Testo e foto di Donatello Urbani
Dall’arrivo dei piemontesi a Roma, così chiamavano i romani l’esercito italiano, l’area di Santa Croce in Gerusalemme ebbe una destinazione quasi esclusiva a caserma militare con una vasta piazza d’armi centrale attorno alla quale erano stati costruiti numerosi fabbricati. In occasione dei lavori di restauro e ristrutturazione intrapresi nel 2016 è venuto alla luce un pavimento mosaicato. Un primo esame, succeduto all’euforia iniziale, ha messo in luce chiaramente come lo stesso fosse in stretto collegamento con due “domus” adiacenti facenti parte dei quartieri destinati ai dignitari della corte di Elena, madre dell’imperatore Costantino, qui insediatasi nel “Sessorium” – termine che indica un luogo di soggiorno imperiale- al confine con le mura aureliane.
La prima domus è detta “dei ritratti” per i busti dei proprietari effigiati nel pavimento a mosaico in due triclini è, allo stato attuale, la più interessante fra le due. L’altra fu chiamata “della fontana” proprio per la presenza nel cortile di una fontana rivestita di lastrine di marmo bianco. Lo scavo stratigrafico, iniziato nel mese di maggio 2017, ha fornito precise indicazioni sull’intera planimetria della domus dei ritratti con un primo ambiente, forse solo parzialmente coperto, destinato ad atrio ed altri due locali di cui uno, un corridoio che era di snodo verso i diversi settori della casa, mentre l’altro, una terza stanza scoperta destinata a locale di servizio, é un ambiente delimitato da tufelli e laterizi con una vasca in cocciopesto collegata ad una canaletta di deflusso e un piano adibito a bancale e probabilmente anche alla cottura dei cibi.
L’interesse culturale e storico del luogo non si limita alla sola area archeologica. Destinato fin dal IX^ secolo a.C. ad area funeraria si trasformò a partire dal V^ secolo a.C. in area di grande interesse per la confluenza di tre grandi strade: Labicana, Prenestina, Celimontana e ben otto acquedotti, tra cui quello Claudio, la più antica testimonianza del comprensorio, risalente al 52 d.C., ed ancor oggi visitabile. Negli anni compresi tra il 42 ed il 38 a.C. con il riassetto urbanistico della città voluto da Augusto, l’area fu trasformata in quartiere residenziale con grandi ville e domus private immerse in magnifici e vasti giardini, conosciuti come “horti”. Famosi per la loro presenza, ancor oggi parzialmente presenti nella zona, furono quelli di Mecenate, con l’auditorium oggi raggiungibile da via Merulana, e gli Horti Variani che l’imperatore Elagabalo (218/222 d.CV.) acquisì a demanio imperiale e trasformò in una sua nuova residenza “Sessorium”, strutturata in nuclei monumentali che facevano perno su un atrio corrispondente all’attuale Basilica di Santa Croce. Della villa facevano parte anche l’anfiteatro Castrense ed il Circo Variano, utilizzati per giochi e corse di cavali, nonché le Terme Eleniane, edificate successivamente da Alessandro Severo (222/235 d.C.). La costruzione delle mura aureliane anticipò il ridimensionamento dell’intera costruzione, l’anfiteatro e il circo furono inglobati nelle mura, che avverrà con Elena, madre di Costantino, che la destinò in parte ad alloggi privati di funzionari della corte, oltre quella destinata alla famiglia imperiale, trasformando il grandioso atrio in Cappella Palatina dedicata al culto della Croce di Cristo, ancor oggi praticato nell’omonima Basilica. Il degrado che seguì alla morte di Elena e alle tante vicende storiche accadute nella nostra città, escluso il fiorente culto religioso alla Croce di Cristo mai cessato negli anni, è decisamente finito grazie anche a questi lavori di ripristino con nuova fruibilità dell’area archeologica, nonché alla presenza di una importante istituzione quale il Museo degli Strumenti Musicali. L’area archeologica è aperta tutto l’anno su prenotazione il 1° e 3° sabato del mese, anche con visite guidate, per singoli alle ore 10,15 e per gruppi alle ore 9,00 e 11,30. Informazioni e prenotazioni sul sito web www.coopculture.it/heritage.cfm?id=65 e al numero telefonico 06.3996770.