Testo e foto di Donatello Urbani
La lunga storia del Palatino, il colle che ha ospitato il centro del potere dell’antica Roma, raccontato con visite guidate, dalla sua nascita e fino alla sua musealizzazione nel percorso del Parco Archeologico del Colosseo in sinergia tra La Soprintendenza e l’Università la Sapienza di Roma che da oltre 30 anni cura gli scavi in questa area. Un’occasione unica offerta ai visitatori dei Fori per assistere da vicino ai lavori di scavo nel cantiere archeologico degli “Horrea Vespasiani” sulla via Nova.
L’area degli Horrea Vestasiani sullo sfondo la sostruzione del Colle Palatino
Un’occasione di archeologia pubblica in cui è protagonista la storia di un settore delle pendici settentrionali del Palatino che sarà narrata attraverso le diverse “storie” frutto della ricerca, dei ritrovamenti e le ricostruzioni archeologiche degli ultimi vent’anni. Il direttore del Parco archeologico del Colosseo Dott.ssa Alfonsina Russo e il direttore dello scavo Prof. Paolo Carafa aprono questo primo appuntamento di archeologia pubblica nel Parco archeologico del Colosseo, esito di una lunga collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza. Siamo alle pendici settentrionali del Palatino in un’area che inizialmente intorno al X secolo a.C, fu occupata da nuclei di capanne.
In epoca successiva tra il 775 e il 750 a.C. questo primo insediamento fu distrutto per lasciare il posto a una fortificazione con cinta muraria, conosciuta come la Roma Quadrata di Romolo, che circondava il colle Palatino con tanto di bastioni e fossato difensivo. L’area all’esterno delle mura fu suddivisa in lotti che furono occupati da vari santuari tra i quali il Tempio di Vesta e una residenza regia. Dopo il 550 a.C. circa, le mura furono distrutte il fossato colmato e sopra questa area fu costruita la Prima Via Sacra. Ai lati della stessa via furono costruite nuove lussuose abitazioni. Una di queste abitazioni era di proprietà di Cicerone e dette origine, in occasione della confisca da parte di Silla, alla famosa allocuzione “Cicero pro domo mea”. Tutto cambiò di nuovo dopo l’incendio neroniano del 64 d.C. Venne costruita una nuova Via Sacra fiancheggiata da portici e sul quartiere residenziale furono costruiti dall’imperatore Vespasiano dei magazzini – horrea – per la conservazione di derrate alimentari, e non solo. Dell’originaria sistemazione urbanistica restano solo la Casa delle Vestali ed il Tempio di Vesta, mentre la Porta Mugonia, una della quattro di accesso al colle Palatino, ed il Tempio di Giove Statore trovarono una diversa ubicazione sempre nella stessa zona. Tutta l’area dei Fori nelle parole del prof. Paolo Carafa, direttore scientifico dello scavo, avrà vita difficile.
L’area in prossimità della porta Mugonia
La Roma delle invasioni barbariche e negli anni successivi, passando dal campo vaccino fino all’arrivo dei Piemontesi, vivrà solo sopra la vecchia città con costruzioni, come nel caso di Santa Maria Antiqua, adattate sulle preesistenti oppure recuperando sui resti della vecchia capitale imperiali quanto necessario per sopravvivere. E’ augurabile che giornate quali quella del 26 giugno scorso vengano ripetute con una certa frequenza. Sono delle buone occasioni per consentire a molti cittadini, specialmente romani, per gettare uno sguardo sulla più prestigiosa istituzione universitaria della nostra città.