Già nella prima parola dell’intestazione, “Maternità”, come ha rilevato il Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Valentino Nizzo, s’intravede la chiave di lettura di questa interessante mostra magistralmente curata da Giulia Pedrucci, ricercatrice all’Università di Erfurt – Germania -, con la collaborazione di Vittoria Lecce, funzionaria del Museo suddetto e l’adesione del Comitato Provinciale UNICEF di Roma.
Mater Matuta era nell’Italia del V secolo a.C. la dea del mattino e protettrice degli inizi e , dunque delle nascite. Identico ruolo era svolto nel mondo etrusco della dea Ità che compone la parte terminale del testo. Ad entrambe erano dedicati templi e venivano omaggiate con doni, statue votive ed ex voto che una volta recuperati, grazie a campagne di scavo, sono oggi oggetto di studio, come nel caso presente, e costituiscono la base delle esposizioni permanenti di Musei e di rassegne temporanee identiche a quella allestita in questa occasione. Lungo il percorso espositivo si possono ammirare e dare una precisa chiave di lettura, grazie anche agli esaurienti pannelli didattici, a tutta una serie di reperti, debitamente restaurati, molti esposti per la prima volta, che documentato gli aspetti fondamentali di una famiglia derivati dalla nascita di uno o più eredi. “A lungo gli studiosi hanno pensato che il bambino nella società antica non fosse considerato importante”, precisa il Direttore Valentino Nizzo, “da una chiara lettura che propongono questi reperti sono ben chiare le preoccupazioni, le cure e le attenzioni riservate ai bambini ed a svolgere le quali venivano chiamate anche nonne, nutrici, zie e l’intera famiglia in una formazione “allargata”, usando un termine moderno.
Si spiega molto bene tutto questo in una sezione che ha per titolo “La Cutrofia”. Letteralmente questa significa far crescere un bambino ed in questa specifica mansione non erano coinvolti solo i familiari bensì una nutrita serie di divinità non necessariamente tutte femminili. Infatti insieme a Mater Matuta, Fortuna, Giunone, Diana, Cerere e Minerva, troviamo anche Marte ed Eracle, che avevano il compito, ognuna con una propria specificità, di proteggere ed aiutare l’essere umano fin dal concepimento, attraverso la delicatissima fase del parto e della prima infanzia, fino al raggiungimento dell’età adulta. Fra i reperti chiamati in causa quello della dea Leucotea, così chiamata in Grecia la Mater Matuta dei romani, menzionato e fotografato nel pannello didattico ma esposto in altra sala del Museo –, consigliata, se non obbligatoria, una visita in questa sala –, riveste una particolare importanza.
La scultura in terracotta modellata a mano raffigurante Leucotea, la dea bianca del mare sbarcata dall’oriente ed accolta in occidente da Eracle, è di eccezionale livello artistico, grazie anche all’ottimo stato di conservazione, tanto da venire collegata allo stile dello scultore Prassitele (340 / 330 a.C.), uno dei maggiori artisti del periodo classico greco.
Roma – Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia – Piazzale di Villa Giulia, n.9, fino al 2 giugno 2019 dal martedi alla domenica con orario 9,00 / 20,00. Chiuso il lunedi. Biglietto d’ingresso intero €.8,00, ridotto €.2,00. Gratuito per aventi diritto e la prima domenica del mese. E’ stata prevista una forma di abbonamenti con ingressi illimitati per 3, 6 e 12 mesi, a costi vantaggiosi. Info tel. 06.3226571; e.mail mn-etru.comunicazione@beniculturali.i, sito www.villagiulia.beniculturali.it oltre i vari social disponibili oggi.