista erede della tradizione classica e rinascimentale ferrarese, ritenendo profeticamente che i caratteri di essenzialità e di grandezza del comporre che Funi dimostrava avrebbero potuto tradursi in efficaci soluzioni ad affresco”. Gli anni successivi videro l’artista impegnato sui fronti sia di pittura che di affresco pur nella diversità delle due tecniche. Mentre la pittura su cavalletto richiede prolungate riflessioni e molteplici prove prima di realizzare il segno sulla tela, quella murale è caratterizzata da veloci esecuzioni prima che l’intonaco sul quale è realizzata si prosciughi e non sia più idoneo a ricevere il colore. Questa attività proseguirà fino alla sua morte avvenuta ad Appiano Gentile (Como) il 26 luglio 1972.

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Come ricordato dai curatori nel catalogo: “Dal 1939 al 1960 è stato titolare della Cattedra d’Affresco all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove suoi allievi sono stati Giuseppe Ajmone, Valerio Pilon, Oreste Carpi. Alla sua carriera di insegnamento aggiungerà una breve parentesi all’Accademia Carrara di Bergamo, con una cattedra in pittura nel 1945….. E’ giusto che anche Funi possa rivedere le sue opere: perciò dalla collezione romana “Facce del Novecento” abbiano tirato fuori un autoritratto ad olio estivo del 1955. Il rosso di una fetta d’anguria, le rosse righe della maglietta a maniche corte, il cappello di paglia in capo, le iridi scure a pallottola, fanno pensare per un attimo a Picasso in Costa Azzurra. E invece è proprio lui, Socrate Virgilio Funi, detto Achille, nel suo villino di Forte dei Marmi…..”

 

Storia e Archeologia di Israele – Novità sulle vie del pellegrinaggio.

Donatello Urbani

L’approssimarsi del Giubileo della Misericordia 2025 ha riproposto in maniera autorevole le vie dei pellegrini che da sempre hanno avuto quali mete principali tanto Roma quanto Gerusalemme. Quanto mai interessante il Convegno organizzato dall’Ufficio Nazionale Israeliano CNPI – Coordinamento Nazionale Pellegrinaggi Italiani – sede di Milano al Pontificio Istituto Biblico di Roma con l’intento di presentare agli studiosi ed operatori turistici le ultime novità archeologiche israeliane.

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I professori Uzi Leibner e Orit Peleg-Barkat dell’Ebrew University of Jerusalem, co-direttori di scavi all’Ophel, hanno presentate le ultime campagne di scavo all’insediamento – Ophel –   che ospitava a Gerusalemme i pellegrini al tempo del secondo Tempio, mentre Marcello Fidanzio, dell’Università della Svizzera Italiana e Direttore della Qumram Caves Publication Projet, ha tenuto un’interessante relazione sul tema: “Le grotte di Qumran e i Rotoli del Mar Morto: nuove ricerche archeologiche”.

A seguire gli interventi di:

Kalanit Goren, Direttrice Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo –  con la presentazione delle: “Novità di Pellegrinaggi e turismo culturale: proposte del Ministero del Turismo di Israele;

Francesca Romana Stasolla (Sapienza Università di Roma, direttrice dello scavo al complesso del Santo Sepolcro) sul tem: “Dai pellegrini agli archeologi: racconti, prospettive, suggestioni di fronte al Santo Sepolcro di Gerusalemme”;

Craig Morrison (Pontificio Istituto Biblico, ha partecipato al convegno e contribuito al volume “I farisei” GB Press – San Paolo): “Chi erano i Farisei? Una ricerca interdisciplinare condotta da ebrei e cristiani”;

Mariagrazia Falcone, Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, Pr Director, che ha illustrato i nuovi: “Itinerari a piedi. Un nuovo modo di fare pellegrinaggio”

 

Al via il ciclo di mostre virtuali con “Pàthos. Valori, passioni, virtù”. In mostra 80 capolavori di oltre 60 artisti raffiguranti le passioni, i valori e le emozioni di personaggi femminili che hanno segnato la storia antica.

Mariagrazia Fiorentino

Un museo on line unico che permette di avere una visione globale di opere sia museali che provenienti dai depositi, collezioni private o fondazioni che si trovano in varie parti del mondo. Un museo catalogo “unicum” che permette a qualsiasi persona di usufruirne anche per chi si trova in un borgo sperduto del mondo, “perché le opere per meglio conservarsi non devono viaggiare, (non sono una compagnia di giro)” questo è anche il pensiero del curatore della mostra Angelo Massa. La dott.ssa Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese, nel suo intervento, sottolinea l’importanza di questa nuova forma di apprendimento virtuale di cui lo stesso Museo ne è capofila. L’istituzione museale, oltre promuovere le proprie collezioni, deve dare una proposta didattica ed educativa attraverso spazi laboratori dedicati che coniugano linguaggi tecnologici, analogici, digitali e artistici, non solo per bambini e ragazzi, ma soprattutto per adulti.

copertina                                      Domenico Brusasorci: “Suicidio di Cleopatra” 1515/1516 – Proprietà di Crèdit Agricole Italia

Da comunicato stampa: “Prorogata fino al 15 maggio 2024 “Pàthos. Valori, passioni, virtù” Mostra promossa da Acri Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e realizzata nell’ambito di Raccolte A seguito del successo riscontrato, la mostra virtuale “Pàthos. Valori, passioni, virtù” – curata dallo storico dell’arte Angelo Mazza, promossa dalla Commissione per i Beni e le Attività Culturali di Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e realizzata nell’ambito di R’Accolte – è stata prorogata fino al 15 maggio 2024. La proroga è stata annunciata in occasione dell’evento “Arte e @rte. I linguaggi della bellezza”, tenutosi lo scorso 13 marzo a Roma presso la sede centrale di Acri, promotore dell’incontro. Con il coinvolgimento di personalità di spicco del mondo della cultura – dotate di competenze, conoscenze e capacità scientifiche e comunicative nell’ambito dell’arte – sono stati affrontati diversi temi legati alla divulgazione artistica. L’obiettivo era mettere a confronto il mondo classico e tradizionale con quello contemporaneo, in modo da individuarne i punti di forza ma anche sollevando alcune criticità, creando insieme un dialogo condiviso e costruttivo. I protagonisti dell’evento – che ha visto la partecipazione di un vasto numero di giornalisti, addetti ai lavori e appassionati d’arte – sono stati: il giornalista e conduttore televisivo e radiofonico Nicolas Ballario, la giovane divulgatrice Benedetta Colombo – nota con il nome di @benedetta.artefacile – e lo storico dell’arte e curatore della mostra Angelo Mazza. Insieme a loro si è dialogato sul fenomeno della digitalizzazione dell’arte, sull’impatto dei social media e della realtà aumentata e su come le modalità tradizionali e quelle di ultima generazione al giorno d’oggi coesistano, rendendo l’arte sempre più accessibile.

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                                                            Guido Reni: “Lucrezia” – 1635/1640 circa – Proprietà di Fondazione Carisbo

Hanno preso parte al confronto anche il nuovo Presidente di Acri Giovanni Azzone, la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti e il Presidente della Commissione per i Beni e le Attività Culturali di Acri Donatella Pieri. Le video dichiarazioni di tutti i partecipanti all’incontro si possono scaricare da questo link: https://drive.google.com/drive/folders/1sLc3e-9nnYoyfvdAC3LQAMM4mU0-oFiq È inoltre possibile rivedere l’intero evento accedendo a questo link: https://raccolte.acri.it/it/pathos-raccolte/ “Pàthos. Valori, passioni, virtù”, inaugurata lo scorso 30 gennaio 2024, segna l’inizio di una nuova fase d’impegno di valorizzazione culturale da parte di R’Accolte, il più grande catalogo multimediale in Italia, che con l’avvio di questa prima mostra virtuale offre al pubblico l’opportunità di esplorare e comprendere le collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancaria in modi del tutto innovativi. L’esposizione, visitabile gratuitamente su www.pathos-raccolte.it, esplora in 10 stanze l’iconografia di numerose figure femminili dell’antichità e del Vecchio Testamento, divenute simbolo di uno specifico sentimento, emblema di valori, passioni e virtù. Al centro dell’esposizione le vicende di grandi eroine, come Cleopatra, Lucrezia, Eva, Betsabea, Rebecca e Giuditta, raffigurate da importanti artisti che hanno fatto la storia dell’arte. Elisabetta Sirani, Guercino, Parmigianino, Guido Reni, Giambattista Tiepolo, Giacinto Gemignani e Agostino Carracci sono solo alcuni dei nomi dei 60 artisti che hanno messo in luce le varie interpretazioni dei racconti biblici attraverso prevalentemente dipinti – ma anche incisioni, maioliche, bronzi e terrecotte – presentando al pubblico online una selezione di 80 capolavori che coprono un arco temporale dal XVI al XX secolo, provenienti da 31 Fondazioni. R’Accolte continuerà a celebrare e diffondere il ricco patrimonio delle collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancaria con l’avvio di nuove mostre virtuali, proseguendo sulla scia del successo ottenuto con “Pàthos. Valori, passioni, virtù”. Inoltre, è in fase di realizzazione un ampio programma di eventi e di iniziative culturali. Le Fondazioni per l’Arte: un impegno decennale nella promozione culturale Le Fondazioni di origine bancaria sono organizzazioni non profit, private e autonome, rappresentate collettivamente da Acri, il cui settore primario di intervento è proprio la cura e l’accessibilità dei beni culturali. Dal 2000 a oggi, a questo settore le Fondazioni hanno destinato complessivamente oltre 7,5 miliardi di euro, contribuendo significativamente allo sviluppo culturale delle comunità di riferimento e dell’intero Paese. Gli interventi sostenuti consistono prevalentemente in percorsi di creazione artistica, conservazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, con particolare attenzione all’accessibilità dei giovani e delle fasce più fragili delle comunità. Proprio con la medesima finalità, nel 2012 è nato R’Accolte, il grande catalogo multimediale delle opere d’arte delle Fondazioni, che ha reso alla portata di tutti le loro collezioni d’arte. Dal suo avvio, R’Accolte ha reso accessibili oltre 15.000 opere, censite secondo i più accurati standard internazionali, appartenenti a 78 collezioni, spaziando dal mondo antico al contemporaneo.

INFORMAZIONI UTILI TITOLO MOSTRA: Pàthos. Valori, passioni, virtù A CURA DI: Angelo Mazza QUANDO: Fino al 15 maggio 2024 DOVE: Online su www.pathos-raccolte.it PROMOSSA DA: Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa NELL’AMBITO DI: R’accolte – https://raccolte.acri.it/

Immagini per pensare – In una mostra collettiva nella sede romana dell’Università e-Campus – Via Matera, 18 – fino al 19 aprile 2024

Redazione – Foto courtesy della curatrice Cinzia Folcarelli.

L’esposizione collettiva dall’originale titolo “Immagini per pensare” curata da Cinzia  Folcarelli,  con  la  collaborazione dell’Associazione IPAZIA, vuole, come riportato sul comunicato stampa: “raccontare  con  le  immagini  il  pensiero  irrazionale  e  il  mondo  inconscio  attraverso  forme,  linee, colori:  la  ricerca  degli  artisti  dell’Associazione  IPAZIA  e  rendere  materia  le  immagini  e  i pensieri della realtà profonda, dando loro bellezza concreta”.

Paolo CAMIZ Congiunzione astrale 2023

                                                                                                          Paolo Camiz: “Congiunzione astrale” – 2023

Paolo Camiz: scultore, musicista e scienziato, assembla materiali di recupero, soprattutto ferro e legno, trasformandoli in personaggi spesso ironici e in racconti mitologici. Alessandra Diodati: nelle sue composizioni “musicali”, vuole rappresentare la leggerezza e la “fragilità”, col suo stendere e sovrapporre colori e trasparenze.

Riccardo Marchetti: è autore storico di opere piene di energia, ritmiche e poetiche, in cui la componente astratto-informale è protagonista.

Per Stefania Panelli l’arte è un potente mezzo di espressione individuale e comunicativo, che attualmente rivolge al mondo delle geometrie primitive.

Roberta PUGNO, ROSSO INTERNO, omaggio a Giordano Bruno,2024,tecnica mista su tela 90x104

                                                                                        Roberta Pugno: ROSSO INTERNO – Omaggio a Giordano

Roberta Pugno, pittrice-filosofa, è da sempre alla ricerca dell’origine del pensiero che nasce dalla materia e che, vestendosi di colore, sa creare forme nuove del “sentire”.

Nel corso dell’inaugurazione gli artisti sono stati intervistati dalla Responsabile della sede romana dell’Università e-Campus, dottoressa Rita Neri.

Mostra collettiva “Immagini per pensare”. Opere di Paolo Camiz, Alessandra Diodati, Riccardo Marchetti, Stefania Panelli, Roberta Pugno a cura di Cinzia Folcarelli in collaborazione con l’Associazione IPAZIA fino al 19 aprile 2024 nella sede romana: Università e-Campus, via Matera 18 – Roma, orari di apertura: dal lunedì al venerdì, ore 8.30 – 20.00; sabato 8.30 – 13.00; domenica e festivi    chiuso con ingresso gratuito. Informazioni: tel. 06 70304949 email: eventiecampus@uniecampus.it, cinzia.folcarelli@gmail.com, www.ipaziaimmaginepensiero.org

 

Il Palazzo delle Esposizioni di Roma ricorda Carla Accardi, nel centenario della nascita con una mostra retrospettiva fino al 9 giugno 2024

Redazione – Foto courtesy Palazzo dell’Esposizioni – Ufficio Stampa

Da comunicato stampa: “Figura di assoluto rilievo, Carla Accardi è stata per oltre mezzo secolo protagonista della cultura visiva italiana e internazionale. Attraverso la sua pittura, continuamente ridefinita da scelte radicali, ha contribuito in maniera rilevante alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte, dall’astrattismo dell’immediato dopoguerra all’informale, dalla pittura-ambiente a un’arte segnata dalle istanze del femminismo, fino alla rinnovata joie de vivre incarnata nei dipinti negli anni Ottanta e nei grandi dittici e trittici degli anni Novanta e Duemila. Caso unico tra gli artisti italiani della sua generazione, ha allacciato dialoghi significativi con artisti e intellettuali più giovani nell’arco delle diverse stagioni del suo lavoro. In mostra circa cento opere, datate dal 1946 al 2014, articolate in un percorso cronologico che include porzioni di allestimenti concepiti dalla stessa Carla Accardi, dedotti dalla documentazione fotografica che ha consentito di ricostruire anche la sala personale alla Biennale di Venezia del 1988. Grazie a questi ‘innesti’, nel progettare la mostra è stato possibile affidarsi alla ‘scrittura espositiva’ dell’artista stessa, potendo così restituire l’estrema libertà con la quale concepì il rapporto tra opera e spazio, scardinando convenzioni e inaugurando nuove pratiche. I capolavori sono stati scelti con l’idea sia di mettere in evidenza le fasi germinali nel lavoro di Carla Accardi, sia di presentare le opere nelle quali l’artista si è espressa con maggiore radicalità e che si sono rivelate seminali nel contesto nazionale e internazionale.

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                                                                                                     Composizione – 1947

Si potranno ammirare i suoi primi oli su tela, mai esposti. Sarà possibile ripercorrere gli esordi nella compagine di Forma e verificare le diverse fasi del suo lavoro: l’approdo a una originale definizione del segno, la radicalità del bianco e nero e la successiva iridescente apparizione del colore, la dematerializzazione del corpo della pittura e la scoperta della superficie di sicofoil trasparente, gli ambienti degli anni Sessanta che hanno precorso i tempi, le sperimentazioni degli anni Settanta e Ottanta, fino ai grandi dittici degli anni Novanta e Duemila. Di particolare rilievo è la presenza di entrambe le Tende realizzate dall’artista: Tenda del 1965-1966 e la radiosa Triplice tenda del 1969-1971, il grande ambiente dipinto che si trova nelle collezioni del Centre Pompidou. Saranno esposte anche le due altre opere dell’artista concepite come spazi abitabili e attraversabili, la Casa labirinto del 1999-2000 e il Cilindrocono del 1972-2013. È riproposta anche l’installazione-ambiente Origine, l’opera maggiormente legata alla militanza femminista di Carla Accardi, nel modo esatto in cui l’artista la presentò nel 1976 a Roma, concependola come un percorso attraverso i recessi della memoria.

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                                                                                            Grandenerobianco – 1991

Fil rouge delle opere, risalenti agli anni Novanta e Duemila, è la particolare ‘rivisitazione’ che Carla Accardi fece dei suoi segni, frammentandoli, dilatandoli, ingigantendoli, ponendoli, in maniere diverse in relazione con l’ombra”. Il percorso espositivo si chiude con gli ultimi due dipinti di Carla Accardi, Imbucare i misteri e Ordine inverso, realizzati poco prima della sua scomparsa.

Palazzo Esposizioni Roma Roma, via Nazionale, 194. Mostra “Carla Accardi” fino al 9 giugno 2024. Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 20.00, lunedì chiuso. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura. Biglietti d’ingresso: Intero € 12.50 – ridotto € 10.00 – ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6.00 Ingresso gratuito per i bambini fino a 6 anni. Il biglietto è valido per tutte le mostre in corso. PRIMO MERCOLEDÌ DEL MESE Ingresso gratuito per gli under 30 (dalle 14.00 a chiusura). Il Palazzo Esposizioni Roma è accessibile alle persone con ridotta capacità motoria o sensoriale da tre ingressi privi di barriere architettoniche. Info www.palazzoesposizioni.it Facebook: @PalazzoEsposizioni | Instagram: @palazzoesposizioni | Twitter: @Esposizioni