Così scrivono i curatori nella presentazione di questa mostra: “Le memorie della fede che la Chiesa custodisce sono un lascito inestimabile di civiltà e di storia, i Musei Vaticani e la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio, quali enti preposti alla tutela del patrimonio storico-artistico, si sono alleati per un obiettivo che è allo stesso tempo culturale ed etico: rendere omaggio e far conoscere la bellezza di quel mirabile “museo diffuso” che è l’orgoglio del territorio laziale”.
Oreficeria Franco/Angioina, prima metà secolo XIV Base di croce (o di reliquiario) con Fuga in Egitto. Argento fuso, sbalzato e cesellato; smalti traslucidi Gaeta, Museo Diocesano Foto ©Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio.
Preziose sculture in argento, bronzo e rame dorati con gemme incastonate, opere in gran parte sconosciute perché custodite in sacrestie oppure conservate in raccolte diocesane, in Abbazie e istituti religiosi, sono i testimoni di fede, di arte e di grande munificenza di committenti sia religiosi che laici.
Statue, reliquiari tanto in forme antropomorfe (busti, teste, bracci) che a croce, così come ostensori, croci processionali, vasi sacri e suppellettili, le cui decorazioni privilegiano il rilievo e la microscultura figurativa, tutti realizzati in un arco temporale dal XIII al XVIII secolo, forniscono un significativo spaccato sia dei gusti artistici sia delle arti preziose locali spesso influenzate anche da opere provenienti da culture e terre lontane non solo geograficamente.
Fantino Taglietti (Roma 1574-post 1649) Statua equestre di Sant’Ambrogio martire, firmata e datata 1641 Argento fuso e cesellato Ferentino, Concattedrale dei Santi Giovanni e Paolo Foto© Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio
Così la scelta delle oltre cento opere ha privilegiato la grande qualità nell’intento di mettere in luce l’operato di grandi artefici, talvolta anonimi, ma sempre all’altezza d’interpretare, in chiave ridotta, le istanze della grande cultura figurativa della loro epoca.
Il percorso espositivo si apre con la statua equestre di S. Ambrogio martire in argento fuso e cesellato proveniente dalla Concattedrale di Ferentino, vero capolavoro dell’oreficeria seicentesca, per proseguire con la presentazione di opere che hanno privilegiato sia le ricerche storiche che agiografiche, artistiche, iconografiche, etnologiche, con l’intento, come scrivono i curatori, “di evidenziare la complessa funzione cultuale di quegli oggetti nei luoghi per i quali sono stati creati e dove, al di là del loro valore artistico, ancora viene loro riconosciuto un profondo significato religioso e storico. E’ incredibile e commovente accorgersi di quanta prodigiosa bellezza abiti ancora i luoghi nascosti dell’Italia profonda. Questa mostra desidera sottolineare l’intensa azione di tutela e di studio da parte degli enti preposti e stimolare l’interesse di un pubblico più vasto per una migliore conoscenza dei capolavori esposti e dell’intero splendido territorio dal quale provengono”.
E’ disponibile una guida breve, strumento utilissimo ed indispensabile per una visitaapprofondita alla mostra, edita da Edizioni Musei Vaticani – pag.112 costo €.16,00 in mostra, in copertina €.19,00-, ricca di immagini, tutte a colori. Roma – Piazza San Pietro – Braccio di Carlo Magno. Fino al 30 giugno 2015 con accesso gratuito.
Orari di apertura: lunedì-venerdì dalle ore 9,30 alle 17,30 – mercoledì dalle 13,30 alle 17,30 – sabato ore 10-17 domenica e festività vaticane chiusa. – Info: Tel. 06 69884095
Donatello Urbani