Donatello Urbani
La vita della campagna ha avuto, da sempre, una forte attrattiva, principalmente fra i ceti borghesi e meno abbienti della società italiana. La città di Arezzo può vantare di essere al centro di quella parte d’Italia che ancora ha conservato un paesaggio per molti versi rimasto quasi intatto dove il ruolo della campagna è stato posto al centro di tutti i maggiori aspetti della vita, da quello sociale a quello economico. Questa prerogativa non poteva essere trascurata dalle varie istituzioni cittadine, prima fra tutte da Arezzo Fiere, istituendo, con la collaborazione tecnico-scientifica di Agro Camera – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, un Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Agricoltura Multifunzionale.
Logos ufficiale – girasole con edificio agricolo – adottato dalle aziende agricole che svolgono attività di agriturismo.Gi
La moderna sede espositiva di Arezzo Fiere e Congressi, destinata ad accogliere questo evento, occupa dal 17 al 19 novembre 2017, un’estensione di ben mq. 18.000. Al suo interno oltre allo svolgimento del più importante evento, che è anche il primo nato in Italia, verranno dibattuti in appositi seminari temi di grande attualità interamente dedicati alle novità intervenute in questi ultimi anni nel mondo dell’agricoltura e dell’agriturismo, specie nei rapporti con le istituzioni statali e regionali per quanto attiene all’accoglienza e alla sua gestione in senso lato con l’adozione di validi segni identificativi anche a garanzia della buona qualità offerta. Le aree espositive amplieranno i temi principe dell’agricoltura ed agriturismo con quelli della didattica ludico ricreativa e sociale, allargando i riferimenti anche all’apicoltura, alle energie rinnovabili e ai prodotti e servizi per fare impresa e per vivere in campagna. Di non minor interesse saranno gli eventi programmati per questa sessione e che interesseranno master, convegni e seminari, worshop B2B, corsi, varie prove pratiche e dimostrazioni guidate dalla gestione dello spazio verde alla potatura degli alberi, per finire con le degustazioni e il campionato di cucina contadina.
Regina indiscussa sarà comunque la campagna nei suoi più svariati aspetti, da quello paesaggistico a quello socio economico e culturale. Offrire un soggiorno in campagna che non si limiti solo all’aspetto relax o escursionistico è uno degli obbiettivi che si prefiggono gli attuali operatori agricoli. Si pensi alle opportunità offerte per incontrare testimonianze storiche ed archeologiche del tutto sconosciute e spesso trascurate anche dalle guide specialistiche perché fuori rotta e non sempre di facile raggiungibilità.
Scorcio del borgo di Anciolina
Distante non più di km.30 dalla città di Arezzo, – strada provinciale dei Sette Ponti, direzione Loro Ciuffenna, – si trova il centro abitato dell’Anciolina che si sviluppa sul fianco occidentale del massiccio del monte Pratomagno, alla sommità di un colle che consente una vastissima visuale a sud ovest fino al lago Trasimeno e al monte Amiata. La posizione, altamente strategica in passato, è a picco sulla scoscesa vallata del torrente Agna di Pratovalle. Il territorio su cui sorge il paese ha spiccate caratteristiche montane e si trova ai limiti superiori della fascia del castagno.
Forse il nome deriva dall’umbro ancla, aquila, un riferimento alla sua caratteristica di nido d’aquila. Molteplici fonti storiche attestano che l’area era interessata da insediamenti anteriori a quelli etruschi, come testimoniato da scorie di lavorazione di metalli e dall’importante ritrovamento di un’ascia bronzea oggi al Museo Archeologico di Firenze. Il ruolo di stazione di segnalazione visiva aperta su tutto il Valdarno, la posizione che sovrasta la strada dei Sette Ponti, che congiunge Arezzo e Firenze, nonchè il Passo della Crocina, di valico dal Valdarno al Casentino, hanno contribuito a rendere strategicamente importante l’ Anciolina nei secoli a seguire. Significativa è in epoca medievale la testimonianza offerta dalla chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, originariamente situata all’interno del castellare, che si vuole attesti la conversione dei Longobardi al cristianesimo. Dall’anno mille, per corruzione fonetica il borgo divenne Lanciolina, assumendo in seguito due lance incrociate nel proprio gonfalone. Per molti anni fu feudo dei conti Guidi di Modigliana, gestito in loco dalla famiglia degli Ubertini di Soffena che fecero costruire un castello ad uso sia della guarnigione militare che loro residenza privata. Nota é la figura di Guicciardo da Loro per aver redatto il più antico documento inerente il borgo che attesta la cessione, nel 1065, della chiesa anciolinese di San Michele alla Badia di Santa Trinita in Alpe, sancita da Azzo di Britulo. Passò in seguito ai fiorentini nel 1324. I celebri Statuti di Lanciolina del 1505 ci offrono una preziosa testimonianza storica sulla vita di questo borgo, stabilmente abitato da una cinquantina di residenti (tale la cifra tanto nel 1583 che nel 1734), saliti a 150 solo nel 1908, col boom demografico successivo all’unità d’Italia. L’antica chiesa di San Michele Arcangelo fu restaurata per l’ultima volta nel 1862 con i ruderi della preesistente chiesa di origini alto-medievali, in quanto andata distrutta dal crollo della torre del castello. Il pregevole tabernacolo in pietra recuperato dalle macerie è stato rimurato nella nuova chiesa. L’antico castello si presenta oggi come un panoramico prato sommitale, senza edifici di sorta. Le abitazioni del paese, aggrappate alla sua pendice meridionale, sono tipiche costruzioni di montagna in pietra serena.
Veduta panoramica del borgo di Rocca Ricciarda
Proseguendo sulla strada panoramica che arriva all’Abbazia di Vallombrosa s’incontra il centro abitato di Rocca Ricciarda, posta a 958 m s.l.m proprio sotto la sommità del Pratomagno. Questo antico borgo medioevale è situato presso le sorgenti del fiume Ciuffenna, a circa 7 km dal capoluogo comunale. E’ costituito interamente da costruzioni in pietra disposte sotto uno sperone roccioso dove sono resti di antichi manufatti. In tempi passati ha ospitato un castello, noto fin dal 1191, del quale rimangono i ruderi sul versante verso il Pratomagno. Testimonianze storiche attestano che nel XII secolo il signore Guicciardo da Loro, del casato degli Ubertini, amava soggiornare nel maniero di Rocca Guicciarda, antico nome dell’abitato. La fortezza fu proprietà dei Conti Guidi e poi della famiglia Ricasoli. I suoi resti costituiscono dal 2003 il parco archeologico della Rocca. Grazie ad un lungo lavoro di scavo, iniziato nel 1997 dall’Università di Firenze, oltre al recupero e alla conseguente ristrutturazione, sono stati resi fruibili i resti del castello e del suo perimetro murario.
Questa singolare escursione racchiude tutte le caratteristiche dei tanti interessi che possono offrire i soggiorni in agriturismi dove il vivere sano trova nella cultura un compagno ideale.
Arezzo – Centro Fiere e Congressi Via L. Spallanzani, 23 dal 17 al 19 novembre 2017. Informazioni, preregistrazioni con possibilità di scaricare il biglietto a prezzo ridotto sul sito www.agrietour.it – e.mail: info@agrietour.it – tel.0575.9361