Mondo Za – Il film di Gianfranco Pannone dal 20 dicembre nelle sale italiane.

Testo e foto di Donatello Urbani e Mariagrazia Fiorentino

Il mese di dicembre è quasi interamente occupato dai “cinepanettone” e questo “Mondo Za”, ultima fatica di Gianfranco Pannone che ci propone  il mondo della Bassa reggiana che fu di Cesare Zavattini, padre del neorealismo, può sembrare quasi una voce fuori dal coro. Un film dove il  grande Za, padre del Neorealismo italiano (chi non ricorda Ladri di biciclette? O Miracolo a Milano?), incontra idealmente la sua gente in questo pezzo d’Emilia lambito dal fiume Po, un amico/nemico da tenere sempre sotto stretto controllo.  Sono questi, in effetti, i veri film interpreti dei valori e dei contenuti di queste festività che portandoci di peso in un mondo che fu il nostro e dei nostri padri rivive oggi identiche realtà in versioni nuove e con nuovi protagonisti.

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Il rapporto che ha legato la Bassa reggiana a Cesare Zavattini è stato ricco e complesso e in questo film è presentato come il protagonista assoluto dove passato e presente  s’intrecciano fra loro in una nuova versione senza tempo attraverso le testimonianze di quattro uomini d’età e condizioni sociali diverse. Storie di altri uomini e di altre donne: “Eravamo felici senza avere nulla, però avevamo la speranza”. Oggi le tracce di Zavattini, come ci hanno testimoniato i protagonisti nella conferenza stampa: “le puoi trovare qua e là nella Bassa in un vecchio militante comunista, oppure in un solitario pittore naif che sembra uscito da un racconto dello stesso scrittore luzzarese, così come in un ragazzo africano emigrato con la famiglia da queste parti, che in inglese, senza tralasciare il dialetto locale, rappa versi e pensieri del grande Za. E sullo sfondo vaga il fantasma di Ligabue, il pittore svizzero che finì da queste parti e che, vivendo come un clochard nella boscaglia fuori il paese di Gualtieri, con la sua arte trasformò la Bassa in un’Africa lussureggiante. Cose così accadono ancor oggi in questa terra di confine, fuori piatta e monotona, dentro inquieta e mai doma. E Zavattini sorveglia su tutto e su tutti, come un padre bambino sempre vicino agli umili”.

Il prossimo anno questo film sarà trasmesso dalla RAI nelle proprie reti televisive.

La XXV^ Edizione di “Umbria Jazz Winter #25” si conclude ad Orvieto con un’importante iniziativa di carattere turistico/culturale la grande rassegna Umbria Jazz 2017.

Donatello Urbani

Gli amanti della musica jazz e del turismo culturale possono trovare ad Orvieto, dal 28 dicembre 2017 e fino al 1 gennaio 2018,  un interessante fine settimana che, per una combinazione temporale del calendario, consente un abbinamento con le feste di fine/inizio anno. Tanto i concerti in cartellone che i percorsi turistici/culturali, sia in città quanto nel territorio limitrofo, offrono una scelta di primissima qualità a partire dai classici mercatini natalizi predisposti nei luoghi caratteristici della città fino alle visite guidate ai musei e ai monumenti più significativi. Il festival per l’occasione conferma la sua formula, che è  uno dei punti forti del successo presentando ininterrottamente musica per cinque giorni, dalla tarda mattinata fino a notte fonda nel centro storico di Orvieto. Le location sono le stesse che raccontano la storia e il patrimonio artistico della città, dal teatro Mancinelli al Duomo, dal Palazzo del Capitano del Popolo a Palazzo dei Sette, dal Museo Emilio Greco all’ex convento di San Francesco. E tutto il centro della città è coinvolto dalla musica itinerante e festosa della marching band.

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Complessivamente Umbria Jazz Winter #25 mette in scena 100 eventi con 25 band e circa 150 musicisti. Non di sola musica vive il festival, perché Orvieto è terra di cucina e vini di qualità e Umbria Jazz trova qui una felice coesistenza con l’enogastronomia del territorio nei jazz lunch e jazz dinner in due locali del centro e, tutto il giorno, nel Palazzo dei Sette. Qui per pranzo e per cena si potrà gustare una “Spaghetti Swing” con spaghetti, come si dice, cotti e mangiati (ma anche, vino e formaggi). Umbria Jazz Winter insomma non tradisce, soprattutto nella edizione del venticinquesimo anniversario, la vocazione di evento culturale e turistico nello stesso tempo, per tutti e aperto a tutti. La musica per intenditori convive con l’intrattenimento, con il filo rosso della qualità per comune denominatore. Come da tradizione, due appuntamenti rappresentano altrettanti tratti fortemente caratterizzanti della manifestazione e della sua identità: i cenoni per attendere con la musica live l’arrivo del nuovo anno e i concerti a cavallo e dopo la mezzanotte fino alle prime ore del 2018; il concerto gospel nel Duomo nel pomeriggio di Capodanno dopo la celebrazione della Messa della Pace. Allo stesso modo, è ormai imprescindibile la marching band che sfila per le vie del centro, sinonimo di festa e di partecipazione. Umbria Jazz Winter #25 si propone di consolidare il ruolo di protagonista di primo piano della scena jazz nazionale. Il festival invernale con il suo quarto di secolo di vita è un pezzo imprescindibile della storia della rassegna Umbria Jazz.

Maggiori informazioni sui concerti in calendario  su sito web www.umbriajazz.com e, attivo dal 28 dicembre 2017, per telefono al 0763.344644

GOMORRA INTERNATIONAL – Dal 17 novembre, per la terza volta, torna in 12 episodi ogni venerdi alle 21,15 su Sky Atlantic HD e su Sky On Demand.

Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La fonte d’ispirazione è sempre il romanzo di Roberto Saviano che attinge a piene mani alla cronaca nera dei nostri giorni  e che Sky Atlantic, Catleya e Fandango in collaborazione con Beta Film hanno  spettacolarizzato per renderlo accettabile ai propri abbonati. Le novità di rilievo ci sono offerte dalle nuove piazze: prima a Roma e poi in Bulgaria, dove le location,  insieme alle riprese,  si sono trasferite dopo aver abbandonato le storiche sedi di Secondigliano e delle Vele di Napoli . Che la camorra non fosse solo cosa italiana é cosa arcinota e tutti, solo pochi malpensanti esteri, classificandoci tutti mafiosi o camorristi, hanno frainteso il desiderio di noi italiani di non nascondere la sporcizia  della nostra casa sotto il tappeto buono ma vogliamo esporla, anche in forme di spettacolo, nella speranza che una buona presa di coscienza da parte del pubblico faccia terminare il fenomeno malavitoso.

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Produttori, attori, registi e scenografi della terza serie di Gomorra, nel corso della conferenza stampa. Foto courtesy di Donatello Urbani.

Ancora più interessante è la notizia confermata nel corso della conferenza stampa che grazie al successo,  in particolare all’estero,riscontrato nelle precedenti due puntate questa serie è al centro delle attenzioni dei distributori internazionali tanto che le richieste di acquisto dei diritti pervenute a tutt’oggi coprono per oltre l’80% i costi di produzione. E’ avvenuto pertanto un doppio canale di esportazione: i luoghi delle riprese che si sono globalizzati ed uno altrettanto importante legato a un prodotto “made in Italy” che una volta esportato genera un buon ritorno economico. Acqua passata anche per le polemiche che hanno accompagnato  sia il romanzo che i primi due episodi per essere gli sponsor della camorra. Gli intenti dei produttori si pongono obbiettivi contrari da raggiungere.

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                                                                       Gomorra Terza Serie: I principali protagonisti

Significativo in proposito è il personaggio di Ciro di Marzio, interpretato magistralmente da Marco D’Amore, che, nelle sue parole, é presentato come : “… giunto a punto di non ritorno all’indomani della perdita di un figlio per non influire su di lui. Tutto questo ha contribuito a fargli sfiorire una certa bellezza sfrontata, cruenta. E’ un uomo molto più dimesso, stanco, forse desideroso di morire”. In contrapposizione  al ruolo di Ciro c’é quello di Gennaro Savastano, Genny nel linguaggio dei vicini, che Salvatore Esposito, suo interprete, ce lo presenta come: …in continua discesa verso gli inferi ora che ha scelto di essere il capo famiglia con il pesante ritorno di un aumento di nemici e una diminuzione delle persone di cui fidarsi”. Importanti sono anche i ruoli giocati dalle donne, significativi quello di Chanel, interpretato da Cristina Donadio, di Patrizia, Cristiana Dell’Anna, e di Azzurra, Ivana Lotito, che deve barcamenarsi fra i classici due galli dello stesso pollaio, il marito Genny ed il padre, Giuseppe Avitabile, interpretato da Gianfranco Gallo. Tutti personaggi che, nelle parole degli sceneggiatori: “Sono come soldati che combattono una guerra senza fine con tanto di alleanze, anche internazionali, in uno scenario sempre più globalizzato”.

“Long Way From Home” – Il nuovo album di Peter Cincotti che anticipa il tour in 5 tappe in Italia -Firenze, Roma, Salerno, Bari e Milano – previsto per Dicembre

Mariagrazia Fiorentino

E’ uscito oggi 13 ottobre il nuovo album di Peter Cincotti, cittadino newyorkese, per Freddy Eggs Records/Artist First, con 12 tracce che hanno chiari riferimenti alla terra italiana, patria dei suoi bisnonni, e all’amore ereditato verso queste terre ancora presenti nelle sue composizioni. “Molte canzoni di questo disco sono stata ispirate specificamente dall’Italia “Roman Skyes” l’ho scritta seduto in un taxi per le strade di Roma; “Palermo” mi è venuta in sogno. Quindi, consapevolmente o inconsapevolmente, tra tutto il mio viaggiare nel mondo, le mie esperienze in Italia hanno particolarmente segnato questo album in modo che nessun altro paese ha fatto”, così si esprime Cincotti in una vera e propria dedica all’Italia.

IMG_20171013_170126                                                                                          La copertina del nuovo album

“Long Way From Home” è il suo quinto album in studio, a cinque anni dal precedente “Metropolis”, scritto arrangiato e prodotto dallo stesso Peter Cincotti negli ultimi due anni e contiene 12 tracce in cui il musicista mescola con naturalezza pop, rock, blues, hip hop, funk e jazz nel suo stile unico ed inconfondibile. In questo album Peter Cincotti  ci offre un saggio della sua abilità nel suonare il pianoforte in maniera ancora più ritmica dei precedenti lavori con un progetto capace di essere la guida sonora in un universo musicale  personalissimo e complesso, travolgente e solare intimo e ricercato. “Mai prima d’ora ho usato il pianoforte in questo modo. Alcuni anni fa ho iniziato ad avere delle idee per un album che portasse un pianoforte più attivo, più ritmico nel paesaggio della musica moderna”, così il musicista presenta questa sua ultima fatica.

Attualmente è impegnato in una lunga tournèe mondiale per presentare il nuovo progetto. Sarà in Italia nel prossimo dicembre per cinque concerti da tenersi in cinque diverse città:

  • Martedi 12 dicembre al Teatro Puccini di Firenze;
  • Mercoledi 13 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma;
  • Giovedi 14 dicembre a Salerno Modo;
  • Venerdi 15 dicembre al Teatro Forma di Bari;
  • Martedi 5 dicembre a Milano Bleunote.

Ritorna dopo l’interruzione di un anno “All’ombra del Colosseo”- Sempre comico fu quest’ermo colle.

Donatello Urbani

Ritorno in grande stile e per di più nel palco del Parco del Colle Oppio, proprio dove nel 1990 fu accolta la prima edizione di questa rassegna del teatro comico, perla indiscussa  di primaria importanza fra le tante iniziative dell’Estate Romana.

All'ombra del Colosseo - logo 2017

Il ricco cartellone con ben 23 spettacoli e più di 40 artisti sul palco prevede:

sabato 19 agosto,- giorno inaugurale, il duo comico Pablo e Pedro (al secolo Fabrizio Nardi e Nico di Renzo) con “Comicidio”.

domenica 20 agosto – Alessandro Serra in “Effetto Serra e ritorno”: il comico ripercorre la storia di “Noi Italiani” (Romani) attraverso i ricordi della sua infanzia insieme a quelli impressi nella memoria del pubblico che interagirà con lui.

lunedì 21 agosto,- direttamente dal programma cult di Comedy Central “Stand Up Comedy”, i nuovi volti della comicità si alternano sul palco portando in scena idee controverse, stralci di vissuto e punti di vista; una serata di ilarità graffiante, satira senza peli sulla lingua, poesia e turpiloqui.

martedì 22 agosto,- invece, è la volta di Geppo che con il suo personaggio nato sul web, inviterà tutti alla sana e gratuita risata, da sempre mission del Geppo Show.

mercoledì 23 agosto – Gabriele Cirilli attraversa tutti generi del teatro comico, dalla commedia degli equivoci al cabaret, racconti di vita vissuta comici ma che toccano anche le corde del cuore: canzoni da cantante vero, nuovi monologhi e gag irresistibili.

giovedì 24 agosto – il comico e cantate Dado torna All’Ombra del Colosseo con il suo “Recital”.

venerdì 25 agosto,- invece, protagonista della serata è Antonio Giuliani che replicherà nella rassegna anche il 3 e l’8 settembre portando in scena uno spettacolo capace di evidenziare la bellezza della nostra nazione, ripercorrendo vizi e virtù del nostro essere italiani.

sabato 26 agosto,- Giorgio Montanini nel suo nuovo monologo, rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una, schernendo il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico.

domenica 27,- è la volta di Andrea Rivera con il suo spettacolo “Ho risorto”, dal titolo mistico e ambiguo. A Roma, infatti, “ho risorto” significa “ho risolto”. È la sua resurrezione da un periodo non facile dopo il viaggio nel mondo della televisione, lui che ha sempre comunicato meglio per la strada che in tv.

lunedì 28 agosto,- è in scena il fortunato gruppo comico di SCQR capitanato da Marco Capretti. La performance dal vivo dei protagonisti della trasmissione televisiva sulla comicità romana andata in onda su SKY Comedy Central.

martedì 29 agosto – In scena Rodolfo Laganà che osserva con sguardo ironico venato di cinismo la società di oggi e le sue evoluzioni. Vizi e virtù dell’italiano medio non sfuggono alla sua attenzione e analizzando lo scorrere del tempo, regala momenti esilaranti senza tralasciare anche qualche spunto di riflessione.

mercoledì 30 agosto e mercoledi 6 settembre – Antonello Costa che porta in scena i personaggi che hanno reso noto il comico, quali Don Antonino lo zio siculo o Sergio il cugino esaurito e molti altri. Il tutto intervallato dal corpo di ballo e dai numeri musicali.

giovedì 31 agosto -, Riccardo Rossi. Con il suo spettacolo “Così Rossi che più rossi non si può”, l’artista romano impagina in un unico spettacolo vent’anni di carriera, portando sul palco i suoi innumerevoli ritratti di persone e situazioni analizzate nel suo modo assolutamente visionario e dissacrante.

venerdì 1 settembre – Alessandro Di Carlo porterà in scena tutta la sua verve e vis comica come nella migliore tradizione dei suoi spettacoli, vere e proprie esperienze empatiche tra l’artista e il pubblico.

sabato 2 settembre – Rosalia Porcaro per la prima volta sul palco del Colle Oppio, presenta “Donne”. Attraverso Veronica, Natascia, la signora Carmela e la signora Assundham, Rosalia Porcaro introduce in una galleria di personaggi, donne, dalle mille speranze e sogni infranti.

lunedì 4 settembre – Alberto Farina presenta “La mia famiglia e altre volgarità”. La storia del suo delirante mondo, raccontata in tono ironico tra aneddoti, vita di coppia e una stravagante famiglia.

martedì 5 settembre – Cinzia Leone con “Mamma sei sempre nei miei pensieri, spostati”, spettacolo sulla “mammità”, sul distacco dal cordone ombelicale, su come la mamma condiziona i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, e tutto il nostro essere.

giovedì 7 settembre –  è la volta di Stefano Fabrizi a riempire la serata con il suo spettacolo “Trova l’intruso”, dopo dieci anni dal suo ultimo monologo sul palco della rassegna, con un testo completamente nuovo tra satira sociale e luoghi comuni.

domenica 10 settembre,- chiude la rassegna Nino Taranto con “Te lo dico adesso non te lo dico più”. Dopo anni da quando ha calcato il suo primo palcoscenico è giunto per l’artista il momento di raccontare e raccontarsi, senza tralasciare neanche una risata o un aneddoto.

 

BIGLIETTI: Prevendite abituali o su www.allombradelcolosseo.it – Inizio spettacoli alle ore 21,45 Ingresso: Viale Cesare Ceradini snc / Viale del Monte Oppio- Ingresso diversamente abili, sedie a rotelle e passeggini: viale del Monte Oppio Infoline: +39 366 4188060.

Come arrivare: Metro linea B Colosseo, Metro linea A Vittorio Emanuele, Metro A/B Termini Linee tram: 3, 14 ,15 – Parcheggio: disponibile nelle zone limitrofe.

THE WAR – Il pianeta delle scimmie – 3^ Episodio.

Testo di Matteo e Donatello Urbani – Foto courtesy Ufficio Stampa Valentina Calabrese

Intelligenza e ragionevolezza sono state doti appartenute da sempre all’ Homo sapiens, fino a quando, quindici anni fa, come narratoci nella prima pellicola della saga “Il pianeta delle scimmie”, a seguito di un esperimento scientifico mal riuscito, compiuto per combattere e sconfiggere l’alzheimer, sono state trasferite alle scimmie non senza dolore per entrambe le specie.

                                                                                               Pianeta scimmie

Una moltitudine di uomini ne uscirà vittima di gravi infermità, per una gran parte sarà causa di morte, mentre alle scimmie, insieme alle doti intellettive, arriveranno sentimenti di odio, rancore e vendetta come su Cesare, il leader dei primati, al quale è stata trucidata la famiglia, escluso l’ultimo nato Cornelio, dal feroce Colonnello, interpretato da Woody Harrelson sulla falsariga del già famoso Kurtz di Marlon Brando, che combatte una guerra per non lasciare il pianeta nelle mani della nuova specie. Proprio a questa battaglia finale  è riservata la scena centrale sulla quale ruota “The War – il pianeta delle scimmie”, terzo capitolo della celebre saga iniziata nel 1968, diretto da Matt Reeves ed in arrivo nella sale italiane il prossimo giovedì 13 luglio. Cesare, interpretato da Andy Serkis con la tecnica della “motion captures” che consente di entrare nella pelle di qualunque creatura come in precedenza avvenuto con Gollum nel “Il Signore degli anelli”, decide di combattere questa sua guerra da solo, anche se durante il percorso per raggiungere le truppe del Colonnello, incontrerà tre compagni che generosamente lo seguono per non lasciarlo solo, oltre a una simpatica scimmia “cattiva”, reduce dalla prigionia in uno zoo alla quale si devono le uniche scene di buonumore, ed una bambina bionda che ha perso l’uso della parola, alla stregua di tanti altri esseri umani vittime dell’esperimento mal riuscito.

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Bellissimi, dotati di tanto fascino e suggestione, sono i campi di battaglia. I paesaggi ricoperti di neve o inondati dalla pioggia, sono delle vere e proprie opere pittoriche realizzate da grandi artisti. Nel loro insieme completano degnamente e fanno da sfondo ad altrettante magnifiche riprese realizzate con le più avanzate tecniche visive ed acustiche. Se un limite dobbiamo trovarlo, di rimando, va ricercato nel sapore troppo western  di alcune scene che presentano Cesare ed i suoi compagni d’avventura in groppa a tranquilli destrieri impegnati nell’inseguimento delle truppe del Colonnello.

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Da non dimenticare anche l’interpretazione magistrale dell’intero popolo delle scimmie che si muove con tanta realtà e bravura da eguagliare, se non superare, quella degli stessi attori in carne e ossa. Sorprendente è pure il finale che, pur non svelandolo, lascia un’implicita considerazione: le doti umane proprie della specie troppo spesso mal gestite, come dimostrato dai tanti eventi storici succeduti nei millenni, che involontariamente sono state trasferite alle scimmie, avranno destini migliori? Il film tenta di rispondere a questa domanda e proprio qui è riposto il suo sorprendente finale.