Testo e foto di Donatello Urbani
“Tutto si dimentica con il tempo,
Ma nulla di ciò che é nel cuore e nella lingua viene dimenticato.’’
Matrakçı Nasuh
Malgrado la relativa vicinanza fra la Turchia e Italia, molto poco conosciamo delle civiltà che sono fiorite nel territorio turco, se non da specialisti e cultori, fatta eccezione per l’arte e la cultura bizantina alla quale ci lega la simpatia per essere una derivazione diretta dell’Impero Romano. Ben vengano, quindi, iniziative che colmino questa lacuna come quella allestita, in sinergia con prestigiose ed importanti istituzioni, nel prestigioso Palazzetto Mattei in Villa Celimontana, sede della Società Geografica Italiana, che con l’occasione festeggia anche il suo 150^ anniversario di fondazione.
Sibel Gurgerner – “Iran Sultaiye” – dimensioni cm:40X60 – 2014
Anche se non se ne conosce l’esatta data di nascita, Matrakçı Nasuh, cresciuto al tempo di Bayezid II e vissuto sotto il regno di Yavuz Selim e Solimano il Magnifico, é un personaggio di grande rilievo. Il suo vero nome era “Nasuh bin Karagöz bin Abdullah el Bosnavi’’. Si sa ben poco della sua vita. “Bosnavi” indica le sue chiare origini bosniache. Sappiamo che era stato ammesso alla corte al tempo di Bayezid II e che era stato istruito presso l’Enderun, la scuola di palazzo. La prima parte del nome “Matrakci” fu acquisito da Nasuh dopo che aveva inventato un gioco/sport da lui battezzato Matrak,- combattimento ravvicinato in cui si usano mazze di legno- divenuto in breve tempo popolare e che lui stesso praticava con buon successo. I suoi interessi, comunque, non si limitavano alle sole pratiche fisiche e sportive ma spaziavano nei più svariati campi. Matrakci Nasuh fu un personaggio dai molti talenti e le preziose testimonianze che ci ha lasciato hanno interessato varie discipline fra le quali:
- La Matematica, con una prima opera, del 1517, che presentava delle tabelle inerenti le misure delle lunghezze e sviluppo’ il cosiddetto metodo “moltiplicatore a matrice”, che ispirò molti matematici;
- La Storia. Nel 1520, su ordine di Solimano il Magnifico, tradusse dalla lingua araba alla ottomana il famoso “Taberi Tarihi”ni “Mecma ́el-Tevârı̂h” di Muhammed b Cerir et- Taberi, una delle fonti piu’ importanti dell’islam. Una seconda edizione, stampata sulla scorta dei suggerimenti del Grand Visir Rüstema, prese il nome di “Câmi ́el Tevârı̂h”;
- Strategie militari. In occasione della festa della circoncisione dei figli di Solimano il Magnifico- 1529- realizzò due decorazioni che riproducevano “due fortezze dotate di ruote” dotate di varie tecniche di combattimento. Questa presentazione venne apprezzata sia dal Solimano che da tutti i militari presenti tanto da trovare applicazione pratica nella campagna di Egitto riportando delle importanti vittorie. Nel 1529, tornato dall’Egitto, scrisse il “Tuhfet el-Guzât”, testo di tecniche di combattimento ed omaggio ai reduci di guerra. In questa opera si descrivono le modalità di combattimento, uso dell’arco, dello scudo, della mazza e del cavallo con l’aiuto di numerosi schemi. Di fronte alla maestria dimostrata in ogni campo Solimano il Magnifico, con decreto del 1529, dichiarava Nasuh esempio unico al mondo per le arti islamiche e ordinava che venisse omaggiato, trattato e annoverato come “Üstad (maestro)” e “Reis (Capo)”.
- Poesia. Era solito aggiungere ai suoi testi versi poetici, spesso anche vere e proprie poesie. Il tema preferito trattato nella sua poetica era la transitorietà della vita sulla morte e sul fato come testimoniato dal breve testo all’inizio dell’articolo;
Sevim Ersoy – “Lepanto – Grecia” – 2014 – Commento letterario all’opera:
“E’ giunto in aiuto la mano del Signore –
Soffiando il propizio vento marino.
Si é volteggiato senza esitare un istante.
Le ancore sonostate salpate con l’aiuto del Signore”.-
Pochi anni dopo la morte di Nasuh nella baia di Lepanto si svolgerà una famosa battagli navale che vide la flotta turca annientata dalla coalizione di flotte cristiane.
- Arti visive. Le opere di Matrakçı hanno le identiche caratteristiche proprie degli artisti rinascimentali. Gli storici dell’arte lo definiscono: il maestro ottomano del colore. Sarà identificato anche come il Leonardo dell’Oriente per il fatto di eccellere nella pittura. Nella sua opera intitolata “Beyan-ı Menazil-i Sefer-i Irakeyn’ con la quale racconta la spedizione in Iran di Solimano il Magnifico, intrapresa fra il 1534 e il 1536, si libera dai tradizionali schemi in uso fra gli artisti dell’epoca e da’ vita a una nuova corrente nota come “raffigurazione paesaggistica ottomana”. Le sue mappe topografiche diedero inizio alla “tradizione topografica” che si protrasse sino alla fine del secolo XVIII. Nella sua opera “Beyan-ı Menazil-i Sefer-i Irakeyn’ documenta tutti i luoghi presenti sulla strada che da Istanbul raggiunge Teheran passando da Tebriz e viceversa, il tutto corredato da una bellissima serie di immagini. Matrakçı Nasuh realizzò queste illustrazioni con una grande maestria disponendo le immagini una dopo l’altra come fosse un film che narri la spedizione. Oltre al carattere prettamente artistico, le sue illustrazioni sono importanti in quanto riportano anche le caratteristiche geografiche, nonchè la flora, la fauna e l’architettura presente nei vari posti. Una specialità in cui eccelleva era il colore. Dimostrazione pratica di questa sua eccellenza si trova in due libri di storia, entrambi abbelliti con miniature che hanno un ruolo importante nella storiografia ottomana. (“Tarih-i Feth-i Şikloş Estergon ve İ stol – Belgrad’’ e “Tarih-i Sultan Bayezid’’). Entrambe le opere furono realizzare e illustrate da Matrakçı Nasuh in persona. Al contrario delle scene terrestri presenti nel “Beyan-ı Menazil-i Sefer-i Irakeyn’’, opera in cui racconta la spedizione in oriente, in queste due opere dominano i paesaggi marini e costieri.
- Calligrafia. Fu lui stesso il callgrafo dell’opera “Fetihname-i Karabuğdan’’ che racconta la spedizione in Karabuğdan di Solimano il Magnifico del 1538. Grazie a quest’opera in cui apportò una serie di innovazioni allo stile calligrafico, Nasuh divenne uno dei principali maestri della calligrafia ottomana.
- Filosofia. Nelle sue opere racconta con un approccio filosofico la storia ottomana, dai suoi albori sino al 1551. Matrakçı Nasuh ovvero “Nasuh bin Karagöz bin Abdullah el Bosnavi’’, muore nel 1564, lasciando innumerevoli opere i cui segni e influenze sono presenti ancora oggi nella vita culturale ed artistica del moderno stato turco.
Matrakçı Nasuh ci ha lasciato un meraviglioso patrimonio cartografico dal grande valore storico, artistico e grazie alla sua opera oggi noi possiamo seguire l’itinerario delle due campagne militari in Egitto ed Iran e apprezzare questa esposizione non solo in senso artistico e tecnico, ma anche in senso cronologico e storico. Il percorso espositivo, infatti, presenta 41 opere prodotte da 12 artiste turche che hanno trasferito, su piastrelle di ceramica o su tela, le immagini di cartografie urbanistiche o le miniature realizzate a mano da Matrakçı Nasuh durante le campagne militari orientale e occidentale e presenti nelle rispettive due opere Beyan-ı Menazil Sefer-i Irakeyn e Tarih-i Feth-i Sikloş Estergon ve İstol Belgrad.
Questa mostra, curata da Beste Gürsu con il coordinamento artistico della pittrice Sevim Ersoy, arriva nella nostra città dopo essere stata esposta a Sarajevo, a Belgrado, al G20 di Antalya, ad Istanbul, a Vienna, a Tokio e a Parigi. Dopo la tappa romana si sposterà a Washington e a Budapest, per un totale di 3 continenti, 9 Paesi e 10 città.
Roma–Via della Navicella, n.12- Società Geografica Italiana- Palazzetto Mattei- Villa Celimontana- fino al 28 luglio 2017 con ingresso gratuito. Orari visita della mostra : lun-merc-ven 09:00-13:00 / mar-gio 09:00-17:00