Rientrato in Italia dagli Stati Uniti d’America il gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene insieme ad altri reperti archeologici.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Artefici di questa brillante, quanto complessa operazione, sono stati i Carabinieri della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto, in collaborazione con il District Attorney’s Office di Manhattan (New York – U.S.A.) e lo Homeland Security Investigations (H.S.I.). Il gruppo in terracotta, a grandezza quasi naturale, del IV secolo a.C, trafugato negli anni ‘70 da un sito archeologico tarantino e acquistato successivamente dal The Paul Getty Museum di Malibu (LosAngeles – U.S.A.), tornerà dopo l’esposizione romana nella sua terra d’origine ed entrerà a far parte della collezione permanente del Museo Archeologico di Taranto (MArTA).

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Una grande vittoria questa che oltre le istituzioni coinvolte vede primeggiare l’arte, quella pura, intangibile, testimone ineguagliabile della bellezza e della cultura di una popolazione. Boris Pasternak, uno fra i maggiori scrittori russi e premio Nobel per la Letteratura, fa commentare in proposito al Dottor Zivago nell’omonimo romanzo: “L’arte non mi è mai sembrata un oggetto o un aspetto della forma, ma piuttosto una parte nascosta e misteriosa del contenuto. Per me questo è chiaro come la luce del giorno, lo sento con tutto me stesso, ma come esprimere e formulare questo concetto?  Le opere d’arte parlano in tanti modi: con l’argomento, la tesi, le situazioni, i personaggi. Ma soprattutto parlano per la presenza dell’arte……”. Scrivono in proposito i curatori del Museo dell’Arte Salvata: “ Il gruppo scultoreo in terracotta raffigura Orfeo – il mitico cantore che, con la sua voce, poteva domare persino Cerbero, il feroce cane degli Inferi – e due Sirene – spaventosi esseri mitologici dalla voce così incantevole da far impazzire i marinai che passavano accanto a loro. Secondo il mito, Orfeo avrebbe sconfitto le Sirene durante il viaggio di ritorno degli Argonauti, nei pressi di un’isola della Sicilia o dell’Italia del Sud. La vittoria di Orfeo sulle Sirene rappresenta simbolicamente il trionfo dell’armonia musicale, un concetto chiave del pensiero filosofico e politico pitagorico, particolarmente diffuso nelle città della Magna Grecia. L’opera è stata prodotta proprio in questo ambiente greco d’Occidente, più precisamente in un atelier di Taranto, dove in effetti sarebbe stata scoperta. Proveniente forse da un monumento funerario o da un santuario, si data alla fine del IV secolo a.C.” La dichiarazione di Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei completa quanto sopra: “….Il gruppo scultoreo rappresenta un mito antico e, forse, adornava la tomba di un adepto ai misteri orfici, colui che, conducendo una vita in purezza, assicurava all’anima una sopravvivenza ultraterrena. Le sirene, che guardano Orfeo, non sono come le immaginiamo oggi, ovvero donne con il corpo di pesce. Sono rappresentate come figure ibride di donna e di uccello, secondo l’iconografia più antica, che verrà superata da quella a noi più familiare soltanto nel Medioevo. Il gruppo era originariamente dipinto, e possiamo ipotizzare che, grazie alla pittura, vi fosse un intenso gioco di sguardi tra le sculture, che costituiscono davvero un esemplare unico perché raramente una scena mitica come questa veniva rappresentata in terracotta, non abbiamo paralleli nel mondo antico”.

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Dal Generale B. Roberto Riccardi, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, veniamo a conoscenza, nel corso della conferenza stampa, delle varie fasi di questa operazione denominata “Orpheus”.  “L’indagine, mirata a contrastare il traffico illecito di beni archeologici di provenienza italiana in ambito internazionale, è stata sviluppata a più riprese dalla Sezione Archeologia del Reparto Operativo TPC. Lo spunto si è avuto quando i militari hanno scoperto che un noto indiziato di reati contro il patrimonio culturale aveva messo in atto una serie di traffici di reperti archeologici, provento di scavo clandestino nella provincia di Taranto, avvalendosi di un’organizzazione con propaggini internazionali. Nel corso delle attività investigative si appurava che il noto trafficante aveva avuto un ruolo nelle vicende relative allo scavo clandestino e all’esportazione illecita del gruppo scultoreo denominato Orfeo e le Sirene avvenuto negli anni ‘70. In effetti, dalla documentazione individuata e dagli accertamenti svolti, veniva assodato che i preziosi reperti erano stati scavati e rinvenuti in frammenti presso un sito tarantino da alcuni tombaroli del posto, i quali li avevano ceduti ad un noto ricettatore locale, con contatti con la criminalità organizzata, che, a sua volta, li aveva ceduti ad un altro ricettatore, con contatti internazionali e titolare di una galleria d’arte in Svizzera. Le sculture, in frammenti, vennero affidate ad un altro soggetto specializzato nel trasferire beni culturali all’estero, che effettuò il trasporto in Svizzera, dove vennero affidati ad un restauratore che li ricompose e ridiede forma alle opere. Dopo un periodo di giacenza in Svizzera, in attesa di un compratore, le sculture furono acquistate (per 500 mila dollari) dal The Paul Getty Museum di Malibu (Los Angeles – U.S.A.) grazie all’intermediazione di un funzionario di una banca svizzera. Con Orfeo e le Sirene sono tornati a casa in questi giorni 142 oggetti recuperati negli Stati Uniti d’America, dei quali si era avuta la restituzione lo scorso luglio. Si tratta di beni databili tra il 2500 a.C. e il VI secolo d.C. risalenti alle civiltà romana, etrusca, apula e magnogreca. In occasione del viaggio che ha visto i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale toccare New York e Los Angeles, il 6 settembre ne sono stati restituiti all’Italia altri 58 che rientreranno nei prossimi mesi. Si tratta di un flusso importante di archeologia trafugata. Nello stesso filone ulteriori 201 reperti erano stati rimpatriati dagli USA a partire dallo scorso dicembre, una parte di essi costituisce l’esposizione con la quale il 15 giugno è stato aperto il Museo dell’Arte Salvata”.

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Roma – Museo dell’Arte Salvata, (all’interno del Museo Nazionale Romano) Via G. Romita (ex Planetario), dal 18 settembre al 15 ottobre 2022 per raggiungere definitivamente il Museo Archeologico di Taranto dove faranno parte delle collezioni esposte in maniera permanente.

Romaeuropa Festival – REF – 2022 – Un Festival che non ha barriere, con pubblici diversi, un Festival inclusivo per affermare il potere del dialogo artistico.

Pietro Urbani – Mariagrazia Fiorentino

E’ stata presentata a Roma nello splendido parco dell’Accademia Tedesca di Villa Massimo la 37^ edizione del Romaeuropa Festival, dall’ 8 settembre al 20 novembre prossimo,  e come nelle precedenti 36 edizioni, Roma si pone punto di riferimento della vita artistica, non solo europea, come si può intuire dal titolo. All’idea della Fondazione Romaeuropa, promotrice dell’iniziativa, si sono aggiunti quali sponsor e sostenitori molte delle più importanti istituzioni culturali e rappresentanze diplomatiche presenti a Roma in aggiunta al sostegno del MiC – Ministero della Cultura, della Regione Lazio e di Roma Capitale, conferendo a questo Festival caratteristiche ed interessi che vanno oltre quelli originali della Musica, Teatro , Danza, Digital e Kids.

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                                                                    Il Presidente della Fondazione Romaeuropa Guido Fabiani 

Tutto questo si è potuto rilevare nella presentazione di questa 37^ edizione del Presidente Guido Fabiani che ha affermato: «Credere fermamente che un futuro diverso sia ancora possibile e che lo si possa costruire attraverso il dialogo e il confronto culturale significa testimoniare l’opposizione netta e determinata ad ogni forma di aggressione, di guerra, di atrocità in Europa e ovunque nel mondo e rivendicare la centralità umana, con la sua unicità nel saper creare e immaginare”. Un “fare festival” che vuol significare riaffermare l’energia infrangibile dello spettacolo, la vocazione umanitaria dell’arte, quella trasmissione libera di idee, visioni e passioni che è risveglio dei valori su cui si fonda il dialogo culturale oggi minacciato dalla violenzaRomaeuropa vive con repulsione ogni aggressione militare e rilancia l’anelito di pace attraverso il potere sconfinato e salvifico dello spettacolo, di cui le artiste e gli artisti sono portavoce. Daranno vita a questi principi gli oltre 400 artisti ed artiste provenienti dai cinque continenti e che animeranno il REF2022 con un programma di musica, teatro, danza, nuovo circo, arti digitale e creazione per l’infanzia articolato in 74 giorni di programmazione con 80 spettacoli e 155 repliche in 18 spazi di Roma ad iniziare dalla cavea dell’Auditorium Parco della Musica che accoglierà gli spettacoli di apertura e chiusura del festival.

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                                                       Il Direttore artistico del RomaeuropaFestival 2022 Fabrizio Grifasi

Al Direttore artistico Fabrizio Grifasi il compito di illustrare in dettaglio l’intero programma che, come indicato in precedenza s’ispira ad alcuni principi di rilevante attualità quali solidarietà e sostenibilità:

DIALOGO CON LA STORIA, quale slancio di speranza che si “radica nella conoscenza e nel confronto con alcune delle pietre miliari del nostro Novecento e del nostro patrimonio culturale”;

DIALOGO CON IL PRESENTE |quale caposaldo della nostra storia e della nostra cultura “che le artiste e gli artisti del Romaeuropa Festival 2022 ci invitano ad interrogare per ricostruire, oggi, un più ampio patrimonio culturale e umano”;

DIALOGO CON IL FUTURO | L’attenzione del REF alle nuove proposte della scena nazionale. Interessante fra queste il concorso-premio Vivo d’Arte, dedicato ad artiste ed artisti sotto i 36 anni residenti stabilmente all’estero, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e volto alla selezione di opere originali di creazione contemporanea sviluppate nelle discipline del teatro, della danza e della musica che abbiano a cuore il tema della contaminazione e dell’incontro con la cultura del paese di residenza. Completa questo sguardo verso la scena del futuro Residenze Digitali, la rete per il sostegno alla creatività digitale,  di cui Romaeuropa è partner da quest’anno, che ha selezionato sei differenti progetti per un percorso volto all’esplorazione delle performing arts in rete, nell’ambito della sezione Digitalive del REF.

DIALOGO TRA GENERAZIONI | Nel segno dell’inclusione, del coinvolgimento delle famiglie e dell’apertura ad un pubblico di tutte le età il Romaeuropa Festival 2022 accresce la sua offerta tout le public. Alle bambine e ai bambini dai sei anni in su sono invece dedicati i weekend di REf Kids & Family, la sezione curata da Stefania Lo Giudice che attraversa tutta la durata del festival invitando il giovane pubblico ad esplorare i linguaggi della creazione contemporanea.

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DIALOGHI IN CONCERTO | Se la musica continua a fungere da collante tra le differenti proposte della programmazione del festival, riunendo prospettive d’indagine e pratiche differenti, cospicua è la proposta di concerti del Romaeuropa Festival 2022. Da segnalare fra queste quella proveniente dall’Islanda (nonostante le sue origini Australiane) di Ben Frost, un omaggio ad un artista che é stato presente da sempre icona dell’elettronica e della ricerca contemporanea, mentre dal Giappone il maestro Ryoji Ikeda prosegue con music for percussion n.2  (presentato in corealizzazione con Musica per Roma) il suo percorso di analisi e affondo sulle percussioni e sulla purezza del suono da loro prodotto. L’incontro tra linguaggi è anima anche della sezione Digitalive, a cura di Federica Patti, dedicata all’indagine delle culture digitali, delle sonorità sperimentali ed elettroniche e di quei formati performativi che stanno ridefinendo il concetto stesso di live musicale.

INSIEME – IN DIALOGO CON IL PUBBLICO | Sostenibilità e solidarietà, sono, dunque, le parole chiave che Romaeuropa sceglie di porre al centro di questa trentasettesima edizione. Nata all’insegna dell’impegno per il dialogo, l’accoglienza e supporto a chi nel mondo fugge da guerre, persecuzioni e violenze, una nuova collaborazione costruita con l’Agenzia ONU per i Rifugiati inaugura un percorso che si sostanzierà in un contributo filantropico a sostegno di UNHCR in Ucrania e in un calendario di attività condivise di prossima diffusione.

È volto alla sostenibilità ambientale, invece, il progetto REF Eco-Friendly che mira a calcolare, mitigare ed abbattere le esternalità ambientali negative di tutta l’organizzazione del Festival e che, grazie al prezioso supporto della Fondazione Ecosistemi ha dato vita ad un percorso volto ad incorporare la sostenibilità ambientale nella fase di ideazione, produzione e realizzazione del REF e a garantire una rete tra tutti i reparti volta alla transizione green delle catene di fornitura. Nello scorso mese di aprile, Romaeuropa ha contribuito alla nascita del Bosco intensivo di Via Rosa Raimondi Garibaldi, voluta dal Circolo Legambiente Garbatella attraverso la donazione di 16 piante di Acero Campestre nell’ambito del Progetto Ossigeno della Regione Lazio della quale è partner dal 2020Questa piantumazione contribuirà all’assorbimento della CO2 prodotta dai voli internazionali degli artisti nell’ambito del Festival 2022.

Per saperne di più: programma, info e biglietti consultare il sito web  www.romaeuropa.net

 

Gocce nell’oceano – Mostra di Artisti coreani all’Istituto di Cultura Coreano a Roma

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

“ARCOI”, – Associazione Artisti Coreani in Italia – ha promosso questa mostra con l’intento di offrire uno sguardo sull’arte dell’est asiatico, non solo quella presente in Corea, area in cui in aprile, come ha affermato la Direttrice del Centro Culturale Coreano di Roma, Ye Jin Chun, fioriscono i ciliegi mentre l’Europa si colora di verde. “Arte Meticciata”, come l’avrebbe definita Achille Bonito Oliva, nata all’ombra dei colori e dei profumi asiatici confusi con quelli presenti in Europa.

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Dalla sinistra la Presidente ARCOI che illustra l’esposizione alla Direttrice dell’Istituto Culturale Coreano e a S.E l’Ambasciatore della Repubblica Corea del Sud in Italia. 

Ancora più appropriate sono le parole della Direttrice dell’Istituto Culturale Coreano di Roma, Ye Jin Chun, che nel suo intervento inaugurale tenuto alla presenza del nuovo ambasciatore della Repubblica del Sud Corea e di un folto gruppo di persone, ha definito le opere esposte:” Singole gocce d’acqua che si uniscono per dar vita ad un immenso oceano, è questo il significato che si cela dietro il titolo della mostra, Gocce nell’Oceano”.

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                               L’artista Chun Mi Jin fotografata con  la sua opera: “Scattering n^1″ – tecnica mista su tela – cm.100 X 100

Diciassette artisti che dopo una prima formazione in patria sono partiti alla ricerca di una identità e di un linguaggio artistico capace di unire culture e tradizioni diverse. Nasce così un’arte dai colori delicati dei fiori di ciliegio fusi nel prorompente verde della primavera europea e significativamente espressi anche nell’opera “Scattering n^1” presentata dalla giovane artista Chun Mi Jin, laurea in Architettura all’Università di Stoccarda dopo l’altra conseguita alla Hong-ik University di Seul, che in proposito scrive: “Nel mio lavoro, colore e forma si soprappongono costantemente. Trasparenza, tenerezza e delicatezza rafforzano le illusioni del passato e del presente. Spazio, colore e forma sono separati ma sovrapposti, mescolati e combinati per mostrare un aspetto diverso dell’essenza originale. Le sottili emozioni ed i ricordi percepiti in uno spazio tridimensionale sono condensati su una tela bidimensionale per mostrare l’eternità mutevole”.

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 Shim Eun Ha: “Nuvola 3″ – 2020 – Marmo di Carrara – cm.30 X 37 X 45h – Interessanti le venature del marmo che offrono una vera animazione all’opera oltre la staticità propria della scultura.

Interessanti le opere che rimandano sia all’uso di materiali propri della nazione ospitante, quali il marmo di Carrara, contrapposte a quelle che ripensano materiali e forme artistiche della tradizione culturale della nazione d’origine. Due gli esempi più significativi. Il primo lo offre la scultrice Shim Eun Ha. Laurea in Scultura all’Hongik Università – Corea del Sud e all’Accademia di Belle Arti di Carrara, con la sua opera “Nuvola 3” che lei stessa definisce: “Volevo raffigurare un’espressione religiosa, naturale e umana attraverso la semplicità del corpo femminile. Cerco di rappresentare le linee originali della donna che racchiudono valori come la calma, l’attesa, l’amore, la pace e l’abbondanza. Sarei felice se il pubblico, a seconda del proprio stato d’animo, riuscisse a sentire una nuova forma naturale e simbolica oltre che la semplice forma fisica della donna.”

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                                                            Shin Yoo Sun: “Lucernario” 2021 – Cotone e viscosa – cm.60,5  X 155 

Diversa invece è l’opera di Shin Yoo Sun “Lucernario”, Università Femminile Ducksung – Moda e Costume- Istituto per l’Arte e il Restauro di Firenze e Laurea in Archeologia all’Università di Firenze, che lei stessa presenta come: “facente parte della serie di cornici, di porte e di finestre tradizionali, iniziata da qualche anno, che è stata realizzata con una rivisitazione del motivo decorativo tradizionale coreano “guyghyeopsal” combinata con la tecnica del “yeouijumumbo”, la cosiddetta “cathedral windows” e quella del “jogakbo”. L’opera ha una forma orizzontale, diversamente dalle precedenti, ispirandosi a un lucernario e riporta alla mente anche un soffitto a cassettoni italiano. A prima vista tale caratteristica potrebbe dare una doppia sensazione e creare vari sentimenti in base alla capacità d’immaginazione e alle esperienze   di ogni persona”.

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                           Hwang Da Sol: “Empty 1″ – 2020 – Acrilico, inchiostro di china su tela, luce di LED – cm.90 X 113 tela 70 X 100

Ciascuna opera comunque racchiude motivi d’interesse tanto artistici/culturali che sociali nell’intento non solo di esprimere un proprio linguaggio quanto un desiderio nel voler stabilire un punto di pacifica convivenza e convergenza e fondersi con culture e persone di altre terre come le gocce di un acquazzone primaverile cadute in pieno oceano.

Roma – Istituto Culturale Coreano – Via Nomentana n.12 – Mostra “Gocce nell’Oceano” dall’8 aprile al 13 maggio 2022 con ingresso gratuito dal lunedi al venerdi dalle ore 9,00 alle 17,00. Info sulle molte iniziative e attività programmate tel. 06.441633 e mail: info@culturacorea.it – sito web: www.culturascorea.it

“Colori e immagini della Scienza – Art&Science Across Italy” In mostra al Palazzo delle Esposizioni – Sala Fontana, piano Zero (ingresso Via Milano) dal 22 marzo al 3 aprile 2022


Mariagrazia Fiorentino –  Foto Donatello Urbani

Per una credenza che affonda le radici nei millenni passati, arte e scienza sono agli antipodi come il raziocinio contrapposto alla fantasia. Questa diatriba sembra oggi passata di moda  come dimostra la mostra “Colori e immagini della Scienza – Art&Science Across Italy”  organizzata nell’ambito di un progetto voluto dall’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – in collaborazione con il CERN di Ginevra che si propone di avvicinare i ragazzi al mondo della scienza utilizzando il linguaggio dell’arte.

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Lungo il percorso espositivo si possono ammirare circa 70 opere realizzate da 210 studenti provenienti da 28 istituti secondari che dal 2020 partecipano alla terza edizione del progetto Art&Science.

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Scrivono in proposito i curatori: “Ogni opera è stata ispirata da un argomento scientifico, che spazia tra varie discipline, dalla fisica alla geologia, ed è stata realizzata in seguito a una serie di seminari e incontri con ricercatori e ricercatrici che si sono svolti lo scorso anno. Nella fase creativa gli studenti e le studentesse sono stati seguiti da professori e artisti dell’Accademia di Belle Arti di Roma che hanno progettato e realizzato l’allestimento della mostra. Le più significative opere esposte in mostra saranno premiate il 4 aprile 2022 durante un evento dalle 16.00 presso Sapienza Università di Roma. Le opere premiate andranno a comporre la mostra e la competizione nazionale, che si terranno al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 13 al 30 maggio. Gli autori e le autrici delle opere ritenute più significative nella mostra nazionale saranno ospiti al CERN per un master sul rapporto tra arte e scienza a settembre 2022. All’edizione 2020-2022 di Art&Science Across Italy partecipano più di 5600 studenti, da 140 scuole di 10 regioni, dove il progetto è coordinato da alcuni ricercatori e ricercatrici delle sezioni INFN e delle Università locali. Le studentesse e gli studenti hanno realizzato un totale di circa 1000 opere che saranno esposte in 12 mostre nelle città che partecipano al progetto. I 20 vincitori della competizione nazionale sono infine invitati a partecipare a un master sul rapporto tra arte e scienza presso i laboratori dell’INFN o al CERN”.

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Roma – Palazzo delle Esposizioni -. Sala Fontana di Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale 194 (ingresso Via Milano) Dal 22 marzo al 3 aprile 2022 dalle 10 alle 20 chiuso il lunedì. Ingresso gratuito Maggiori informazioni: https://www.palazzoesposizioni.it/mostra/colori-e-immaginidellascienza  Per essere aggiornati sulle mostre di Art&Science Across Italy si rimanda alla pagina facebook del progetto https://www.facebook.com/artandscienceacrossitaly Tutte le news e le informazioni sul progetto Art&Science Across Italy https://artandscience.infn.it

 

 

 

 

 

 

 

“London Calling: British Contemporary Art Now” – 50 anni di arte contemporanea londinese dal 17 marzo al 17 luglio, a Palazzo Cipolla a Roma

Maria Grazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Ho ascoltato per la prima volta “London calling” dei the clash, quando avevo 14 anni, è stato come il canto della Sirena che mi ha attirato nella capitale. (Mat Collishaw)

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                                Mat Collishaw: “Seria ludo” – 2016- Acrilico, alluminio, luci Led, motore, vernice, resina, acciaio, cera.

Per la prima volta in Italia, la mostra “London Calling: British Contemporary Art Now”. 50 anni di arte londinese racconta attraverso oltre 30 magnifiche opere di 13 artisti di fama internazionale: da David Hockney a Anish Kapoor, da Jake e Dinos Chapman a Damien Hirst fino ad arrivare a Idris Khan. La città di Londra ha svolto un ruolo molto importante nell’arte contemporanea a partire dagli anni 60 dello scorso secolo. Una sequenza di artisti la cui carriera è stata in qualche modo influenzata dalla capitale britannica, o perché vi sono nati, oppure vi si sono recati durante la propria formazione, o magari trasferiti in un secondo momento in modo da essere vicini alle grandi gallerie e musei, quando non semplicemente per andare alla ricerca di nuovi orizzonti creativi. Artisti che hanno contribuito a collocare Londra nell’Olimpo delle avanguardie artistiche, così come lo erano state in precedenza Firenze nel Rinascimento, Parigi con l’Impressionismo o New York nella seconda metà del XX secolo. Partendo dal più anziano, David Hockney, fino a giungere al più giovane, Idris Khan, il percorso espositivo propone uno spaccato dell’attuale scena artistica londinese attraverso una serie di opere iconiche selezionate dai curatori Maya Binkin e Javier Molins in collaborazione con gli artisti stessi.

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” …. e se il passato e il futuro si potessero incontrare?…

Ynca Shonibare: “Planets in my head, Young Ecoligist”. Manichino in fibra di vetro, tessuto di cotone in stampa Was olandese, mappamondo in ottone, piastra appoggio in acciaio, trepiede e teodolite.

Ideata dalle collezioni/studi personali degli artisti, la mostra è supportata da gallerie e collezioni internazionali come Gagosian Gallery, Goodman Gallery, Galerie Lelong, LissonGallery, Modern Forms, Victoria Miró Gallery, Galerie Thaddaeus Ropac, Sean Kelly Gallery,New York, Tim Taylor Gallery, London, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea. La varietà degli artisti presenti consente, inoltre, di contemplare tecniche compositive assai diverse tra loro, come pittura, scultura, disegno, ceramica, fotografia, video e molto altro, esprimendo una molteplicità di temi quali la vita quotidiana, il confino, l’esplorazione dell’essere umano, il paesaggio, la politica, la religione, la storia dell’arte, la letteratura, la musica, il genere, la violenza o il rapporto tra la vita e la morte. e di averne assorbito il dinamismo e l’anticonformismo in una determinata fase della loro carriera.

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In primo piano: Anish Kapoor: “Non Objet” – 2014. Acciaio inossidabile. In secondo piano: ” Magenta Apple” – 2018. Acciaio inossidabile e vernice

A Palazzo Cipolla si è scelto di esporre le produzioni più recenti di questi artisti (fatta eccezione per qualche pezzo iconico, come ad esempio il Glen Matlockdi Hirst del 1997 o il vaso in ceramica di Grayson Perry del 1995) per dare conto dell’assoluta vitalità, originalità e dirompenza del messaggio di cui sono portatori ancora oggi, nel secondo decennio degli anni Duemila. Il percorso di mostra conduce il visitatore lungo un viaggio ideale in grado di condensare, in pratica, in poco più di una trentina di opere, la storia dell’arte contemporanea europea e occidentale, sia dal punto di vista delle sperimentazioni stilistiche che da quello delle ricerche di tipo concettuale.

Quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita. (Samuel Johnson)

Così la curatrice Maya Binkin: «Londra è una città unica nel suo genere. Per avere successo qui un artista deve essere il migliore nel suo campo: un’eccellenza, questa, che ha un impatto diretto sulla città elevandone gli standard, così da garantire che sia solo l’arte migliore a entrare nelle sue gallerie. È un ciclo che si alimenta da solo, perfezionandosi di volta in volta. La mostra “LondonCalling” presenta al pubblico una selezione di artisti che sono riusciti a sfondare malgrado la con-correnza spietata.»

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David Hockney – Sulla sinistra: “Self Portrait” – 2012. Disegno su carta realizzato con iPad. Destra: “Ser Tatton Sykes”. Disegno su carta realizzato al computer e stampato a getto d’inchiostro.

Le fa eco il curatore Javier Molins: «Per trovare una città con una tale concentrazione di talenti artistici bisogna risalire indietro nel tempo fino alla Firenze del Rinascimento. L’arte di quel periodo dovette la sua nascita a una serie di fattori, tra cui il progresso scientifico, economico e politico che portò le città a competere tra loro per attrarre i migliori artisti. Allo stesso modo, la rivoluzione dei costumi e il grande sviluppo economico che investirono Londra negli anni Sessanta hanno dato vita a un vivace ambiente artistico nel quale scuole d’arte e gallerie si contendevano i migliori studenti e gli artisti di spicco mentre i musei si sfidavano a colpi di mostre sensazionali. Non solo, le stesse istituzioni facevano a gara per premiare gli artisti più meritevoli e i collezionisti per acquistare le opere migliori. Lo scopo di questa mostra è di presentare il lavoro degli artisti di quel periodo, cercando di spiegare le ragioni che hanno decretato il primato di Londra sulla scena dell’arte contemporanea globale.»

Catalogo “London Calling – British contemporary art now – Da David Hockney a Idris Khan” – Edizione Gli Ori – Pistoia. Pagine 144. Prezzo €.28,00

Roma, Palazzo Cipolla, Via del Corso, 320. Dal17 marzo 2022 al 17 luglio 2022 con orario dal martedì alla domenica ore 10.00 > 20.00. Biglietto d’ingresso intero € 6,00 (audioguida inclusa) – Ridotto € 4,00 (audioguida inclusa) – valido per giovani fino a 26 anni, adulti oltre i 65 anni,  e varie categorie.  Info: Risponditore automatico: T. +39 06 9837051Email:biglietteriapalazzocipolla@gmail.com• Possibilità di accesso cani certificati per particolari patologie. Obbligo super green-pass.

Giacomo Boni – L’Alba della modernità – Gli anni della scoperta del Foro Romano ricordati con una mostra fino al 30 aprile 2022.

Testo e  Foto Donatello Urbani

Per l’archeologo Giacomo Boni questa mostra che si svolge interamente all’interno del Foro Romano è un vero e proprio ritorno a casa. Nessuno più di lui ha avuto il merito della riscoperta e valorizzazione di questo sito archeologico che è divenuto uno dei più visitati al mondo con i circa diecimila visitatori al giorno in prevalenza stranieri. Padrini di questa rassegna sono stati il Ministro dei Beni Culturali  On.le Dario Franceschini, Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei Statali e Alfonsina Russo, Direttore del Parco Archeologico del Colosseo.

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All’inaugurazione era presente anche l’Assessore Comunale ai Beni Culturali di Roma Capitale, Miguel Gotor, in omaggio ai grandi meriti che Boni ha avuto nell’affermazione di Roma quale capitale dell’allora giovane Regno d’Italia. Bopni arrivò a Roma dalla natia Venezia all’indomani dell’Unità d’Italia e dal 1898 fino al 1925 diresse le campagne di scavo che interessarono l’intera area del Foro Romano, rendendola fruibile non solo agli studiosi bensì all’intera popolazione. Di grande importanza furono le tecniche messe in campo quali la stratigrafia negli scavi e la fotografia aerea grazie ad una piccola mongolfiera che è possibile ammirare in originale fra i vari reperti esposti in mostra. La stessa Direttrice Alfonsina Russo definisce Boni: “…. un grande intellettuale del tempo, un antesignano, un personaggio a cui dobbiamo molto.”

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Merito indiscusso di Boni, fra i tanti riconosciutogli, fu quello non solo di avvalersi nel suo lavoro di quanto più di moderno e tecnologicamente avanzato veniva offerto in quegli anni, quanto di saperlo comunicare all’esterno avvalendosi tanto dei giornali quanto della stampa specialistica e creare intorno alle attività archeologiche messe in campo a  Roma, un interesse generale. Ai pellegrini che giungevano a Roma richiamati dalla fede religiosa e ai tanti turisti amanti dell’arte e del bello si aggiunsero quelli altrettanto numerosi che erano attratti dalla storia e dalle testimonianze archeologiche che giornalmente venivano alla luce. Tutto questo si può vedere, quasi toccare con mano, attraverso  fotografie e filmati dell’epoca realizzati dal neonato Istituto Luce, in un prezioso documentario fruibile all’interno del Museo Forense, riaperto per l’occasione dopo 40 anni di chiusura.

 

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Il percorso espositivo si articola in 4 sezioni. La prima di queste nel Tempio del Divo Romolo e nell’area circostante utilizzata nel periodo protostorico e monarchico quale necropoli. Questa fu l’area da dove Boni iniziò la sua campagna di scavi portando alla luce antiche tumulazioni risalenti ai Re di Roma. Molte di queste appartenevano a un ceto sociale elevato data la ricchezza dei corredi funerari rinvenuti. Interessanti quelle che custodivano le spoglie di bambini piccolissimi tumulati insieme a legni aromatici di bosso che, bruciati, davano un profumo di buono e di casa. All’interno del Tempio del Divo Romolo sono presenti le parti fisse della mongolfiera utilizzata da Boni alle quali fanno compagnia alcune opere d’arte di artisti del primo novecento quali Duilio Cambellotti, mentre la palla aerostatica è visibile all’esterno.

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La seconda sezione si trova nell’area di pertinenza della chiesa di Santa Maria Nova e relativo convento dei Padri Olivetani. Qui si trova il Museo Forense che espone, nelle stesse bacheche volute da Boni, i più importanti reperti rinvenuti nell’intera area. Fra questi meritano una particolare segnalazione alcune statue ed una vera di pozzo che permetteva di attingere l’acqua dalla Fonte Sacra di Giuturna voluta in età augustea dal magistrato Marcus Bartatius Pollio.

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La terza sezione, allestita nelle Uccelliere Fasrnese, ospita una ricostruzione dello studio di Boni e utilizzato anche per ricevere i personaggi in vista dell’epoca. Oltre il mobilio sono presenti in questo studio opere di artisti simbolisti del primo novecento, bellissima la tela di Giorgio De Chirico “Gli archeologi”.

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Una vera perla è lo spazio assegnato alla quarta sezione: “Santa Maria Antiqua” e relative pertinenze. Conosciuta come la “Cappella Sistina dell’antichità” per il prestigioso quanto bellissimo ciclo pittorico, è stata, nei secoli che videro la presenza bizantina in Italia, il punto di riferimento per i solenni riti religiosi. Fu riportata alla luce dallo stesso Boni abbattendo una chiesa seicentesca dedicata a Santa Maria Liberatrice che ne ostruiva l’accesso. Al suo interno oltre i bellissimi affreschi, presenti in originale, è possibile ammirare una ricostruzione multimediale dell’intero ciclo pittorico ed avere una panoramica di storia e cultura bizantina presente in Italia nei primi secoli del medioevo, testimoniati anche da vari reperti rinvenuti nel corso degli scavi.

 

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Come recita il titolo, “L’alba della modernità”, questa rassegna offre a molti visitatori l’opportunità di rivedere un preconcetto sull’archeologia: “scienza di cose vecchie, ma aperta anche al nuovo”.

 

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I lavori di scavo e restauro iniziati nel 2019 non si sono mai fermati durante la pandemia e sono tutt’ora in corso. Percorsi appositi sono previsti per disabili.

Accompagna la mostra un catalogo per le edizioni Electa pagine 215 costo €.34,00

Hanji “Carta Coreana” – L’arte contemporanea incontra un sapore antico: Roma fino al 22 febbraio 2022 al Museo Bilotti di Villa Borghese – Istituto di Cultura Coreano di Via Nomentana

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

La cultura ti fa vivere, viviamo nella ricchezza delle emozioni.

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Marina Paris – “Co-operative zone”

Le mostre sono un viaggio malinconico in un paese dove è bello frugare con gli occhi e con il cuore.

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L’artista Lee Sun Kyung con la sua opera “Origin oh Hanji”                                                 Bahar Hamzeh Pour: “Le donne e la guerra”

Cinquanta artisti si misurano con la carta Hanji realizzata  all’Accademia di Belle Arti di Roma, unico luogo in Europa dove viene prodotta. Opere d’arte contemporanea, pittura e disegno ma anche sculture, fotografia e installazioni multimediali  realizzate in carta coreana Hanji, detta anche “carta dei mille anni” per la sua grande resistenza e tenuta. Ciascuna operaé sufficientemente presentata al pubblico grazie anche ad un QR Code.

“La selezione degli artisti invitati comprende sia giovani alle prime esperienze sia importanti artisti riconosciuti a livello internazionale. A loro è stata garantita la massima libertà creativa, con l’unica richiesta di partecipare alla realizzazione manuale della carta presso il laboratorio dell’Accademia di Belle Arti di Roma, l’unico in Europa ad essersi specializzato nella produzione della Carta Coreana tradizionale, diventato nel corso degli anni di attività un luogo di riferimento per restauratori, artisti ed istituzioni. Il risultato di questa esperienza pratica sono i lavori visibili nella mostra al Museo Bilotti di Villa Borghese e all’Istituto Culturale Coreano di Via Nomentana, grazie ai quali la carta Hanji entra a pieno titolo nella ricerca del contemporaneo.

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Park Chul: “Lucky 21-18″ (Gli oggetti riprodotti sono portafortuna coreani) –           Vaso realizzato con carta Hanji trattato con lacca

Le opere italiane dialogano con quelle coreane e in una sezione dedicata sono visibili oggetti e manufatti che raccontano l’uso multidisciplinare che di questa carta si fa in Corea.

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Kimono realizzato con carta Hanji esposto insieme al copricapo che insieme costituiscono l’abito tradizionale nazionale

 “L’Hanji è soprattutto conosciuta per il restauro di libri antichi grazie all’eccezionale capacità di durare oltre mille anni se conservata in modo appropriato. In Corea è però utilizzata in maniera molto versatile sia per la produzione di oggetti della quotidianità, ma anche in opere artistiche tradizionali e contemporanee …..”

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Presso l’Istituto di Cultura Coreana sono previste una serie di iniziative musicali e cinematografiche. Per saperne di più consultare il sito dell’Istituto.

ROMA Istituto di Cultura Coreana Via Nomentana e Museo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese Viale Fiorello La Guardia, 6 fino al 27 febbraio 2022 dal martedì al venerdì  ore 10.00 – 16.00; sabato e domenica 10.00 – 19.00. Ingresso Gratuito. Informazioni: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00); www.museocarlobilotti.it; www.museiincomuneroma.it. In ottemperanza a quanto stabilito dal Decreto Legge del 23 luglio 2021, n. 105, l’ingresso al museo sarà consentito                                                 esclusivamente ai soggetti muniti di Green Pass. È obbligatorio l’uso della mascherina. Vietati gli assembramenti.

Montalto delle Marche (AP) – Ricorda il quinto centenario della nascita di Papa Sisto V^ – Felice Peretti – con una mostra che pone a confronto l’illustre concittadino con Pericle Fazzini dal 13 dicembre 2021 al 30 giugno 2022.

Donatello Urbani

L’esposizione  dal suggestivo titolo: “Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria”, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e Daniela Tisi che sono anche i curatori insieme a Roberta Serra e Alessandro Masi, intende fare un parallo fra due figure molto diverse fra loro: un Papa visionario e uno dei maggiori scultori italiani del Novecento.

Ritratto Sisto V^ - Anonimo

                                                                              Anonimo – Ritratto di Papa Sisto V^: Felice Peretti

Apparentemente distanti, Sgarbi per nostra fortuna ci ha abituato ad abbinamenti impossibili, hanno a ben vedere molto in comune. Nascono entrambi a Grottammare –Sisto V nel 1521 e Fazzini nel 1913 –, entrambi, come scrivono i curatori,  operano a Roma ma non abbandonano mai le loro radici e l’amore per la terra natale, e si dimostrano molto legati al borgo di Montalto delle Marche -sede principale della mostra -città d’origine della famiglia di Sisto V, che lui stesso definì “Patria carissima”.

Al lavoro                                                                                                   Pericle Fazzini nella sua atelier

L’esposizione si inaugurerà  il 13 dicembre prossimo, giorno in cui 500 anni fa nasceva Felice Peretti, quel papa Sisto V^ che nel seppur breve pontificato (1585-1590) diede un forte impulso, tra le altre cose, alle arti e alle opere pubbliche -tanto da essere definito l’Urbanista di Dio – non solo a Roma, ma anche in altre città marchigiane, come nel piccolo borgo di Montalto delle Marche che ancora oggi porta i segni del suo operato e della sua grandiosa visione.

Monumento a Sisto V^                                                     Montalto delle Marche: Monumento a Papa Sisto V^ realizzato da Fazzini nel 1985

La mostra “Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria” si apre idealmente con quel Monumento a Sisto V progettato da Pericle Fazzini per la città di Montalto delle Marche tra il 1984 e il 1985 che ancora oggi svetta nel borgo ed è l’orgoglio dei cittadini, come spiega Vittorio Sgarbi: “L’idea di collegare Sisto V a Pericle Fazzini è legata a un’occasione anch’essa celebrativa e cioè il monumento dedicato a Sisto V, l’ultima opera marchigiana realizzata da Fazzini, di invenzione aerea, concepita da un artista che ha voluto rappresentare l’anima del Papa più che la sua opera e quindi appartiene ad un momento e ad un’epoca, parliamo del 1986, in cui la grande stagione di Fazzini era al suo culmine. Lentamente poi, questa personalità, che era stata così emergente anche per essere collegata a importanti personalità dell’arte e della poesia del ‘900 come Ungaretti, a cui forse si deve il ritratto più significativo del poeta, sembra essere dimenticata”.

Ragazzo con gabbianoOnda

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       

  Pericle Fazzini: “Onda”                                                                                                                       Pericle Fazzini: “Ragazzo con i gabbiani

Uno stretto rapporto, infine, lega l’artista Fazzini con la spiritualità e come trasformando “la materia in qualcosa di vivo arriva fino a noi,…” come spiega Daniela Tisi. Fra le sue opere primeggia la celebre Resurrezione della sala Nervi, in Vaticano, voluta da Papa Paolo VI in chiusura del Concilio Vaticano II e inaugurata nel 1977. Ogni opera, come scrivono i curatori, “ racconta e rappresenta il dualismo tra spirito e materia sotteso in tutta la produzione dello scultore, a cominciare dal Ragazzo con i gabbiani(1940-1946), tutt’ora installata nella passeggiata marittima di Grottammare, presente in mostra con un bozzetto in legno e disegni preparatori, e ancora le figure femminili, la serie delle Onde del 1968, e quelle opere intrise di “sensibilità francescana” che raccontano la vita del Santo”.

Onda 1982I miei sandali sulla spiaggia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pericle Fazzini: “I miei zoccoli sulla spiaggia”                                                                    Pericle Fazzini: “Onda” – !982

L’intero percorso espositivo accoglie non solo sculture, ma anche grafica, i pastelli degli anni Settanta e Ottanta tra cui spicca “I miei zoccoli sulla spiaggia”, del 1982, e infine uno studio su carta e un bozzetto in bronzo inediti relativi al Monumento a Sisto V che rappresentano“la conclusione del suo percorso attraverso gli itinerari del sacro e della natura” come scrive Roberta Serra. La mostra Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria vuole rendere omaggio a questi marchigiani illustri, l’artista Fazzini e il Pontefice Sisto V^ celebrato nel cinquecentenario della sua nascita. Non solo, l’esposizione rappresenta anche l’occasione, partendo proprio da Montalto, di scoprire la presenza di Sisto V tra le province di Ascoli Piceno e Fermo, in un percorso fatto di luoghi, opere ed evidenze monumentali tutte da visitare e che si snoda tra Grottammare, Montalto delle Marche, Fermo e all’interno dei Musei sistini del Piceno.

unnamed Resurrezione                                                     Roma – Stato Città del Vaticano – Aula Paolo VI^: Pericle Fazzini “Resurrezione”

A  completamento del percorso turistico/culturale nelle terre di Papa Sisto V^, è di grande importanza quanto segnalato dalla news letter “Turismo News”, n.684 di Unionturismo che viene trascritto per intero:

VIAGGIO STRAORDINARIO FRA I MUSEI DELLE MARCHE. La chiusura dei musei, resa necessaria per contenere la diffusione del contagio da COVID 19, oltre a causare danni economici e sacrifici occupazionali, impedisce la produzione e la fruizione di valori che mai come in questo momento costituirebbero strumenti di pubblica utilità e conforto, più che occasione di semplice godimento. Per questo, in un momento eccezionale dove è preclusa la fruizione culturale nelle forme tradizionali, la Regione Marche, la Fondazione Marche Cultura e Icom Marche si sono fatti interpreti del mondo delle attività culturali e, in particolar modo del sistema dei musei marchigiani, dando loro voce con nuovi percorsi della conoscenza, grazie a una rappresentazione digitale del patrimonio culturale marchigiano attraverso oltre 60 clip video condivisi sui canali social della Regione Marche e sul blog www.destinazionemarche.it. Queste 60 clip, prodotte da più di 30 musei, ma anche da comuni ed enti culturali marchigiani, hanno una durata di circa due minuti e sono visibili sui canali social della Regione Marche: in una playlist dedicata sul canale Youtube Marche Tourism, sulle pagine Facebook Marche Tourisme Tesori delle Marche, sull‟accountTwitter Marche Tourism, e sul blog della Regione. www.europejournal.eu a firma Mariagrazia Fiorentino

25 Novembre2021 – Due significative manifestazioni – mostra temporanea a Roma , Villa Borghese e Festival Cinematografico a Valmontone – per ricordare la violenza di genere contro le donne.

Mariagrazia Fiorentino

Fra le tante manifestazioni che si sono alternate nella giornata del 25 novembre per tenere viva le tante e diverse violenze perpetrate contro i più deboli, specie se donne, due , una a Roma e l’altra a Valmontone,  interland romano, sono sembrate a questa redazione particolarmente significative e degne di rappresentare al meglio questo triste fenomeno.

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La prima che ha per titolo “Dafne is back” collocata all’interno del Tempietto di Diana nel parco urbano di Villa Borghese, s’ispira alla leggenda di Apollo e Dafne immortalando il momento nel quale Dafne torna a essere libera e non più imprigionata nella pianta di alloro in cui si era trasformata per fuggire alla violenza. L’obiettivo dell’opera è di affermare, come scrivono i curatori: “che la mimesi, il nascondersi o fuggire possono essere solo soluzioni temporanee, emergenziali contro la violenza mentre è assolutamente necessario liberare Dafne e permetterle di essere sé stessa mostrando la propria corporeità e il proprio pensiero senza il rischio di subire violenza fisica o psicologica. Questo vale non solo per Dafne e la donna, ma per chiunque sia costretto a nascondere la propria natura e le proprie idee per sfuggire alla violenza o all’emarginazione. L’opera ferma esattamente il momento in cui le due frecce in piombo e in oro che avevano dato avvio al mito classico, s’incontrano facendo smaterializzare la pianta di alloro che aveva protetto, imprigionandola, l’essenza di Dafne. La ninfa sparisce alla vista degli astanti essendo tornata alla sua piena libertà, rimangono ancora, per pochi attimi, solo le foglie di alloro che aleggiano in espansione nell’aria come unico riverbero ed eco del precedente stato assunto da Dafne”.

L’installazione, opera dell’artista londinese, ma di origine romana, Guido Iannuzzi è visibile fino al 27 marzo 2021. Informazioni per il pubblico: 060608 (tutti i giorni, 9.00 – 19.00); e sul sito  sovraintendenzaroma.it.

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A cura della redazione

Valmontone, Palazzo Doria Pamphjli, ospita fino al 28 novembre prossimo la II edizione del Women’s Art Independent Festival (W.A.I.F.) il festival dedicato alle donne diretto da Claudio Miani e organizzato da Officina d’Arte OutOut, che si svolgerà nelle suggestive mura di Palazzo Doria Pamphilj.  E’ questi, come scrivono gli organizzatori: “Un progetto di e per le donne, che si pone l’obiettivo di creare una nuova comunicazione culturale che punti all’inclusione sociale. Una quattro giorni fatta di incontri e dibattiti con artiste, intellettuali, scienziate e giornaliste che si confronteranno su cosa significa essere una donna oggi e su perché è importante continuare a parlare di diritti delle donne”.

Quanto mai interessante il programma dell’intera manifestazione che prevede:

  • VENERDÌ 26 NOVEMBRE 2021

Ore 16.00 – “La donna del calcio”, Per uno Sport senza generi introduce l’incontro la Presidente della IX Commissione, Eleonora Mattia. Incontro con l’ex-Presidente della A.S. Roma, Rosella Sensi.Moderano l’incontro Massimiliano Magni, speaker di Rete Sport 104.2 e Chiara Zucchelli, giornalista della Gazzetta dello Sport e speaker di Rete Sport 104.2

Ore 18.00 – Lingue a Sonagli, il salotto sgualcito di Bussoletti. Talkshow rivelazione creato e condotto dal cantautore Luca Bussoletti, dove attori, musicisti, influencer, sportivi, personaggi tv e comici si mostrano per come non li si conosce. Ospite di questa prima puntata Carolina Rey (volto di Rai1 e speaker di Radio Freccia)

Ore 19.30 – “La libertà di essere Donna” – Incontro con l’attrice e performer Giulia Di Quilio e conl’artista e coreografa subacquea Lucia Natale. Modera l’incontro il Direttore Artistico Claudio Miani. Nell’occasione verrà presentato il primo albo #Eros edito dall’Officina d’Aerte OutOut.

Ore 21.00 – “Tra pathos ed Eros. Il potere del Corpo”. Concerto per Pianoforte su stralcicinematografici del M.° Marco Werba. Voce Valentina D’Antoni. Due tempi scenici per raccontare il Grande Cinema.

  • SABATO 27 NOVEMBRE 2021

Ore 11.00 – Il Laboratorio dei Burattini “La Ginestra” presenta “La Principessa e il Drago” – Spettacolo realizzato dai bambini e dalle donne ospiti del Centro Regionale “La Ginestra” di Valmontone, gestito dall’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa.

Ore 15.00 – Proiezione del film Mama di Pablo de la Chica.

Ore 16.30 – “Prevenzione. Come salvarsi la vita”. Incontro a cura dell’Associazione Il Girasole diMirella Morgia.

Ore 18.00 – Lingue a Sonagli, il salotto sgualcito di Bussoletti. Secondo appuntamento con l’attrice della serie cult Boris, Karin Proia

Ore 19.30 – “Donne in Rete” – Incontro con Eleonora Cicchetti, stilista e founder del brand Eleonora Cicchetti Collection. Partendo dalla moda curvy.

Ore 21.00 – Per la sezione Women’s Theatre, in scena “(R)Esistenze – Le voci di Grimilde, de La Vecchiaccia e di Lella”. Tre quadri teatrali a cura della compagnia X-Pression – per la drammaturgia di Christine Hamp. Massimo Albanesi interpreta Grimilde, Teresa Mitilino porta in scena La Vecchiaccia e Daniele Pagani (er Pantera), Massimo Albanesi (er Moka), Paolo Farina (il professore),raccontano Lella.

  • DOMENICA 28 OTTOBRE 2021

Ore 15.00 – Proiezione del film “Che fine hanno fatto i sogni?”. Incontro con la regista PatriziaFregonese De Filippo

Ore 18.00 – Lingue a Sonagli, il salotto sgualcito di Bussoletti. Terzo ed ultimo incontro irriverente di Luca Bussoletti che porta nel suo salotto Beatrice Fazi, attrice della serie cult Un medico in famiglia.

Ore 19.30 – Proiezione del film Lockdownlove.it di Anna Marcello. Incontro con la regista e attrice Anna Marcello e il resto del cast: Anna Elena Pepe, Elisabetta Pellini e Livia Lupattelli.

Ore 21.00 – Per la sezione Women’s Theatre – “Milena ovvero Emelié du Chatelet” – Spettacolo teatrale per la regia di Maurizio Nichetti e interpretato da Milena Vukotic. Assegnazione del Premio alla Carriera Banca Patrimoni Sella & C. alla eclettica attrice Milena Vukotic.

Tanto intrigante quanto interessante, mi è sembrato, nel giorno di apertura, l’opening dell’installazione d’arte concettuale Renoir –“ Il collezionista di Mondi”, a cura del direttore artistico Claudio Miani, Niccolò Ratto e Renato Florindi con la supervisione artistica di Mauro Malagrande e il contributo espressivo di Giulia Di Quilio (madrina della manifestazione). Nel progetto si affronta il tema della cosmogonia attraverso un’istallazione concettuale dal forte richiamo mitopoietico, con l’obiettivo di stimolare un’esperienza immersiva dal contorno vagamente sciamanico. Qui si fondono alcune visioni sulla nascita dell’Universo proprie delle trazioni orientali e occidentali, diventando uno strumento per valorizzare la figura della donna.

RAW _ Rome Art Week – Un’intera settimana dal 25 al 30 ottobre 2021 dedicata all’arte contemporanea

Donatello Urbani

Roma, la maggiore rappresentante a livello mondiale dell’arte antica, si apre per la sesta volta al contemporaneo. Un’apertura in grande stile come si conviene ad una regina in cerca di nuove regalità. La settimana dell’arte romana – 25/30 ottobre 2021 –  animerà la capitale con un ricco calendario di mostre personali e  collettive, open studio, performance, talk, visite guidate gratuite, eventi e appuntamenti virtuali.

RAW-2021-ULTIMA-CENA-DI-ANTONIO-TAMBURRO-SESTO-SENSO-ART-GALLERY                                                                           Antonio Tamburro: “Ultima Cena” – Sesto Senso Art Gallery

Significative in proposito le parole di Massimiliano Padovan Di Benedetto, ideatore ed organizzatore di questa manifestazione: “Il circuito di RAW rappresenta una vera e propria novità nel settore dell’arte contemporanea romana e nazionale: un evento diffuso e “orizzontale”, un sofisticato network per l’arte contemporanea che ha l’obiettivo di costruire una rete tra tutti gli operatori del settore e il pubblico. Protagonisti musei, gallerie, spazi espositivi, curatori, artisti, associazioni, fondazioni e tutti gli stakeholders dell’arte contemporanea romana, uniti in una manifestazione gratuita e democratica con lo scopo di sviluppare e sostenere la conoscenza e la diffusione dell’arte a più livelli e promuovere un nuovo turismo nella Capitale legato al contemporaneo”.

RAW-2021-KOU-GALLERY                                        KOU Gallery – Gestita da Massimiliano Padovan Di Benedetto, ideatore ed organizzare di RAW

Saranno oltre 500 le partecipazioni, così suddivise: 142 gallerie e istituzioni con sede a Roma, 339 artisti e 58 curatori che lavorano nella Capitale e che  proporranno oltre 376 eventi tra esposizioni, incontri e open studio sparsi in tutti i 35 quartieri di Roma. Tutti gli eventi in programma saranno gratuiti, comprese le visita guidate e privi di qualsiasi biglietto d’ingresso.
Tra le grandi novità della sesta edizione di RAW, l’adesione di diverse realtà internazionali, tra gallerie, istituzioni e fondazioni, che hanno scelto la cornice di Rome Art Week per presentare al pubblico la loro attività. Tra queste l’Academia Belgica, la Casa Argentina, il Forum Austriaco di Cultura, la Real Academia de España, la Temple University Rome, l’AAIE Contemporary Art Center, la Galleria Bulgaria, l’IILA – Istituto Italo Latino Americano, solo per citarne alcune. Sarà una grande occasione per vedere di prima mano la cultura e l’arte presenti in paesi diversi dal nostro oltre le conoscenze e la visione, talvolta a torto o ragione, strette e riduttive presenti in casa nostra.
Numerosi anche gli artisti stranieri chiamati ad esporre i propri lavori in occasione di RAW 2021, provenienti da 22 paesi: Israele, Brasile, San Salvador, Maryland, Sri Lanka, Francia, Grecia, Palestina, Regno Unito, Cina, Polonia, Hawaii, Russia, Montana, Nepal, Germania,Venezuela, Olanda, Siberia, Svizzera, Tailandia, Colombia.

RAW-2021-TANIA-KALIMEROVA-GALLERIA-BULGARA                                                                                                  Tania Kalimerova – Galleria Bulgara
La giornata di venerdì 29 ottobre 2021 sarà nel segno dell’apertura serale con la Gallery  Night alla quale hanno aderito numerose strutture tra gallerie, spazi polivalenti e associazioni. Oltre le mostra in programma di particolare interesse saranno gli Open Studio che Rome Art Week vuole proporre come un viaggio a 360° gradi nelle fucine dell’arte contemporanea romana: il pubblico potrà infatti immergersi da vicino nel lavoro degli artisti partecipando ai numerosi open studio presenti nel programma.

RAW-2021-OPEN-STUDIO-ALBERTO-DI-FABIO                                                                                                         Alberto Di Fabio – Open Studio
Altra preziosa occasione  sarà quella di partecipare alle decine di visite guidate gratuite sia alle mostre che agli open studio accompagnati  da specialisti  insieme a dei percorsi studiati ad hoc alla scoperta dei quartieri più caratteristici di Roma, come ad esempio Trastevere, Testaccio, Pigneto e Campo de’ Fiori. Queste visite sono a numero chiuso e obbligo di prenotazione al seguente link: https://romeartweek.com/it/visite-guidate. Numerosi anche gli eventi speciali: talks, dibattiti, presentazioni in presenza e online.
Anche per la sesta edizione, RAW dà grande spazio ai curatori, figure chiave dell’arte contemporanea. Per guidare il pubblico nel ricco programma di RAW 2021, noti critici e curatori quali Alberto Dambruoso, Alessandra Caponi, Claudio Strinati, Claudio Zambianchi, Giovanni Albanese, Greta Alberta Tirloni, Massimiliano Reggiani, Massimo Scaringella, Raffaele Quattrone forniranno il loro punto di vista sui partecipanti e sugli eventi delineando percorsi omogenei ed evidenziando le eccellenze della manifestazione. I punti di vista di RAW 2021 sono consultabili su: https://romeartweek.com/it/punti-di-vista/ .

RAW-2021-IMAGOLEGO-GALLERIA-INQUADRO                                                                                                     Imagolego – Galleria Inquadro
Anche quest’anno si riconferma la collaborazione tra Rome Art Week e il Miami New Media Festival, giunto alla sua 16ª edizione. I video selezionati saranno esposti durante la settimana di Rome Art Week  visibili anche online: https://romeartweek.com/it/eventi/?id=3722&ida=821. Le opere verranno poi esposte a Miami e nelle altre tappe mondiali del festival.
Essenziale per poter usufruire nel migliore dei modi quanto proposto è consultare il sito romeartweek.com è un vero e proprio portale di networking attivo tutto l’anno in cui ogni artista, curatore e struttura può continuare a promuovere il proprio lavoro; la piattaforma è anche uno strumento per trovare tutte le informazioni riguardanti gli eventi, le visite guidate gratuite e i percorsi suggeriti durante la manifestazione.

RAW-2021-RIGHT-HERE-RIGHT-NOW-ROSSOCINABRO                                                                                         Right Here – Rigth Inow:- Rossocinabro
Informazioni utili: Rome Art Week 2021 – sesta Edizione in  varie sedi dal 25 al 30 ottobre 2021
Contatti: mail: info@romeartweek.com – tel +39 06 21128870- sito: www.romeartweek.com –
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