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Roma nel cinema a pennello – Roma cinematografara in mostra a Palazzo Merulana fino all’ì8 dicembre 2024
Redazione
Ben 50 bozzetti pittorici di grandi artisti, realizzati per la stampa tipografica dei manifesti per immortalare uno straordinario viaggio nella città più filmata al mondo, insieme a New York e Parigi. Da comunicato stampa: “Opere, disegnate a tempera su carta o cartoncino, la mostra si propone di articolare una sorta di racconto per film e attori dal dopoguerra agli anni ’80, di Roma come set cinematografico. Dall’apparizione sconvolgente del neorealismo di Roma città aperta, Ladri di biciclette, Umberto D al mito del cinema attraverso la Magnani di Bellissima, al noir comico e grottesco della serie del “Monnezza”, dalla Roma papalina di Luigi Magni a quella di Germi di Un maledetto imbroglio (tratto da Quer Pasticciaccio brutto de Via Merulana), dalla Roma di Poveri ma belli, de I soliti ignoti e di Febbre da cavallo a quella di Accattone e Mamma Roma.
I film non cominciavano sugli schermi delle sale ma sui cartelloni nelle strade. Tutto questo fino all’avvento di photoshop, che ha scritto la parola fine a questa grande storia “disegnandone” un’altra. La pittura cinematografica, espressione di sintesi elevata dell’incontro tra arte e impresa, almeno fino alla fine degli anni ’80 ha rappresentato il punto più alto dell’azione promozionale, finalizzata ad affascinare e catturare il pubblico.
La mostra vuole celebrare anche gli anniversari di grandi protagonisti del cinema italiano e internazionale: il cinquantenario della morte di Vittorio De Sica e di Pietro Germi, il centenario della nascita di Marcello Mastroianni e il novantesimo compleanno di Sophia Loren. Gli anniversari sono evocati nel manifesto della mostra, che immortala il volto del commissario di “Un maledetto imbroglio” e la scena iconica dello spogliarello in “Ieri, oggi e domani” che, con la regia di Vittorio De Sica, vinse l’Oscar come miglior film straniero.
L’esposizione prevede, poi, l’omaggio a due grandi icone del cinema: Federico Fellini, che ha girato i suoi film nel mitico Studio 5 di Cinecittà, e Alberto Sordi simbolo della Capitale di cui è stato Sindaco per un giorno, grazie alla felice scelta di Francesco Rutelli. Fellini, con il suo occhio onirico, ha scelto Roma come set privilegiato, evidenziando con “La dolce vita” e i paesaggi fantastici costruiti a Cinecittà (dalla laguna veneziana de Il Casanova al passaggio del mitico Rex di Amarcord) l’intera, proteiforme, trasformazione di Roma dalle macerie del dopoguerra a capitale contemporanea, dalla “Hollywood sul Tevere” agli anni di piombo, dalla città in ricostruzione al caos metropolitano del consumismo, dai colossal di Cinecittà all’Estate Romana di Nicolini. Infine Alberto Sordi che come Sceicco, Vitellone, Americano, Vigile, Giornalista, Prete e tanti altri memorabili personaggi, ha declinato, in maniera indimenticabile, i multiformi aspetti di Roma e dei Romani.”
Modalità di visita: Mercoledì – domenica ore 12 – 20 (ultimo ingresso alle 19) Biglietto Intero euro 12.00 – Biglietto Ridotto 10.00. info www.palazzomerulana.it
Il Bio a raccolta a Roma il 30 ottobre 2024 – Richieste e proposte dei produttori per un’agricoltura biologica al passo con i tempi.
Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani
Punto centrale e di partenza di questa seconda assemblea romana di Federbio è stato il riconoscimento attuale della validità del Manifesto dei Produttori Agricoli Biologici redatto un anno fa. In sintesi il biologico e biodinamico sono:
- Innovazione sociale economica e ambientale con al centro l’agricoltura rigenerativa;
- Espressioni future dell’agricoltura uniche a garantire il raggiungimento del 25% della superficie coltivabile con biotecnologie e quindi bisognosi di investimenti, supporto tecnico, innovazione organizzativa, formazione e ricerca incentrate sull’agroecologia.
Le proposte avanzate da un gruppo di agricoltori e allevatori bio; da una tavola rotonda che ha dibattuto su: “Semplificazione burocratica, rapporti di filiera e marchio nazionale per un biologico italiano al giusto prezzo” moderata da Antonio Cianciullo, giornalista UffPost, alla quale hanno partecipato Maria Letizia Gardoni, Presidente Coldiretti Bio; Giuseppe Di Noia, Presidente ANABIO-CIA; Marco Paravicini, Vicepresidente Federbio; Nicoletta Maffini, Presidente Assobio: nonche dalla stessa Presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini, che ne ha tratto le conclusioni, sono state: (Da comunicato stampa)
- Al bio serve un ‘giusto prezzo’ e un tetto alla burocrazia, per permettere di produrre cibo sano e pulito, per garantire il reddito degli agricoltori, il rispetto dei diritti dei lavoratori e quelli della terra, che renda accessibili ai cittadini alimenti di qualità e di una semplificazione burocratica per mantenere la posizione di testa nel mercato europeo (fatturato + 4,9% in termini di volume e + 4,5% in valore negli ultimi 12 mesi e ha già superato i 9 miliardi di euro di vendite, con un export che dal 2012 al 2023 ha raddoppiato il fatturato)
- l’esigenza di accelerare ulteriormente la crescita del bio sottolineando i vantaggi che vengono da scelte agricole, come quelle dell’agroecologia, che riducono il peso dell’import di prodotti di sintesi chimica, accorciano la distanza tra produttore e consumatore, rafforzano il ruolo delle comunità locali e dei distretti di produzione. Anche la crisi climatica spinge nella stessa direzione.
- La richiesta del settore per il “giusto prezzo”, definito da una Commissione Unica Nazionale (CUN) che regoli il mercato del biologico, in maniera indipendente da quello dei prodotti convenzionali e definito in un patto sociale tra produttori e consumatori (proposta Di Noia) in modo da ridurre i troppi passaggi di mani con la conseguente lievitazione del prezzo di acquisto.
- Obiettivi impegnativi – per l’Italia il target del 25% di campi bio è anticipato al 2027 – che richiedono inoltre di alleggerire gli oneri legati a un sistema di certificazione troppo burocratico”.
Il biologico è innovazione e può pertanto trasferire pratiche sostenibili al resto dell’agricoltura che ha bisogno di guardare alla transizione ecologica, spiega Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio. “La differenza la possono fare gli agricoltori, perché sono loro che detengono i valori fondamentali dell’agricoltura biologica, come la cura della fertilità del suolo e della biodiversità. Ma superare le criticità che minacciano la tenuta delle imprese agricole è necessario affrontare con decisione i temi prioritari contenuti nel Manifesto. In particolare, la semplificazione delle normative e la garanzia di un “giusto prezzo” per i prodotti biologici. Per questo occorre valorizzare gli agricoltori nell’ambito della filiera anche attraverso il marchio del biologico italiano”.