Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino – press.euurintuni@virgilio.it e Donatello Urbani – donatello.urbani@gmail.com
Il buondì si vede dal mattino. Anche in questa occasione il vecchio adagio non si è smentito. I ritmi ed i colori della moda latino americana sono sbarcati a Roma per dare inizio alla rassegna di AltaRoma con un importante evento patrocinato da CNA Federmoda e da diverse ambasciate dei Paesi centro/sud americani. La manifestazione, articolata su due giornate nel calendario dell’Alta Moda Capitolina, si è svolta a Palazzo Ferrajoli, una delle più prestigiose dimore storiche di Roma, in Piazza Colonna, ed ha avuto per protagonisti alcuni stilisti provenienti dal Brasile, Cuba, Ecuador e dal Messico. Tutto questo è il frutto del lavoro diplomatico di Elsy Aparicio, responsabile del progetto Latin American Fashion, che ha saputo raccordare fra loro le varie sedi diplomatiche di questi paesi, presenti in Italia, con il fondamentale supporto istituzionale dell’IILA – Istituto Italo Latino Americano – di Roma, dell’Ambasciata del Messico in Italia e dell’incaricata culturale Maria Teresa Ceron.
Le nuove professionalità sartoriali nate in terra latino americana fanno perno sulla grande cultura indigena che seppur coltivata con un diverso approccio etico e filosofico, ci offre una moda che nasce dalla gioia di vivere, dal rispetto per la natura, dalla voglia di sorridere alla vita con un approccio creativo estremamente professionale. La creatività di questi designer, come affermato nel corso della presentazione dei modelli, si è sviluppata velocemente, fino a raggiungere capacità costruttive e realizzative assolutamente in linea con quelle degli omologhi occidentali, dimostrando, inoltre, di saper fare la differenza attraverso elementi creativi di assoluto valore e fuori dai canoni tradizionali, testimoni della cultura e del sentimento Latino Americano.
Dal Messico sono arrivati Manuel Rodriguez, couturier che ha vestito le star del mondo dello spettacolo del suo Paese e la linea Tirza della stilista Sara Garcia Meza. Dall’Ecuador sono giunti: la stilista Gabriela Guasgua con la linea GiBAG – Handbags and Accessories che combina tessuti con materiali misti elaborati dagli artigiani della città di Otavalo e dal Brasile Napoleao Cesar i cui modelli sono una fusione di più stili e colori con una predominante caraibica presente anche nei modelli degli stilisti Cubani Jacqueline Fumero, Ismael De la Caridad e Yosmany Larrea, in un tripudio di estro, energia, colori e vitalità. A tutti gli stilisti partecipanti alla sfilata è stata consegnata una targa ricordo dell’evento.
Le nuove professionalità sartoriali nate in terra latino americana fanno perno sulla grande cultura indigena che seppur coltivata con un diverso approccio etico e filosofico, ci offre una moda che nasce dalla gioia di vivere, dal rispetto per la natura, dalla voglia di sorridere alla vita con un approccio creativo estremamente professionale. La creatività di questi designer, come affermato nel corso della presentazione dei modelli, si è sviluppata velocemente, fino a raggiungere capacità costruttive e realizzative assolutamente in linea con quelle degli omologhi occidentali, dimostrando, inoltre, di saper fare la differenza attraverso elementi creativi di assoluto valore e fuori dai canoni tradizionali, testimoni della cultura e del sentimento Latino Americano. Dal Messico sono arrivati Manuel Rodriguez, couturier che ha vestito le star del mondo dello spettacolo del suo Paese e la linea Tirza della stilista Sara Garcia Meza. Dall’Ecuador sono giunti: la stilista Gabriela Guasgua con la linea GiBAG – Handbags and Accessories che combina tessuti con materiali misti elaborati dagli artigiani della città di Otavalo e dal Brasile Napoleao Cesar i cui modelli sono una fusione di più stili e colori con una predominante caraibica presente anche nei modelli degli stilisti Cubani Jacqueline Fumero, Ismael De la Caridad e Yosmany Larrea, in un tripudio di estro, energia, colori e vitalità. A tutti gli stilisti partecipanti alla sfilata è stata consegnata una targa ricordo dell’evento.