Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La Strada del Radicchio Rosso di Treviso, messa in piedi vari anni fa dall’omonima associazione, può essere definita, usando un termine di uso comune, ad alta frequentazione. Prova ne siano i numerosi turisti che di questa sono assidui frequentatori, principalmente di lingua tedesca, attratti dalle eccellenze offerte dal territorio sia turistiche/culturali che enogastronomiche.

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                  Radicchio rosso di Treviso: a sinistra la specie tardiva            –             a destra la specie precoce

Il radicchio rosso di Treviso nelle due specie oggi commercializzate, precoce e tardiva,  è una pianta appartenente alla grande famiglia delle “cichorium” conosciute fin dai primi tempi della storia umana, come ricordato sia nel papiro egiziano di Ebers (circa 1550 a.C.), che, in epoca romana, da Plinio il Vecchio nei suoi scritti, e dal medico greco Galeno che ne consigliava l’uso contro le malattie del fegato. Il passaggio dalla commercializzazione generica alla consumazione in loco, in modo da ottenere anche un ritorno economico grazie alla presenza di turisti, si deve proprio all’Associazione Strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco che ha saputo mettere insieme produttori di eccellenze, operatori economici locali e istituzioni pubbliche. Finalità comuni a tutti  possono essere riassunte nell’antica politica perseguita dai mercanti veneziani e tradotta in: “saver far e far saver”.

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Vasca di affinamento del radicchio da verde diviene rosso- Punto vendita dell’Az. Agricola Nonno Andrea-Via Campagnola,74-Villorba

In quest’ottica si sono mossi  sia i Soci che l’Associazione della Strada del Radicchio nel presentare agli operatori turistici una forma di turismo “esperienzale” dove il turista è coinvolto a tutto tondo sulle realtà locali,  sia esse di natura, culturale, enogastronomica, ecc.  Indispensabile in questa operazione è il coinvolgimento dei singoli soci che sono chiamati non solo a presentare i loro prodotti, bensì a presentarsi essi stessi quali componenti determinanti dell’offerta turistica. Nel corso del mio tour il giovane coltivatore che ci presenta il lungo processo di lavorazione utile per ottenere il buon prodotto commercializzato  in tutto il mondo con il marchio “Radicchio Rosso Tardivo di Treviso”, ce lo presenta come “Frutto della fame”; proprio quella sofferta dai suoi antenati che, grazie alla presenza di acqua sorgiva, avevano messo a punto una lavorazione necessaria alla sua conservazione in modo da poterlo consumare nel periodo di freddo e di fame nei lunghi inverni.

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Storione albino-Troticultura S.Cristina-Via Chiesa Vecchia-Quinto di Treviso –  Torta al radicchio della Pasticceria/Cioccolateria Max

L’ingegno culinario poi di tante cuoche/pasticcere ha consentito l’utilizzo del radicchio rosso in una grande quantità di gustosi piatti inclusi alcune specialità di pasticceria come la “torta al radicchio” della Pasticceria/Cioccolateria Max – project manager Lorella Zizzari,  Via Canova, 10- Treviso, che si sposa perfettamente, in inverno,  con una tisana , sempre al radicchio rosso. Le attrattive e  le curiosità varie che si possono incontrare lungo i vari percorsi di questa strada sono tanto variegate quanto interessanti. L’azienda agricola “La Perla”, condotta dal giovane Loris Dal Zotto, segnalata dallo Slow Food di Treviso, produce un’ottima mozzarella con latte  delle proprie mucche Sorana. Oltre alcuni caratteristici formaggi locali, vende, inoltre, nel proprio spaccio carni, latte fresco attinto da un distributore e alcuni salumi lavorati tradizionalmente.

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Formaggi del caseificio dell’Az.Agricola”La Perla”-Ponzano Veneto   –    Punto ristorazione Az.Agricola “Ca Mauro”- Silea Treviso

Caratteristica comune a molti coltivatori agricoli è lo spaccio aziendale dove oltre l’immancabile radicchio rosso è possibile acquistare salumi, confetture, vini fermi  e spumanti e fermarsi per consumare un pasto oppure essere ospitati con la formula dell’agriturismo. In una zona ricca di acque non poteva mancare l’allevamento di pesce di acqua dolce: trote, carpe e storioni e produzione di caviale. Un fascino tutto particolare è offerto dalle Ville Venete. Costruite, moltissime sulle falsariga proposta  dall’architetto Palladio, negli ultimi secoli di vita della Repubblica Veneziana, non sono solo monumenti architettonici protetti dall’UNESCO.

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Infatti esse s’immedesimano nella storia sia delle famiglie dei vari committenti, nobili e ricchi mercanti, che in quella dell’arte e dell’architettura grazie alla presenza d’importanti architetti, pittori e scultori. Si vuole differenziarle dalle altre ville presenti nel territorio nazionale  in quanto esse sono vere e proprie aziende agricole, anche se oggi molte si sono trasformate in bed and breakfast, costituite da un corpo centrale riservato alla residenza e lunghe barchesse laterali dove trovavano spazio gli attrezzi da lavoro, cantine e magazzini. Tutto intorno i campi e i vigneti propri dell’affascinante paesaggio veneto.

Prenotazioni di soggiorni ed escursioni:  info@stradadelradicchio.it –  www.stradadelradicchio.it