Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani
L’effimero che già nei secoli scorsi si era ritagliato spazi importanti, torna con prepotenza nei giorni nostri con vesti e contenuti nuovi, come è avvenuto a Pomezia, dove anche l’effimero, come l’industrializzazione, quì aveva trovato una casa che la popolazione si augurava invece duratura. Nell’occasione del “Pomezia light festival” il nuovo effimero si è presentato proponendo videomapping, light art, digital performance. Il passato di questa “città di fondazione”, ultima nata nell’era fascista, è riproposto e rivisitato con giochi di luce che interagiscono con il pubblico, palazzi abbandonati che rivivono con nuovi colori, proiezioni che catapultano lo spettatore in dimensioni diverse spingendolo a guardare quello che lo circonda con occhi nuovi.
Luca Maugeri – Jacopo Rachlik: “Shishi Odoshi” – Opera generata con il vapore e ispirata alla cultura orientale. Rappresenta una fontana di bambù giapponese usata solitamente come spaventapasseri (come dice il titolo dell’opera) e presentata in questa occasione come ornamento da giardino. Un contenitore mobile di acqua, una volta pieno, si rovescia e versa il contenuto in una pentola posta sopra un fornello che, a sua volta, emette una colonna di fumo a forma di figura umana. L’opera vuol far riflettere sulla percezione del tempo (un itervallo di circa 3 minuti separa una figura dall’altra) che scandisce la vita della societa odierna.
La smart city che si fa avanti é la città intelligente che subentra in una linea di continuità a quella ideale che gli artisti ed architetti già nel rinascimento proponevano in alternativa al borgo fortificato medievale. Infatti oggi, come nel rinascimento, A Pomezia sono stati chiamati intellettuali ed artisti – 27 di cui 8 internazionali – alla rivisitazione della nuova città che si propone in oltre quindici interventi distribuiti in un percorso di un kilometro e mezzo illuminato da ben mille metri quadri di luce, dando vita ad una città che dall’idealità scende nella realtà sia pure nel limitato tempo di tre giorni dal 21 al 23 settembre. L’iniziativa si articola in ben cinque sezioni: “Around the city” strade e piazze della città accolgono installazioni luminose video animate da un’interattività tra artisti e pubblico. A questa seguono: “Eyes Up Tower”, la torre civica accoglie video e live mapping che vanno installazioni luminose al neo ad opere realizzate con stampante in 3/D; “Fun At The Beach”, esibizioni da veri artisti; “Pomezia Light Festival Under 35”, riservata ad artisti italiani di età inferiore ai 35 anni; infine “Pogetto Collapse” uno spazio che elabora il tempo di un possibile collasso al progetto utopico di smart city “…un controcanto necessario per presa di coscienza del fatto che anche il progetto più forte può essere fragile”, come affermato da uno degli organizzatori che al loro interno hanno offerto un valido contributo oltre 50 universitari e liceali di Pomezia. A tutto questo fanno da corona incontri e letture nella biblioteca civica.
Fanni Iseppon – Davide Giaccone: “Scatole del vento”. L’opera consiste in un tour in più tappe fra le strade della città tramite una bicicletta autoalimentata con batterie e pannelli solari. Il titolo indica la velocità con cui le immagini cambieranno. Grazie all’ausilio di un anemometro si potrà misurare la velocità del vento i cui valori saranno elaborati dall’applicazione “Pure data Extended”
Maggiori notizie, informazioni e prenotazioni alle visite guidate si hanno sul sito web www.pomezialightfestival.it – oppure httpswww.facebook.com/PomeziaLF/