Quest’olio l’ho fatto io – Una simpatica iniziativa giunta alla quinta edizione rivolta alla conoscenza e alla promozione dell’olio d’oliva extravergine prodotto direttamente sul campo dai consumatori.

Donatello Urbani

Come tutte le cose belle e buone anche l’olio  di oliva extravergine è nelle mire di agguerriti  malfattori che sotto mentite spoglie di sofisticatori di generi alimentari  si avvalgono nelle loro attività delle tante opportunità che la scienza offre loro insieme alle più moderne e sofisticate tecnologie. Le doti salutistiche dell’olio di oliva extravergine, alla stregua della nobiltà della pianta di olivo, sono note e rispettate dagli uomini fin dalla notte dei tempi.

image002                                                                                    Esemplare monumentale  di pianta di olivo cultivar “Raio”.

Alcuni cultivar (specie di pianta) , quale il “Raio” caratteristiche dell’Italia e totalmente assenti nei paesi esteri, hanno in elevate quantità le proprietà salutistiche quali  i “Polifenoli”, molecole anti-ossidanti per eccellenza, da un minimo di 400 mg/kg fino ad oltre 600 mg/kg. Acido Oleico medio 79,14 ± 1,14 %, che rende l’olio altamente fluido ed asciutto nella bocca. Questi livelli possono variare in funzione del sistema di estrazione e dell’epoca di raccolta. L’acido oleico presente nell’Arbequina, il cultivar caratteristico delle Spagna e Penisola Iberica, varia da 52% a 70% secondo le condizioni pedoclimatiche, il contenuto in polifenoli va da 50 mg/kg a 100 mg/kg. Il confronto con questa cultivar è appropriato in quanto l’olio in commercio appartiene per la gran parte ai frutti della stessa varietà. Da non trascurare anche il Profilo Sensoriale, che si presenta di Colore giallo con riflessi verdi, talvolta di colore verde smeraldo se l’annata è particolarmente siccitosa quale l’attuale. Infine i sapori dei nostri olii di Raio cultivar, non molto differenti dagli olii pugliesi, si presentano con: “Fruttato intenso, sentori di erba appena falciata, leggero carciofo, pianta di pomodoro e un ottimo bilanciamento tra le note amare e piccanti”. Vei diagramma sotto riportato:                             IMG_20171121_183202

Azioni promosse ad alterare queste qualità, oltre ad essere illegali, si rivolgono contro un prodotto ed una pianta ritenute da sempre sacre. I ramoscelli di olivo, nell’antica Grecia, coronavano le teste dei vincitori delle Olimpiadi, così come quelle dei più importanti cittadini romani, sia per meriti politici che militari.  Significativi in proposito sono anche i riferimenti e le citazioni sull’olivo riportate dalle Sacre Scritture Bibliche. Uno per tutti vale l’episodio trascritto sul libro della Genesi quando narra che all’indomani del diluvio universale, Noè si affida ad un ramoscello di olivo per accertare l’ avvenuta fine della grande catastrofe. La sacralità della pianta poi, è rafforzata dal Salmo 52 che recita: “Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre”. Infine all’olio si demanda il compito di ufficializzare i premier delle comunità quale “Unto del Signore”. Tutte queste virtù hanno esposto l’olio di oliva, in particolare quello extravergine di prima spremitura a freddo, alle malefatte di tanti adulteratori senza o con pochi scrupoli.   Le difese di cui possono avvalersi i consumatori per scoprire adulterazioni e sofisticazioni non sono molte, sia pure integrate da quelle offerte dalle pubbliche autorità alle quali è demandato il compito di tutela della salute dei cittadini. Una simpatica iniziativa rivolta alla tutela dei consumatori è stata quella di mettere in contatto diretto produttori e consumatori di olio d’oliva extravergine messa in piedi, questa del 2017 è la quinta edizione, dagli operatori turistici Medintour Consortium insieme all’Hotel Villa di Bisceglie con il patrocinio dell’omonima amministrazione comunale. Una prima tutela è quella di far intervenire il consumatore nella raccolta della olive direttamente sul campo ed il programma, riportato di seguito, è stato predisposto tenendo in evidenza questa buona opportunità. Programma dei due week-end:

-venerdi 24 novembre oppure 1 dicembre 2017: Arrivo all’hotel Villa ****S. Sistemazione nelle camere riservate. Pranzo. Presentazione del programma d’attività. Cena. Dopo cena Torneo di Burraco e pernottamento.

-sabato 25 novembre oppure 2 dicembre 2017: Prima colazione in hotel. Partenza per Cerignola verso l’estesa, meravigliosa e rigogliosa tenuta dell’ Azienda Agricola “Dottor Simone” dove raccoglieremo le olive direttamente dagli alberi secolari. Coffee – break offerta nell’attigua Masseria Bella Veduta di proprietà della famiglia. Successivamente trasferimento al frantoio in Bisceglie, dove le olive raccolte dagli ospiti verranno conferite per l’estrazione a freddo dell’olio nuovo. Degustazione di un light lunch con prodotti tipici e mini corso descrittivo-olfattivo sull’olio di oliva. Possibilità di acquisto nello store attiguo a prezzi scontati. Incontro con le autorità comunali e degustazione del dolce tipico locale “il Sospiro al limone o Dolce Nuziale di Lucrezia Borgia”. Rientro in hotel. Cena di Gala . Pernottamento.

-domenica 26 novembre oppure 3 dicembre 2017: Prima colazione in hotel e trasferimento a Trani. Visita libera del centro antico e della cattedrale con la possibilità di assistere alla SS. Messa (h. 11:30). Rientro in hotel. Pranzo e … arrivederci a Castellaneta Marinaper il prossimo incontro promosso da Medintour Consortium : “Percorso nella terra del Mito conla Raccolta degli Agrumi” di prossima programmazione.

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La salubrità e la provenienza dell’oliva è la prima garanzia di buona qualità del prodotto. Inoltre la diretta partecipazione o raccolta delle olive consente al consumatore di verificare personalmente la loro buona qualità che, come stabilisce la legge italiana,  deve provenire solo da piante alle quali sono stati obbligatoriamente riservati trattamenti con prodotti innocui  alla salute, cosa che non sempre avviene in quasi tutti i paesi olivicoli esteri. Un passaggio alquanto delicato  si ha nei “frantoi” dove avviene la trasformazione dell’oliva in olio. Inutile soffermarsi sulle garanzie offerte dalla partecipazione diretta alle varie fasi della lavorazione che, comunque, avviene in maniera tale che le possibilità d’intervento esterno sono ridotte ai minimi indispensabili.

“Quest’olio l’ho fatto io…”…a Bisceglie – Informazioni e prenotazioni info@medintour.it – tel.331.3528526 – mimmosantoro47@gmail.com –tel.360.828644.

Arriva a Roma la “Fabbrica-Museo del Cioccolato” il parco tematico più goloso – Laboratori, degustazioni e decine di appuntamenti per tre mesi di dolcezza alla Fiera di Roma dal 18 novembre 2017 al 18 febbraio 2018.

Testo di Mariagrazia Fiorentino – Foto di Donatello Urbani

Una vera e propria “casa del cioccolato” inserita in un villaggio tematico con tanto di educational entertainment sul cioccolato. L’iniziativa già presentata a Salonicco nel 2014 e ad Atene l’anno successivo, arriva anche da noi in Italia, grazie a un accordo tra i nuovi gestori della Fiera Roma, tutti protesi in un faraonico progetto di rilancio di questa istituzione dopo anni di coma che sembrava irreversibile, con Helexpo, importante soggetto fieristico greco.  Da Roma La Fabbrica-Museo del Cioccolato inizia un lungo viaggio costellato da tante destinazioni sparse in tutto il mondo. In Italia dopo Roma toccherà le città di Palermo, Torino e Venezia.

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Il percorso, articolato fra i moderni capannoni della Fiera di Roma, inizia con la biblioteca del cioccolato, una speciale ricostruzione dell’ambiente vegetale del centroamerica con tanto di rovine dei templi Incas, dove si potranno percepire il caldo e l’umidità della giungla amazzonica e ricevere in ricordo dei veri chicchi di cacao. In questo ambiente è stata posizionata anche una capanna amazzonica che dovrà accompagnarci, con l’ausilio di un video, in un viaggio nel tempo alla scoperta della storia del cioccolato. Nel successivo ambiente ci troveremo in mezzo ad un  labirinto dove è stato allestito un angolo del face painting, per golosissimi trucchi e proseguire con  la mostra degli strumenti musicali in cioccolato, in cui sono esposti undici pezzi unici riprodotti a grandezza naturale, tra cui tromba, chitarra, tamburo e xilofono. Un’attrazione fantastica avrà la cascata del cioccolato più grande d’Europa che, con i suoi 1200 litri di cioccolato liquido; una proposta in chiave dolce del fascino che sprigionano le grandi cascate di Iguazù.

01 ROME                                                      Capanna Amazzonica- Foto courtesy Ufficio Stampa Mauriozio Quattrini

Non mancheranno anche, sparsi fra le varie aree tematiche laboratori, tanto del cioccolato che dei biscotti, in cui imparare le tecniche di lavorazione del cioccolato, corsi di degustazione e preparazione, con numerosissime attività ludiche ed educative. Carica di simpatia l’area predisposta per incontri con animatori e tutor fra i quali, di sicura attrazione, sarà quello con uno scienziato pazzo che cerca di scoprire la ricetta segreta per creare il cioccolato più buono al mondo. Si devono al padrone di casa, amministratore unico di Fiera di Roma Pietro Piccinetti. le parole conclusive: “Nel periodo di svolgimento della Fabbrica-Museo del Cioccolato verranno organizzati concerti, spettacoli teatrali, esibizioni di giocoleria e teatro dei burattini. Inoltre, può essere concordata anche la realizzazione di eventi privati, aziendali e incontri didattici con le scuole. Nell’area shopping, appositamente costruita e attrezzata, si potrà visitare un punto vendita con centinaia di prodotti, mentre, nello spazio caffè-cioccolateria-ristorante, sarà possibile gustare caffè e una grande varietà di cioccolato di ottima qualità, scegliere un dolce o un pasto leggero. Ad arricchire l’offerta del parco tematico, ci sarà l’Italia del Cioccolato, ovvero, la riproduzione dello stivale con i monumenti più importanti, e poi, la vasca di cioccolato, per originali foto di gruppo o individuali e lo spazio educativo, nel quale i bambini saranno coinvolti in giochi esperenziali e teatrali, ricevendo in modo divertente e piacevole tutte le informazioni sulla corretta alimentazione e sulla salute. Importante ricordare, specialmente a tutti i giovani, che dopo aver gustato del buon cioccolato è d’obbligo lavarsi i denti”.

Fiera Roma – Ingresso Est – Via Portuense, 1645  dal 18 novembre 2017 al 18 febbraio 2018, con orario: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00, per le sole scuole, dalle 14.00 alle 19.00. Sabato, Domenica e festivi dalle 10.00 alle 20.00; nei giorni 24 dicembre e 31 dicembre, orario 10,00/16.00; il 25 dicembre 14.00/20.00; chiusura tutti i lunedì di dicembre 4-11-18. Costo del biglietto: 13 euro (ingresso gratuito per i bambini sotto i 90 cm di altezza). Informazioni telefono: 06 65074 200; web http://www.fabbricamuseocioccolato.it; Facebook:https://www.facebook.com/fabbricamuseocioccolato Youtube:https://www.youtube.com/watch?v=7FA3iZAEPR0

ENOTECA EATALY – Roma ospita la più grande enoteca dei punti vendita Eataly

Testo e foto di Donatello Urbani

Il rapporto di Roma con il vino risale alla notte dei tempi, ben oltre il 21 aprile 753 a.C. come attestato dalle presenze abitative sul Palatino ed ai piedi dello stesso colle, e su questa lunga scia, come affermato da Oscar Farinetti, general manager e fondatore di Eataly, si è inserita quest’ultima iniziativa tutta protesa alla valorizzazione del vino in particolare di quello prodotto nel Lazio, con ben 130 etichette e 1.000 bottiglie prodotte da 21 cantine.

dav                                                                                                             Scorcio dello spazio espositivo dell’enoteca Eataly

Le bottiglie presenti negli scaffali sono oltre 25.000 di cui ben 1.500 sono di vini biologici e biodinamici. Una grande differenziazione  caratterizza anche i prezzi, ben 500 bottiglie costano meno di 10,00 ciascuna. Un’offerta interessante è rappresentata dal vino sfuso sia bianco che rosso, un ottimo prodotto venduto a €.2,50 al litro. Uno spazio, arredato simpaticamente con le scatole di legno delle varie case produttrici, è stato riservato alle bollicine, con etichette che vanno dai nostri miglior spumanti, prodotti negli ormai consolidati metodi, fino ai migliori champagne francesi. Un’offerta così variegata non poteva che essere assistita da un valido gruppo di sommeliers per indirizzare e consigliare i clienti verso scelte più consone alle loro esigenze e gusti.

dav                                                                                                                Enoteca Eataly: Spazio riservato alle bollicine

Paola Pozzoli, responsabile dell’enoteca romana di Eataly, vuole rimarcare in proposito che: “ i cantinieri di Eataly forniranno tutte le informazioni necessarie non solo presso l’enoteca ma anche a distanza. Grazie al servizio di messaggistica di WhatsApp, al numero 348.2317804 i wine lovers potranno ricevere tutti i giorni la consulenza del personale esperto di Eataly. Potenziato anche il servizio di consegne a domicilio, in giornata a casa entro il grande raccordo anulare, per acquisti online con www.today.eataly.it/enoteca-roma”. Inoltre per gli amanti del vino sono disponibili in uno spazio apposito, corsi, eventi, degustazioni guidate ed incontri con esperti –  consultare il sito-. Fra gli eventi merita una segnalazione quello in programma nei giorni 10 e 11 novembre dove tanti giovani piccoli e bravi produttori si mettono in mostra ed in gioco con degustazioni dei loro prodotti e ci racconteranno la viticultura del futuro insieme a musiche dal vivo e show cooking.

sdr                                                                                                                       Aula didattica dell’enoteca Eataly

Lo spazio wine-bar “Pane e& Vino” completa ed esalta l’offerta vini da abbinare a proposte gastronomiche dove un calice di vino può accompagnare menu semplici quanto sfiziosi. Una gastronomia più ricercata si può, invece, trovare nello spazio “Osteria” dove mensilmente sono ospitati ottimi ristoranti. Il calendario prevede che a novembre sarà presente in questo spazio L’Osteria Umbra di Civitella del Lago (TR) con lo chef Paolo Trippini, nei mesi di dicembre e gennaio sarà il turno dell’Oresteria di Ponza (LT) di Oreste Romagnoli mentre nei mesi di febbraio e marzo verrà ospitata L’Osteria Siciliana di Modica (Ragusa) con la Fattoria delle Torri.

Per approfondimenti e maggiori informazioni consultare il sito www.roma.eatali.it

“I Primi d’Italia” – Foligno festeggia per la XIX^ volta l’eccellenza gastronomica che per antonomasia rappresenta l’Italia più di tutte le altre.

Mariagrazia Fiorentino

 “Siamo alla XIX edizione” – dichiara Aldo Amoni, Presidente di Epta Confcommercio Umbria – “e ancora una volta siamo pronti a regalare ai visitatori un’esperienza unica, sempre pieni di entusiasmo e idee nuove. Al centro del Festival, come sempre, saranno i Villaggi dei Primi, con tante chicche imperdibili da tutta Italia e non solo. Penso allo squisito tortello mantovano preparato da chef carichi di passione, e alla vera e originale amatriciana, per non parlare dei primi di mare di Porto Sant’Elpidio o delle prelibatezze preparate dall’amico Gianfranco Vissani. E ancora penso al Villaggio dei Primi dedicato alla cucina ebraica o alle erbette selvatiche, per riscoprire antichi e sorprendenti sapori con Ortica, tarassaco, cicoria, papavero, caccialepre, borragine, finocchietto selvatico e tanto altro”.           20170913_130639-01Il Presidente di Epta Confcommercio Umbria- al centro della foto insieme a stretti collaboratori- promuove un brindisi al successo del XIX^ Festival “I Primi d’Italia” che si terrà a Foligno dal 28 settembre al 1 ottobre 2017.

Ai primi piatti presentati in tutte le versioni possibili ed immaginabili, saranno affiancate iniziative non solo di natura culinaria, ed è stato lo stesso Presidente Aldo Amoni a presentarcele: “Ci saranno tre convegni, sull’utilizzo in cucina di  erbette, riso, l’alimentazione nello sport e un percorso culturale sugli oratori. Inoltre saranno aperte le taverne del centro storico di Foligno dove verranno serviti piatti con i famosi tartufi della ditta Urbani cucinati da uno chef speciale Michael Toscano che viene per l’occasione, direttamente da New York”.

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Due tradizionali primi piatti italiani di “Amatriciana”. A sinistra cucinato in bianco e conosciuto come “Gricia”, l’altro a destra cucinato nella classica versione al pomodoro.  Questi primi piatti sono stati presentati a Roma presso il Ristorante “La Sacrestia”, Via del Seminario, 89, dove la qualità, la buona cucina e l’accoglienza sono di casa. L’omaggio reso ad Amatrice non mette in secondo piano il primo tradizionale di Foligno; “Gli gnocchi al sugo d’oca” una vera delizia, un piatto imperdibile per i buongustai.

Di grande interesse saranno gli appuntamenti quotidiani di “A Tavola con le Stelle”, per gustare interi menu a base di pasta preparati da chef stellati come Gianfranco Vissani, “Il nostro patrimonio culturale sono i primi piatti non i secondi come tiene a sottolineare la chef Vissani”.

Al Festival non manca neanche lo spazio dedicato alla beneficienza con il musical delle 21,45 di venerdì 29 settembre all’auditorium di San Domenico: “Jekyll & Hyde”, i cui proventi andranno a favore dell’Associazione Daniele Chianelli. A Foligno protagonista anche la cultura del cibo e della corretta alimentazione, con il convegno “Lo sport è servito”, che si terrà venerdì 29 alle 11.00 nel ridotto dell’auditorium di San Domenico, con il patrocino di Coni Umbria. A spiegarci l’importanza di una corretta alimentazione nello sport e nella vita saranno Domenico Ignozza (Presidente di Coni Umbria), Francesco Fagnani (Dottore in Dietistica specializzato in Scienze dalla Nutrizione Umana e Nutrizione Sportiva), Giacomo Sintini (campione di pallavolo e Presidente dell’Associazione Sintini), Cerase Rocca (tecnico dell’Ente Nazionale Risi) e Gianluca Genoni (primatista mondiale di immersioni in apnea). E non finisce qui! A piatti imperdibili e cultura del buon cibo si sommano tanti momenti dedicati allo spettacolo con protagonisti di fama nazionale che si alterneranno sul palco del festival, in Largo Carducci. Ecco alcuni appuntamenti del ricco calendario: giovedì 28 alle 20.00 si terrà la presentazione del libro di Chiara e Red Canzian “Sano vegano Italiano”, per proseguire alle 22.00 con Francesca Reggiani. Venerdì 29, sempre alle 22.00, è la volta di Gianluca Fubelli di Colorado, mentre sabato 30 settembre alle 22.00 saranno di scena Pietro Pulcini e Simone Montedoro.  Un importante settore sarà riservato alla cucina” casher”. “Mangiare casher mangiare sano, come è riportato nella Bibbia”, sono le parole di Massimiliano Romagnoli, Rappresentante dell’Associazione Italia-Israele.

Appuntamento a Foligno dal 28 settembre al 1 ottobre 20’17 per una scintillante XIX edizione! Per tutte le informazioni: www.iprimiditalia.it facebook: @festivaliprimiditalia- twitter: @IPrimidItalia instagram: @iprimiditalia- youtube: @iprimiditalia. Ufficio comunicazione Epta Confcommercio Umbria 0755005577 – 3274398429

“Il Tesoro di Santa Rosa – Un monastero di Arte, Fede e Luce.” – In mostra a Viterbo

Donatello Urbani

Non sono molte le città che possono vantare una patrona autoctona, nata ed operante per tutta la vita sempre nella propria città. Viterbo è una di queste con Santa Rosa. Il 3 settembre di ciascun anno si festeggia la ricorrenza con una processione che coinvolge l’intera città accompagnata, lungo le strade cittadine, da una spettacolare macchina processionale del peso di varie tonnellate, alta decine di metri, trasportata a spalla da un gruppo di cittadini noti come “I Facchini di Santa Rosa”.

viterbo-1                                                                                                                Viterbo: Scorcio panoramico presente nel sito del Comune

In occasione dei festeggiamenti di quest’anno 2017 a cura della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, insieme al Comune di Viterbo e varie istituzioni private, fra le quali la Fondazione Carivit – Cassa di Risparmio di Viterbo- e il Centro studi Santa Rosa, è stata allestita nell’antico monastero, che ospita i resti mortali della Santa, una mostra nell’intento di esporre, insieme per la prima volta consegnandoli al godimento pubblico, preziosi manufatti tra cui manoscritti,documenti, dipinti, ceramiche e argenti sacri che intendono ricostruire la vita della Santa e le vicende meno note del monastero. Se nella lettura del testo ci fermassimo alla prima parte di presentazione della mostra: “Il Tesoro di Santa Rosa”, potremmo aspettarci un’esposizione di oggetti preziosi dal grande valore economico; niente di tutto questo! In realtà, come ha tenuto a precisare la Sovrintendente Alfonsina Russo: “Il tesoro di Santa Rosa è un patrimonio culturale e spirituale diffuso su tutta la popolazione della Tuscia e del Viterbese”. Questa, senza dubbio, è la maggiore caratteristica presente nell’importante rassegna che, in assoluto per la prima volta, svincola i valori economici da quelli intellettivi e spirituali a tutto vantaggio del vivere civile in armonia con i veri valori che dovrebbero essere presenti, purtroppo non sempre, nella nostra società.

Il percorso espositivo si articola in  quattro aree tematiche che presentano oggetti che narrano l’antico monastero e la sua decorazione; la vita di Santa Rosa e la sua canonizzazione; le monache di Santa Rosa e la vita nel monastero e, per finire, la devozione popolare con gli ex voto.

Balletta        Francesco d’Antonio Zacchi, detto Il Balletta (Viterbo, notizie dal 1430, + prima del 1476): “La Madonna del latte”. Affresco su laterizio

Fra i tanti oggetti esposti rivestono particolare importanza la teca contenente il corpo della santa insieme ad alcuni dipinti di grande interesse storico artistico, come quelli restaurati appositamente per l’esposizione dalla Carivit, quali la quattrocentesca Madonna del Latte, opera dell’artista viterbese Balletta, dipinta su una tegola e un olio su tela del XVI secolo raffigurante Sant’Orsola. Particolarmente interessanti sono il bozzetto di Marco Benefial (gentilmente concesso da Intesa San Paolo) con “La prova del fuoco”; le riproduzioni degli acquerelli secenteschi del Sabatini con la storia della Santa, dipinta a metà del Quattrocento da Benozzo Gozzoli nell’antica chiesa andata distrutta; i preziosi documenti relativi alla santificazione, fra i quali il manoscritto del 1457 contenente il processo di canonizzazione e le cosiddette “Lettere patenti” di 13 comunità limitrofe che lo sostenevano. Ciascuna lettera è munita di sigillo e si ritiene che siano i più antichi (1457) finora noti per quei comuni.

refUltCena                      Scuola del Cavalier d’Arpino: “L’ultima cena”. Dipinto murale presente nel Refettorio del Convento. 1612 rilevata dal cartiglio.

Nella sala del refettorio, dove dipinti murali appena restaurati consentono di calarsi nella vita del monastero, sono esposti gli antichi “Abadessati”, documenti conventuali che testimoniano i periodi delle varie Badesse insieme a ceramiche antiche ed elaborate oreficerie. Alcune ceramiche recano il nome per esteso della monaca che, messo in relazione con i nomi presenti nei registri dei Capitoli, ha permesso di attribuire con esattezza l’oggetto alla religiosa e di ricostruire uno spaccato della storia del monastero compreso tra la fine del XVI e il XVIII secolo. Infine gli ex voto, esposti anche virtualmente grazie ad una nuova postazione multimediale, testimoniano la devozione popolare verso la Santa e, nello stesso tempo, offrono uno spaccato sull’arte pittorica popolare nel viterbese.

Una visita a questa rassegna offre veramente una preziosa opportunità per godere di opere d’arte  che sono accompagnate anche da una profonda ispirazione per la fede e la spiritualità.

“Rosa” tiene a precisare il Prof. Attilio Bartoli Langeli, Presidente del Cenrtro Studi Santa Rosa di Viterbo, nel presentarci la figura della Santa, “ è una Santa giovane, povera e rivoluzionaria i cui resti, dal Tredicesimo secolo, sono ospitati nel Monastero posto nel cuore della città di Viterbo. Attorno al suo culto patronale, la Città dei Papi si stringe in una celebre festa incentrata sulla processione della statua con la luminosa macchina di S. Rosa, che esprime, in momenti di grande suggestione, il calore dei fedeli e l’attualità di una lunga storia”.

del_piombo_sebastiano_511_pieta                                                                                                         Sebastiano Luciani detto Del Piombo: “Pietà” – Museo Civico di Viterbo

Altrettanto interessante è il percorso turistico che affianca quello espositivo di questa rassegna in una simbiosi tale da raggiungere il reciproco completamento. A breve distanza dal Monastero di Santa Rosa si trova il Museo Civico, dove sono esposti, insieme ad alcune opere di grande valore artistico quali la “Pietà” di Sebastiano del Piombo, alcuni bozzetti delle antiche macchine processionali di Santa Rosa. Lasciato questo Museo, si può raggiungere il vicino Museo Archeologico dove sono esposte uniche testimonianze di arte etrusca recuperata prevalentemente nelle vicine necropoli della Tuscia quali Vulci, Tarquinia, Cerveteri e molte altre. Qualora si voglia prolungare la permanenza di un giorno, in un qualunque fine settimana, Viterbo offre di tutto e di più per soddisfare anche i palati più raffinati ed esigenti, sono solo in senso enogastronomico. Il bellissimo Duomo, vero scrigno di molteplici capolavori artistici è una meta obbligata. Inoltre in vari fine settimana a cura dell’Ufficio Turistico Comunale vengono organizzate delle passeggiate fra le strade cittadine che non hanno tutt’ora tradito l’originale aspetto medievale narranti la storia d’importanti figure femminili vissute quì fra quelle antiche pietre di tufo.  Per un’assistenza turistica diretta e ricevere informazioni sulle varie iniziative culturali si può contattare telefonicamente l’Ufficio Turistico Comunale al numero 0761.226427. Un valido aiuto su come muoversi in città è offerto dall’app “Viterbo ART City”, realizzata da ARM23 in partenariato con la locale amministrazione comunale, che porta tanto i turisti che la popolazione locale alla scoperta delle bellezze di Viterbo. “L’applicazione nasce al fine di regalare a quanti visitano la città, in forma del tutto gratuita, un valido strumento in grado di far godere le bellezze artistiche e culturali che Viterbo custodisce in maniera coinvolgente e innovativa” dice Luisa Ciambella, Vice Sindaco di Viterbo, che prosegue affermando: “L’app, disponibile per dispositivi iOS e Android, permette agli utenti, attraverso un sistema di geolocalizzazione, d’individuare l’esatta posizione della Macchina di Santa Rosa durante tutte le tappe previste in tempo reale. Inoltre consente ai visitatori di scoprire, in maniera interattiva, i punti d’interesse artistico e culturale presenti nelle vie della città, corredati da dettagliate informazioni in una realtà aumentata da esclusivi audio immersivi appositamente realizzati. L’app, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile dagli store Android e iOS e prevede la possibilità di acquisti in-app per accedere ai contenuti speciali di alcuni punti d’interesse”.

Viterbo – Monastero di Santa Rosa – Via di Santa Rosa, n.33 dal 2 settembre 2017 al 6 gennaio 2018, con ingresso gratuito e Orario dalle 9.30-12.30; 15.30-20 (fino al 13 settembre) e a partire dal 14 settembre dalle ore 15.30-19.00. Info: Tel. 0761 342887;  e-mail: monasterosantarosa@alice.it  – www.sabap-rm-met.beniculturali.it

 

SPONZFest 2017. – All’incontré – Яivoluzioni e mondi al Яovesvio

Donatello Urbani

L’Alta Irpinia, per la quinta volta, in festa dal 21 al 27 agosto con il festival “SponzFest” ideato e voluto da Vinicio Capossela, uno dei maggiori interpreti della cultura musicale italiana, che mette insieme, come usa fare a Calitri, sua cittadina natale in provincia di Avellino, e nell’Alta Irpinia i saporiti minestroni di verdure, le tradizioni musicali e folcloristiche di questa terra, con gli eventi storici e politici accaduti negli anni ad iniziare dalla rivoluzione bolscevica dell’ottobre 1917. Proprio quest’anno ricorre il centenario della rivoluzione russa del ’17, uno dei maggiori eventi storici dello scorso secolo, che è miseramente caduto insieme al muro di Berlino nella tarda primavera del 1989. Il breve lasso di tempo che ci separa dalla fine della rivoluzione russa, impedisce agli storici attuali di emettere un serio giudizio critico sull’intero evento, in particolare sui principi che lo ispirarono 100 anni fa e come questi si siano modificati nel corso degli anni grazie principalmente all’opera dei successori di Lenin, che ne fu il padre e l’iniziatore. Questo riferimento “all’incontrè” come si usa comandare ai ballerini nel corso di una danza popolare locale, è senza dubbio un primo giudizio critico, nato forse oltre le intenzioni degli organizzatori, ed emesso dalla saggezza popolare dei “proletari”, la classe sociale che più delle altre era al centro delle attenzioni e delle azioni di questa rivoluzione.

Calitri Via-A.-del-Re1                                                    Calitri (AV): Scorcio del paese in Via A. del Re. Foto courtesy del sito presente in Google

Altro evento storico legato all’anno 17 è la riforma luterana del 1517. Di questa riforma, invece, abbiamo studi interdisciplinari, giudizi critici e storici emessi da eminenti studiosi, molto consolidati, ed il comando “all’incontrè” può essere solo richiamato se abbinato al pensiero religioso e culturale della popolazione dell’Alta Irpinia. La vera intenzione primaria degli organizzatori, al di la dei giudizi critici sugli eventi storici, è stata proprio quella di proporre un festival che fosse rovesciato nell’organizzazione ma non nei contenuti. Infatti basta dare uno sguardo ai protagonisti ed interpreti dei principali spettacoli per accorgersi che avranno un ruolo di primaria importanza i maggiori animatori della cultura e dell’intrattenimento dei nostri giorni, non solo nazionali,  quali, oltre Vinicio Capossela, Erri De Luca, Massimo Zamboni, Emir Kosturica con la No Smoking Band, e molti altri.

Calitri rovescioVirginia Zanetti: Performance collettiva 2017 “I Pilastri della Terra”. Foto courtesy presente sul programma ufficiale del Festival

Il primo giorno, 21 agosto 2017, tanto per restare in chiave “incontré”, inizia con il risposo, proprio come Nostro Signore fece al termine del settimo giorno della creazione. Così a Calitri s’inizia con la ri-creazione ed il bello avverrà tutto nei sei giorni successivi dal 22 al 27 agosto.

In sintesi il programma:

21-22 agosto Gears (Ingranaggi) Installazione-performance di Michele Giangrande. Stazione di Conza – Cairano – Andretta;
23-24 agosto Gears (Ingranaggi) Installazione-performance di Michele Giangrande. Calitri;
Dal 21 agosto Teatro Degli Alberi Uomo e Degli Uomini Cervo di Michele Mariano. Località Santa Lucia Calitri (ogni sera dal tramonto alle 23.00 ca.);
Dal 21 Sciopero alla rovescia Murales a cura del Collettivo Fx. Calitri;
Dal 23 agosto I pilastri della terra Installazione di Virginia Zanetti. Calitri;
23 agosto The Prince of Venusia. Proiezione del cortometraggio di Silvio Giordano. Borgo Castello;
24 agosto ЯICAVATO Performance di Andrea d’Amore. Grotte – Calitri;
25 agosto Omaggio a Pippa Bacca. Proiezione del film La Sposa di Joël Curtz. Incontro con Mariangela Capossela, Tommaso Evangelista e Bahar Adan della galleria G-art di Istanbul. Ex-cinema Rossini Calitri;

26 agosto- Al mattino, come nei precedenti giorni a partire dal mercoledi, lezione della Libera Università per Ripetenti, mentre in prima serata ci sarà la Grande Parata del 17, spettacoli ed intrattenimenti con grandi interpreti, alla quale seguirà La Grande Notte, con il concerto di Alessio Franchini e del Circolo dei Baccanali fino alle luci dell’alba;

27 agosto- Verso sera ci sarà la Festa inaugurale con lo spettacolo teatrale a tema sul mondo di sotto, quello infernale nell’antichissimo loco dove Virgilio pose le bocche dell’Ade: la Mefite – Rocca San Felice – Villa Maina –. L’inaugurazione vera propria sarà all’Abbazia del Goleto – Sant’Angelo dei Lombardi-  con intervento introduttivo, canti e danze medievali ed il gran finale con la presentazione ufficiale della quinta edizione dello “SPONZFest 2017” .

hqdefaultLocomotiva D345 in livrea d’origine trainante le carrozze “Corbellini”. Foto courtesy della Fondazione  FS. Italiane

Di non minor interesse sono alcune attività collaterali quali quelle programmate  con la Fondazione F.S. Italiane e la Regione Campania nei giorni 25, 26 e 27 Agosto per consentire anche quest’anno un viaggio su treno storico in occasione dello Sponz Fest di Calitri. Un’esperienza di viaggio unica viaggiando a bordo di carrozze passeggeri degli anni ’50 “Corbellini” trainate da locomotiva diesel di fine ’60 D.345 in livrea d’orgine.I biglietti sono in vendita su tutti i canali Trenitalia a partire dal 22 Giugno 2017: sito web www.trenitalia.com , app per smartphone Trenitalia, biglietterie e self service in stazione, agenzie di viaggio abilitate.

Altrettanto importanti e di notevole interesse sono alcune attività stanziali, così definite dagli organizzatori, quali:

Ciclo-officina “BiciSponziamo”, destinata a bambini e adulti, aperta tutte le mattine, dalle 9:30 alle 12:30. Guidata dal ciclo-nauta Claudio Ferraro (consigliere FIAB Avellino Senza Rotelle).Temi delle singole giornate: Essere un ciclo-nauta (21 agosto), mini-percorso ludico educativo; La bici del ciclo-nauta (22 agosto), ovvero manutenzione della bicicletta, da come si ripara una camera d’aria, come si regolano i freni a come si oliano gli ingranaggi;
Come guida un ciclo-nauta (23 agosto), ovvero come si conduce la bicicletta, come si sta in sella, come si evitano eventuali ostacoli, come si riducono gli sforzi, si evitano gli infortuni. Come si nutre un ciclo-nauta (24 agosto), con tema principale della giornata l’alimentazione più adeguata per l’uso quotidiano della bicicletta. Il riposo della bici del ciclo-nauta (25 agosto), con tema principale della giornata il lavaggio della bici e la sua sistemazione per lunghi periodi di inutilizzo.

Calitri Arco-di-Zampaglione1                              Calitri: Arco di Zampaglione. Foto courtesy del sito presente in Google

Libera università per ripetenti:

Conferenza/lezione di  Domenico D’Alelio, scienziato ecologo e presidente FIAB Avellino Senza Rotelle (22 agosto) con tema: “Ma ‘sta natura poi a che serve? Scopriamolo insieme, pedalando all’incontrer”;  Cosimo Chiffi, economista e associato FIAB Avellino Senza Rotelle (24 agosto): portavoce del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto ed esperto di bikenomics che parlerà sui mille guadagni generati dall’utilizzo della bicicletta, per fini ludici e non.

Pedalando sull’acqua: Info point permanente sul lavoro condotto negli ultimi anni dal Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto per la promozione di questa “greenway”, con storie, immagini e sensazioni riportate dai “ciclo-esploratori dell’Acquedotto”. “Ciclo-vagazioni” o escursioni giornaliere in bicicletta, con andatura rilassata e sensoriale, con partenza scenografica dal centro di Calitri alle ore 9:30, condotte da FIAB in conformità alle proprie norme di sicurezza (utilizzo casco, guanti e corpetto rifrangente, bici in buono stato e sottoscrizione di assicurazione RC e infortunio in loco); le visite turistiche saranno svolte in collaborazione con il Touring Club Italiano. E’ bene dotarsi di mezzo proprio, sebbene potrebbe essere possibile affittare bicicletta in loco (anche a pedalata assistita), in base alla disponibilità. Programma delle ciclo escursioni (Per informazioni e prenotazioni: fiabavellino@gmail.com)

 

– Calitri-Aquilonia (21 agosto), ca. 40 km, difficoltà media, secondo gli standard FIAB;

– Calitri-Bisaccia (23 agosto), ca. 50 km, difficoltà media, secondo gli standard FIAB;

– Calitri città (25 agosto), < 10 km, difficoltà facile, secondo gli standard FIAB;

– Calitri- Atella, sui ponti dell’Acquedotto (26 agosto), ca. 80 km, difficoltà elevata,secondo gli standard FIAB. Escursione guidata dal Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto, con la partecipazione di FIAB Avellino Senza Rotelle.

Calitri, interessante cittadina dell’Alta Irpinia in provincia di Avellino al confine con la regione Basilicata, propone un fine agosto all’insegna del divertimento e della cultura con il SponzFest2017, un interessante evento  che può essere sintetizzato nelle parole del suo ideatore e Direttore Artistico,Vinicio Capossela: “Partiamo dalla fine e arriviamo all’inizio. Ecco vi aspettiamo dalla fine”

Villa Adriana grande riapertura del Teatro Marittimo e della Sala dei Filosofi.

Testo di Giorgia Lattanzi – Foto courtesy Wikipedia – Enciclopedia web

Lo scorso venerdì 28 luglio si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione e riapertura al pubblico del Teatro Marittimo; presenti il Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali  e del Turismo On. Ilaria Borletti Buitoni, Andrea Bruciati Direttore Istituto Villa Adriana  e Villa D’Este, Alfonsina Russo, Soprintendente per l’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.

I restauri, iniziati nel 2014 sono terminati nel 2016, eseguiti su finanziamento del CIPE, per un valore di 1.200.000 euro, hanno risolto i problemi statici degli edifici e ripulito le intere strutture dai segni del tempo, dalle spoliazioni e dal degrado, in particolare nel Teatro Marittimo e nella Sala dei Filosofi.

Canopus_vanaf_serapium                                            Tivoli: Villa Adriana: “Il canopo”. Uno degli angoli di maggior fascino dell’intero complesso

Restituire a Villa Adriana due luoghi così preziosi permette di reintegrare la lettura complessiva di questo luogo considerato una delle più belle ville archeologiche del mondo. Si getta così una  nuova luce sugli intenti dell’Istituto di Villa Adriana e Villa D’Este che in occasione del biennio dedicato ad Adriano intende proseguire l’ampliamento delle zone aperte al pubblico.

Il Teatro Marittimo é definito “VILLA nella VILLA” da Andrea Bruciati, luogo che meglio riflette la figura intellettuale dell’Imperatore, personalità amante della meditazione, della conoscenza, così attento a mantenere viva la cultura greca,  di cui ne praticava i rituali. Il carattere di Adriano viene così descritto dagli storici: “Egli fu insieme austero e faceto, serio e giocoso, temporeggiatore e affrettato, avaro e liberale, simulatore e aperto, crudele e elementare e sempre vario in tutto”. (S.H.A. HADR – 14.11).  Proprio in questi luoghi può essere definito il suo pensiero urbanista,  che traduce  in architettura gli aspetti del suo intelletto e della sua politica.

Il monumento è datato al 118-125 d.C.  da una testimonianza trovata impressa sui mattoni utilizzati nelle costruzioni murarie. Qui l’Imperatore Adriano aveva la sua Domus, è qui che si ritirava. Il Teatro Marittimo concepito come luogo di snodo, dal quale era possibile accedere alle diverse zone della villa e fungere da ritiro privato dell’Imperatore, è  formato da un ambulacro coperto con volte a botte, parzialmente ricostruito con un diametro complessivo di m 43. Da un lato è costituito dalla parete perimetrale e dall’altro da uno splendido colonnato con capitelli del periodo ionico in marmo cipollino,(solo in parte originali), lo stesso marmo utilizzato per la scultura del coccodrillo che si trova nel canopo. Le colonne affacciano sul canale profondo m 1,5 ed attraversabile da ponti di legno azionati dall’interno. Oltre il canale si trovava l’isola, una villa in miniatura dotata di tutti gli ambienti che caratterizzavano le abitudini del tempo. Terme, camere residenziali e corte interna. I rivestimenti erano unicamente marmorei, lo testimoniano i solchi rimasti sui pavimenti all’interno dell’isola.

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Una delle pietre utilizzate fu il Bekhen, molto simile al basalto, di colore grigio scuro, di provenienza egizia, utilizzata anche in scultura nella ritrattistica. Dopo il periodo di Adriano non ci sono più testimonianze del suo utilizzo. Anche il Verde Antico, che venne introdotto a Roma proprio durante il regno di Adriano proveniva dalla Tessaglia, regione greca, la cui provenienza era testimoniata da iscrizioni  rupestri sui blocchi. Proprio ad Adriano si deve la risistemazione della rete viaria che permetteva il trasporto dei marmi dalle cave dell’Asia Minore e della Grecia al porto da cui partivano le navi statuarie dirette a Roma.

Ligorio, architetto della vicina Villa D’Este, fu il primo a scoprire  questo luogo e lo denominò Teatro Marittimo proprio per la presenza dell’acqua nel canale e dei bassorilievi degli architravi raffiguranti  animali marini. L’acqua è un elemento importante, vicino scorre l’Aniene ed  è uno dei motivi per cui  Adriano scelse di edificare qui la sua Villa. La suggestione suscitata da questi luoghi, arriverà ad influenzare gli stili  delle architetture barocche e  delle Ville Venete.

Gli interventi di restauro si sono concentrati sulle pareti perimetrali e la difficoltà iniziale è stata quella dell’innalzamento dei ponteggi che non potevano poggiare sulle pareti per non comprometterne la stabilita in quanto strutture autoportanti.

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La sommità delle pareti era molto danneggiata e garantirne la conservazione  e il loro consolidamento è uno degli obbiettivi raggiunti. Inoltre sono state reintegrate le trame murarie mediante la pulizia

e l’ inserimento di elementi in tufo o di mattoni a cortina. In alcuni punti sono state utilizzate barre d’acciaio per ancorare le pareti là dove erano più sottili.

Una delle porte situate lungo l’anello centrale dava l’accesso all’adiacente Sala dei Filosofi a alla biblioteca di Adriano.

La vasta aula rettangolare absidata (m17x14, alt.  13) si presenta come una vera basilica con copertura a capriate.

Il materiale utilizzato per la costruzione è il tufo visibile nell’opus reticulatum delle pareti. Le cave di tufo erano all’interno della Villa a differenza di quelle di travertino che invece si trovavano fuori.  L’ambiente è caratterizzato dalle sette nicchie inserite negli absidi che contenevano i volumina, rotoli dove era possibile leggere i testi scritti sia in latino che in greco. Anche in questo stupendo ambiente i lavori di restauro si sono concentrati sul consolidamento delle pareti mediante iniezioni di resine e bande metalliche.

Tutto questo contribuisce ad aggiungere fascino ed attrazione ad un luogo dove ancora é possibile  avvertire le intenzioni che a suo tempo ispirarono Adriano: “Qui si governa l’intero mondo conosciuto”.

 

Tivoli (RM) – Largo Marguerite Yourcenar 1, Tivoli (RM) – Area Archeologica di Villa Adriana è aperta tutti i giorni dalle ore: 9.00-17.00 dal 2 gennaio al 31 gennaio- 9.00-18.00 dal 1 febbraio al 29 febbraio – 9.00–18.30 mese di marzo  – 9.00–19.00 dall’ultima domenica di marzo al 30 aprile – 9.00–19.30 dal 1 maggio al 31 agosto – 9.00–19.00 dal 1 settembre al 30 settembre – 9.00–18.30 mese di ottobre  – 9.00-17.00 dall’ultima domenica di ottobre al 31 dicembre. La biglietteria chiude un’ora e mezza prima. Costo del biglietto d’ingresso €. 8 intero – €.4,00 ridotto. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese

L’ Ospitale Santa Francesca Romana insieme al Giardino delle Delizie di Donna Olimpia Maidalchini trova la sua sistemazione definitiva nell’Hostello Borgo Ripa, in contemporanea al ritorno alla piena fruibilità della chiesa di Santa Maria in Cappella.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Le tante vicende che hanno fatto la storia della città di Roma molto spesso sono legate a luoghi che li hanno visti fare da cornice, se non addirittura esserne protagonisti, accumulandosi spesso una a ridosso dell’altra in modo tale da formare delle vere e proprie stratificazioni così come avviene per il suolo.

CAM09883Roma: Chiesa di Santa Maria in Cappella: Lapide che ricorda l’editto di Papa Urbano II^  la costruzione e l’apertura al culto della chiesa.

La sponda sinistra del fiume Tevere quasi a ridosso del ponte Sulplicio, proprio quello che riporta alla memoria personaggi quali Porsenna e Muzio Scevola, può dire di avere tutte queste prerogative. Qui, infatti, nell’anno 1087 nelle vicinanze della ripa dove era il porto fluviale di Roma, fu costruita, per volere di papa Urbano II^, una chiesa, o meglio una cappella, con il preciso scopo di fornire il servizio religioso, ruolo non di secondo piano, ai crociati in partenza per la Terra Santa. Un lapide posta subito dopo la porta d’ingresso della cappella, ricorda questa consacrazione  che viene indicata come sorta nel luogo chiamato “ad pinea”,  forse per la presenza di una pigna.                                    CAM09879                                          Chiesa di Santa Maria in Cappella: Crocifisso in micromosaico opera di Francesco Borromini,

Nell’anno 1425, quando la chiesa era già conosciuta come Santa Maria in Cappella, dedica che conserva tutt’ora, su iniziativa della nobildonna Francesca Ponziani, figura di primo piano nella storia della città con il nome di Santa Francesca Romana, nella chiesa furono ospitati i malati di peste e proprio qui iniziarono i primi passi di quella che in futuro sarà la Fondazione Santa Francesca Romana. Il 9 marzo di ciascun anno, giorno della morte di Santa Francesca Romana, avvenuto nell’anno 1440- sia in questa cappella che nel convento di Tor de Specchi, dove si trova la casa madre della congregazione religiosa fondata dalla Santa, si svolgono delle partecipate cerimonie religiose nel ricordo di una pagina di storia di primaria importanza nella vita della città tanto che Francesca Ponziani, nata a Trastevere nel 1384, sarà per sempre Francesca Romana, santa e patrona, insieme ai Santi Pietro e Paolo, della città di Roma. Come per il 29 giugno, giorno di festa a Roma in ricordo dei Santi Pietro e Paolo, anche il giorno 9 marzo meriterebbe identico trattamento, anche perché nella tradizione popolare è considerato giorno di precetto e contrassegnato da eventi di grande interesse culturale. Fra i tanti festeggiamenti meritano un posto di primo piano la cerimonia in Santa Maria in Cappella e l’apertura al pubblico del convento di Tor de Specchi, evento eccezionale perché sede dell’Ordine di Clausura delle Oblate di Santa Francesca Romana.

AntoniazzoRomanoRoma: Convento delle Oblate di Santa Francesca Romana. Affresco di Antoniazzo Romano – Foto courtesy Enciclopedia Wikipedia

L’interno di questo convento fu affrescato da Antoniazzo Romano con episodi della vita della Santa e, cosa interessantissima, sotto ogni riquadro  affrescato una didascalia in volgare, raro esempio di scrittura in italiano, in ambiente religioso, presente a Roma, città del Papa, dove la lingua ufficiale, almeno sui documenti scritti, non poteva essere che in lingua latina.

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Abside della Chisa S:Maria in Cappella  –                                                                          Acquasantiera composta con materiali  di recupero.        

Le attività filantropiche della Fondazione Santa Francesca Romana furono riportate in vita nel 1859 con l’Ospitale Santa Francesca Romana per vecchi indigenti, dal Principe Filippo Andrea V^ Doria Pamphjli. I discendenti di questa nobile famiglia erano gli eredi di Donna Olimpia Maidalchini, originaria proprietaria in città del vasto territorio di Ripa Grande dove sorgeva, insieme  al giardino delle delizie, la sua magnifica residenza. Donna Olimpia Maidalchini era la Pimpaccia per i romani a causa dei suoi commerci a carattere speculativo e dell’agire privato alquanto disinvolto ritenuto disdicevole, specie per la cognata di Papa Innocenza X^. Negli anni successivi sono intervenute varie modifiche nella vita dell’Ospitale fino a quando, di recente, la Regione Lazio lo obbligò alla riduzione del numero degli assistiti, dagli oltre cento iniziale, ad un numero che non doveva superare i 40. Si sono così liberati  locali non più utilizzati dai ricoverati che, su iniziativa di un imprenditore alberghiero trasteverino, titolare della catena alberghiera Eitch,  sono stati trasformati in “Eitch Borgo Ripa”, un nuovo ostello nel cuore di Trastevere che con stile raffinato e prezzi contenuti é in grado di offrire ospitalità  ed esperienza di viaggio nell’atmosfera caratteristica di un quartiere della città dove la romanità si respira in ogni angolo. A questa ospitalità non potevano mancare i piatti della tradizione enogastronomica romana. Questo importante incarico è stato affidato a Luciano, uno dei più noti ristoratori di Trastevere che ha impiantato di sana pianta il Ristorante “Da Luciano a Borgo Ripa”, utilizzando sia il giardino, quello che ospitava nei primi anni del 1600 il giardino delle delizie di Donna Olimpia, che parte dei locali dell’ex Ospitale, tanto suggestivi quanto carichi di fascino sono quelli dell’ex lavatoio trasformati in sala ristorante.

Le parole conclusive della presentazione alla stampa che meglio rappresentano questa nuova forma di ospitalità nella nostra città, la offre Marco Scaffardi, della Eitch: “Al rientro, dopo una giornata di piacere o di lavoro, vi aspettiamo nel Borgo per degustare prelibatezze tipiche romane, sorseggiare uno dei tanti cocktail, creati da prestigiosi barman, serviti nei nostri corner elegantemente incastonati sotto gli archi del giardino. Inoltre Borgo Ripa offre per matrimoni, disponibile anche una cappella privata oltre la magnifica chiesa di Santa Maria in Cappella, eventi privati, meeting aziendali, seminari, con uno sguardo interessato anche al turismo di gruppo, un salone con una capacità fino a 250 persone, un giardino bellissimo e ampi locali appositamente attrezzati, il tutto all’insegna di raffinata ospitalità ed un’ampia scelta enogastronomica”.

Un angolo suggestivo quanto storicamente importante ritorna con Borgo Ripa in tutto il suo splendore nella vita culturale e turistica romana come un acquarello di Pinelli.

Roma – Chiesa di Santa Maria in Cappella – Via di Santa Maria in Cappella. Aperta al culto tutte le domeniche alle ore 9,00 celebrazione della S. Messa, nel pomeriggio recita del S. Rosario.

-Hostello “Borgo Ripa” – Lungotevere Ripa, n.3 . Sito web www.borgoripa.it – Per contatti con Marco Scaffardi, telefonare al n° 366.6454880 – e.mail: marco.scaffardi@borgoripa.it

Guida Roma 2018 del Gambero Rosso – Un riferimento indispensabile tanto per il turista quanto per il buongustaio

Testo di Mariagrazia Fiorentino e foto di Donatello Urbani

Una guida che propone locali al vertice nell’offrire specialità enogastronomiche presenti in una città come Roma, incluso l’entroterra, che, malgrado i tanti difetti e carenze resta ai vertici del turismo internazionale, non è certamente un’impresa facile.

                                                                                           GR26062017-2362

In 288 pagine e in un formato tascabile ci sono raggruppati quanto di meglio può offrire il territorio laziale non solo in termini di eccellenze territoriali quanto in cucina, dove, nelle prime 138 pagine, ai locali recensiti è attribuito un punteggio  rappresentato, a seconda del grado di eccellenza, da una a tre di forchette ai ristoranti, da uno a tre gamberi alle trattorie, da una a tre bottiglie ai wine bar, da uno a tre boccali alle birrerie, da uno a tre mappamondi ai locali etnici, e da una a tre cocotte ai bistrot.

Nelle successive 38 pagine, in una sezione dal significativo titolo “Mangiarsempre” sono riportati locali dove è possibile sostare e rifocillarsi a tutte le ore quali: aperitivi & dopocena, panetterie, pausa gourmet, pescherie e cucina, pizze a taglio e street food.

Inoltre, in una successiva sezione dal titolo “Comprare”, particolarmente utile a quanti soggiornano in B&B o in residence sono stati selezionati punti vendita di alimenti naturali,birroteche, caffè e bar, carni e salumi, catering & delivery, cioccolato, enoteche, formaggi, frutta e verdura, specialità alimentari, gelaterie, mercati, olio, panetterie, pasta fresca, pasticcerie, tè e torrefazioni, tavola & dintorni, mentre le ultime pagine sono riservate a dove dormire.

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Come si conviene ad una guida che si rispetti la presentazione ufficiale è stata accompagnata dalla premiazione dei locali che hanno riportato i migliori punteggi nelle varie categorie con una cerimonia che, tralasciando formalità e convenevoli, ha avuto per i premiati il sapore di un “Bravo, prosegui in questa buona strada” con tanto di pacca sulle spalle.

Birra Peroni – Al via la raccolta dell’orzo. Dai campi dell’Umbria la festa della trebbiatura nella tradizione della migliore cultura contadina

Testo e foto di Donatello Urbani

Per il terzo anno consecutivo, Birra Peroni inaugura la raccolta dell’orzo insieme agli agricoltori ai quali ha affidato la fornitura della materia prima che dà vita all’ingrediente principale alla base nella produzione delle birre della Famiglia Peroni: il Malto 100% Italiano.

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Sono oltre 1.500 gli agricoltori che seminano su una superficie di ben 16.000 ettari 3.000 tonnellate di seme di orzo distico – caratterizzato da una spiga con due file di chicchi – per  un raccolto che si attesta sulle 50.000 tonnellate, quantità capace di soddisfare l’intera produzione di Birra Peroni. Significativo in proposito di attenzioni riservate dalla Peroni all’agricoltura  è il nuovo spot predisposto a sostegno delle proprie birre, in particolare della nuova linea “Gran Riserva”, dove si richiama l’attenzione dei consumatori sul prestare tempo ad una buona birra così come richiesto e voluto dalla natura per far germogliare un seme e ottenere un buon raccolto dopo varie attese per i tempi spesi nella cura del campo.

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“Quest’anno i primi passi della raccolta 2017 sono stati mossi dal Cuore Verde dell’Italia l’Umbria, in particolare a Deruta in Provincia di Perugia.” Tiene a precisare Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne Birra Peroni. “Una scelta non affatto casuale. E’ a Deruta, infatti, che ha sede l’azienda agricola di Paolo Palmerini, agricoltore della filiera Birra Peroni che quest’anno ha prestato il suo volto al nuovo spot Peroni Gran Riserva, oltre che alla Campagna Peroni, ultima sfida della nostra azienda, direttamente nei campi di orzo. Tutti insieme, dai campi di Marche, Molise, Umbria, Toscana e Lazio gli agricoltori della filiera hanno brindato l’inizio della stagione con la birra più amata dagli italiani. E’ sempre un piacere condividere con gli uomini e le donne che attraverso il loro lavoro garantiscono prodotti e materie prime di altissima qualità.”

All’importante evento che affonda da secoli le sue radici nella cultura contadina, hanno partecipato il Sindaco di Deruta, Michele Toniaccini, il Direttore di Confagricoltura Umbria, Cristiano Casagrande  e Giuseppe Perretti, Direttore del Cerb (Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra) che nel suo intervento ha richiamato l’attenzione dei presenti sull’importante ruolo che riveste l’orzo  nell’alimentazione dell’uomo in presenza dei nuovi scenari climatici che caratterizzano il nostro pianeta. Le caratteristiche intrinseche dell’orzo gli consentono di crescere, svilupparsi e produrre anche in terreni con gradi di siccità ed aridità proibiti ad altri cereali quali il grano.

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L’importanza della filiera, della sua sostenibilità e dei controlli sulla qualità delle materie prime è stato l’argomento trattato da Fabio Scappaticci, Responsabile Produzione e Qualità della Malteria SAPLO, che ha concluso il suo intervento affermando: “La produzione complessiva dell’orzo in Italia si è attestata negli ultimi anni su valori pari a circa 950 mila tonnellate, di cui il 10% costituito da orzo distico per malto da birra. Il malto 100% italiano è il valore aggiunto del nostro “terroir” – eccellenza territoriale- e costituisce il pilastro della qualità della nostra birra. La festa della raccolta dell’orzo è il momento durante il quale possiamo condividere la nostra esperienza e il lavoro che ci permette di poter contare su un prodotto di assoluta qualità. Il raccolto di orzo di questa stagione 2017, caratterizzato da un prodotto di elevata qualità per le favorevoli condizioni climatiche e territoriali, sarà a partire dal prossimo mese di ottobre impiegato nella produzione delle birre Peroni che, grazie proprio anche a questa favorevole combinazione di eventi, saranno ancor più eccellenti”.

La festa della trebbiatura dell’orzo, come tutte le feste che si rispettano, si è conclusa con specialità della cucina locale, accompagnate dalle Birre Peroni, e predisposte nel ristorante “Il Chicco di Grano” – località La Torre, telefoni 370.3452142 e 329.2770293 –  dagli chef Gaetano Esposito e Michele Sgarra